Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Gianfranco “Magic Box” Zola ha tracciato le linee per la prossima stagione di Serie A.

Zola, che stagione vedremo?
«Una stagione spezzata a metà dal Mondiale. Bisognerà vedere come rientreranno i giocatori dal Qatar. Questa è la variabile che può incidere sui vari campionati. In generale mi aspetto di vedere una Serie A davvero molto appassionante».
Favorito per lo scudetto?
«Metto il Milan, perché lo ha appena vinto e parte con un vantaggio psicologico. Però mi aspetto grande battaglia in campionato: Inter, Juve, Napoli, Roma e Lazio secondo me miglioreranno il loro rendimento».
Parliamo dell’Inter. Possibile il tridente Lukaku-Lautaro-Dybala?
«Sono tre grandi attaccanti. Dybala trequartista e gli altri due a fare le punte: perché no? Garantiscono tanta qualità nel settore offensivo, poi bisognerà vedere come Simone Inzaghi sistemerà il resto della squadra. È fondamentale trovare l’equilibrio affinché in fase difensiva non vada in sofferenza. È una scommessa, insomma, ma è una bella scommessa».
Buffon dice che Di Maria nel campionato italiano avrebbe lo stesso impatto di Maradona: è d’accordo?
«Il campionato italiano non è al livello di altri tornei, e penso ovviamente alla Premier e alla Liga. Quindi Di Maria, se davvero la Juve lo prendesse, potrebbe fare la differenza per le sue grandi qualità tecniche. Però non tirerei in ballo il nome di Maradona: Diego è nell’Olimpo, lasciamolo stare…».
E se Allegri prendesse pure Koulibaly?
«Con De Ligt formerebbe una coppia fantastica. Chi li supera quei due? Certo, mi dispiacerebbe un po’ per il mio Napoli: qui a Ischia incontro tifosi che mi chiedono di come sarà la prossima stagione, si lamentano dell’addio di Insigne, temono per le possibili partenze di Koulibaly, di Osimhen, di Zielinski. Bisogna vedere quali sono le intenzioni del presidente De Laurentiis: sostituire quei giocatori non sarebbe semplice».
Il Milan cerca il dopo-Kessie. Renato Sanches le piace?
«Ottimo giocatore, ma credo che il valore aggiunto del Milan sia il gioco di Pioli. Kessie è stato importantissimo due anni fa, l’anno scorso meno. Sono cresciuti Tonali e altri ragazzi. Non credo che quella rossonera sia una squadra dipendente da un solo elemento, nemmeno da Ibra. Lì è il gruppo a fare la differenza».
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Come vede la Roma di Mourinho?
«Ho un’idea: la vittoria nella Conference League può essere un traino per tutta la prossima stagione. La Roma vive di entusiasmo e Mourinho è bravissimo a crearlo e a gestirlo».
E Sarri alla seconda stagione con la Lazio?
«Farà bene. Meglio dell’anno passato. Lui è sempre andato in crescendo, i giocatori apprendono la sua lezione e lo seguono con maggiore convinzione».
Possibili sorprese?
«Guardo con interesse alla Fiorentina e al Sassuolo. Ma quella che mi incuriosisce di più è l’Atalanta: era partita benissimo, poi si è un po’ smarrita».
Nelle coppe che calcio vedremo?
«Il solito. Ritmi alti, grande intensità, pressione offensiva. Tutte le squadre ormai cercano di dare pochi spazi agli avversari. Mi auguro di vedere meno passaggi i laterali, o all’indietro, e più dribbling: le emozioni sono necessarie per elevare il livello di spettacolo».
Giocatori che seguirà con particolare attenzione?
«Phil Foden del Manchester City. È cresciuto tantissimo e mi aspetto il definitivo salto di qualità. E poi osserverò con curiosità i progressi di Mason Mount del Chelsea. E, tornando in Italia, avrò un occhio particolare per Zaniolo, che mi piace tantissimo, e per tutti i giovani che riusciranno a ritagliarsi uno spazio sul palcoscenico».
Ora che non gioca più e non allena, come passa le giornate?
«Sveglia alle 7, quarantacinque minuti di allenamento, colazione e poi qualche ora sul computer per seguire i miei business e i miei investimenti. Quando ho finito, vado sul green e mi scateno giocando a golf: sono piuttosto competitivo».
Se avesse trent’anni di meno in che squadra vorrebbe giocare?
«Mi vedrei bene nel City di Guardiola. Secondo me, non sfigurerei: che ne dite?».
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