Milan-Napoli
Penultima fatica del 2021 per il Milan: domenica (20.45) arriva a San Siro il Napoli di Luciano Spalletti, diretta concorrente dei rossoneri. Sarà una partita strana, Tuttosport l’ha definita una “Milan-Napoli che non c’è” per via della tante, troppe assenze che perseguitano le due squadre (soprattutto i rossoneri). Ciononostante, la posta in palio è alta: la vincente darà uno strappo alla classifica e si confermerà insieme ad Atalanta e Inter nella corsa al tricolore.
Malgrado quelli degli ultimi anni siano particolarmente impietosi (1 vittoria nelle ultime 10 sfide di campionato), i precedenti tra Milan e Napoli a San Siro sono a favore dei rossoneri. Delle 73 partite giocate tra le due squadre in Serie A, il Milan ne ha vinte 32, quasi il doppio delle 15 del Napoli. I pareggi sono invece tanti, 26.
Per Stefano Pioli la partita ha un peso che va oltre quello della classifica. L’allenatore emiliano infatti non ha mai battuto Spalletti: 3 pareggi e 7 sconfitte finora. L’ultimo incontro tra i due risale al febbraio 2019, quando Pioli era sulla panchina della Fiorentina e Spalletti su quella dell’Inter: la partita finì (non senza polemiche) con un rocambolesco 3-3. Pensate che le sconfitte con l’attuale mister del Napoli sono addirittura costate per ben due volte una panchina a Pioli, con il Parma nel 2007 e con la Lazio nel 2016.
Sperando che la prima gioia per il nostro mister arrivi proprio domenica sera, riviviamo uno scontro passato tra Milan e Napoli dove di gioia ce n’è stata tanta. Forse troppa.
Il 2008 è appena iniziato e il momento che stanno vivendo le due squadre, per motivi diversi, è magico.
Il Milan, nonostante la sconfitta nel derby durante l’ultima fatica pre-natalizia, viene da dei mesi pazzeschi. A maggio ha alzato la 7° Champions League della sua storia, rifacendosi sul Liverpool. A dicembre il suo campione per eccellenza, Ricardo Kakà, ha alzato il Pallone d’Oro, ed il trofeo è stato coronato dalla squadra con la vittoria nel Mondiale per Club giapponese. Insomma, il Milan si è appena consacrato come il più importante tra gli dei dell’olimpo del calcio europeo.
Il Napoli invece dopo 6 lunghissimi anni di attesa e un fallimento appena superato è tornato in Serie A, ed è tornato per giocarsela con tutti.
I 75mila di San Siro non sono però sazi dell’incredibile stagione che hanno appena vissuto, anzi, hanno voglia di Milan e hanno voglia di vittoria visto che nelle prime 7 partite casalinghe di campionato i rossoneri non ne hanno ancora ottenuta una. L’orchestra però questa sera è pronta e ha qualcosa di diverso. Il maestro Carlo Ancelotti dirige infatti per la prima volta in stagione il “Ka-Pa-Ro“, tridente carioca formato da Ricardo Kakà, dall’esordiente giovane promessa Alexandre Pato e da chi di promesse ne ha mantenute abbastanza, Ronaldo Luis Nazario Da Lima. E’ stata la Gazzetta dello Sport a battezzare in questo modo il trio brasiliano, sulle orme dell’eterno “Gre-No-Li” di mezzo secolo prima.
La partita inizia e si sente da subito che l’atmosfera è quella delle grande occasioni. Per provare a rispettare le attese del pubblico, il Milan parte forte: dopo 15 minuti Pirlo sale in cattedra, imbucando per Ronaldo che solo davanti a Iezzo mette in porta l’1-0. I rossoneri continuano anche dopo il vantaggio a sfruttare le indecisioni difensive partenopee, impegnando regolarmente Iezzo. Alla mezz’ora però il Napoli riesce a pareggiare con un contropiede perfetto concluso dal Pampa Sosa dopo un assist al bacio del nuovo idolo del San Paolo, Ezequiel Lavezzi.
Davanti alla sua gente il Milan non ha intenzione di chiudersi di nuovo nell’angolino e reagisce subito al colpo del Napoli: dopo 3 minuti, un doppio miracolo di Iezzo su Pato non riesce ad evitare il nuovo vantaggio rossonero siglato da un Clarence Seedorf schierato per l’occasione nei tre di centrocampo.
Il film della partita è sempre lo stesso: Pato calcia, Iezzo para. Pato calcia di nuovo, Iezzo para di nuovo. Il Milan non riesce a infliggere il colpo del KO e subisce una delle leggi più arcaiche del calcio: al minuto 38 Domizzi trasforma un calcio di rigore guadagnato ancora da Lavezzi. Il tè caldo tanto caro a Fabio Caressa lo si va a prendere sul 2-2. Un Caressa parecchio divertito dirà tra l’altro in telecronaca “Se vanno avanti così, pago il biglietto anch’io“.
Inizia la ripresa e il giornalista romano deve mettere mano al portafoglio, perché la partita diventa ancora più bella. Soprattutto per il Milan. Seedorf ipnotizza Hamsik e dalla sinistra mette in mezzo un pallone da spingere solamente in porta. Per Ronaldo è un gioco da ragazzi segnare la sua terza doppietta con la maglia rossonera e il suo ultimo gol nei campionati europei.
Ma San Siro vuole qualcos’altro. Passano venti minuti e Kakà firma l’ennesimo autografo: rasoiata da fuori e risultato sul 4-2. Il Milan mette in cassaforte la prima vittoria della stagione in casa ma non è abbastanza, non ancora.
Minuto 74: Favalli lancia in profondità Pato ma la palla sembra costringere il giovane brasiliano ad andare sull’esterno. Sembra, perché il papero si inventa uno stop a seguire verso l’interno clamoroso, tagliando fuori Domizzi e infilando sotto le gambe il suo rivale di serata Iezzo. 5-2 e primo dei suoi 63 gol in maglia rossonera. Finalmente San Siro è compiaciuto.
A differenza di quello che ci si potrebbe aspettare dopo un esordio del genere, iI Ka-Pa-Ro tornò a esibirsi solo un’altra volta, la settimana successiva nella sempre complicata (lo abbiamo appena visto) trasferta di Udine. Tra diversi infortuni e la fine definitiva del ginocchio del Fenomeno, il tridende brasiliano è rimasto una illusione di una notte di mezzo inverno. A fine stagione, il Milan manca l’accesso alla appena conquistata Champions League dopo 6 stagioni consecutive.
Rileggi QUI l’inchiesta infortuni realizzata dalla redazione di Radio Rossonera
photocredits: IG radiorossonera