Alberto Zaccheroni se l’è vista brutta, anzi, bruttissima. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’ex allenatore di Milan, Inter e Juventus ha parlato per la prima volta dell’incidente domestico avuto il 10 febbraio scorso, incidente che gli è quasi costato la vita. Di seguito, uno stralcio del racconto di Alberto Zaccheroni.

Alberto Zaccheroni racconta le dinamiche dell’incidente domestico
«Mi ha trovato mia moglie Fulvia accasciato a terra, in fondo alle scale. Dice che ero in un lago di sangue, con la testa aperta e un occhio fuori dall’orbita. Sono vivo per miracolo, ma del mese in terapia intensiva non ricordo nulla… Nulla, so solo quello che mi ha raccontato mia moglie che era con me a casa a Cesenatico. Lei era al piano terra, io stavo verosimilmente scendendo le scale e sono scivolato. Sono ruzzolato per otto, dieci gradini. Lei è accorsa perché ha sentito le mie urla. Avevo battuto la testa, può immaginare il suo spavento. Perché sono caduto? Poiché c’era la cagnolina di Luca, mio figlio, si pensa che l’avessi in braccio e mi sia proteso in avanti per proteggerla dal tonfo. Fulvia ha chiamato il 118, mi hanno portato di corsa all’ospedale Bufalini di Cesena dove sono stato ricoverato in terapia intensiva. Mi hanno sedato, non ero vigile. Sì, sono stato operato il giorno dopo, l’intervento era necessario per ridurre l’emorragia. Ho una grossa cicatrice sulla testa a ricordarmelo. Mi avevano intubato, avevo il sondino».
Zaccheroni sul risveglio dal coma in ospedale
«Nella stanza c’era solo il personale medico, non era stato ammesso nessun familiare. Mi siedo e mi guardo le gambe: dopo un mese steso a letto, sembravano quelle di un anziano. “Dove sono finiti i miei muscoli?”, ho chiesto incredulo. Ho rischiato la vita, non giriamoci attorno. La botta è stata tremenda, il grande sollievo è non aver riportato danni cerebrali».
Sul percorso di riabilitazione e sulle condizioni ad oggi
«Quel giorno sono stato trasferito per la riabilitazione all’ospedale Marconi di Cesenatico. Ho fatto fisioterapia, lavorato con logopediste. Devo ringraziare i medici e tutto il personale dei due istituti che mi hanno seguito. Sono stati straordinari. Noi spesso diamo per scontato il loro lavoro ma se cammino, devo dar merito ai dottori. Sono stato dimesso il 22 aprile, ho atteso qualche giorno e poi sono andato a salutare il personale del Bufalini. Non ho riconosciuto neanche l’ospedale. A Fulvia ho detto “ma che posto è?”. Le infermiere mi hanno riferito che sono stato ribelle, mi agitavo e mi strappavo i tubicini. Come sto oggi? Ho perso due diottrie dall’occhio, il male minore considerando il danno iniziale. Sono senza patente perché prima di riottenerla dovrò sostenere dei test e ho qualche deficit di memoria a breve. Voglio riprendere in mano la mia vita, devo riuscire a tornare in possesso della quotidianità. Se prima camminare era un hobby, adesso è una necessità. Ieri ho fatto 10 chilometri, mi sto impegnando a recuperare tono muscolare».
Zaccheroni sul rapporto con il calcio
«Ho ricominciato a guardare le partite in tv. Sarei dovuto andare in panchina per la prossima gara della Nazionale italiana Non Profit di cui sono c.t. dallo scorso anno, ma ho preferito rinviare a quando mi sarò completamente ristabilito. Riprenderò anche gli incontri tecnici della Fifa. Quante chance ha l’Inter di vincere la Champions League? Se parlassimo di un torneo nella sua interezza, il pronostico secco dice Manchester City. Ma in una gara unica l’Inter se la può giocare. Se la squadra di Inzaghi si mantiene tosta e compatta, con i giocatori di personalità che ha, può succedere di tutto».
Iscriviti al nostro canale Youtube!
Segui la nostra pagina Facebook per non perderti nulla di quello che succede nel mondo Milan!
Scarica QUI la nostra app per dispositivi Android. Rimani sempre aggiornato sulla tua squadra del cuore!
Scarica QUI la nostra app per dispositivi IOS. Rimani sempre aggiornato sulla tua squadra del cuore!