Abbastanza inaspettatamente, il Milan si trova già a dover affrontare quella che è a tutti gli effetti una settimana decisiva per la sua stagione. Domenica sera c’è il big match contro il Napoli, capolista insieme ai rossoneri e all’Atalanta: senza nulla togliere ai bergamaschi, a San Siro si sfideranno le due squadre che hanno convinto di più in questi primi scampoli di campionato. Domani, invece, l’esordio casalingo in Champions League contro la Dinamo Zagabria ha il sapore di una partita che il Milan deve vincere per forza, sia perché a Salisburgo non è riuscito ad andare oltre al pari, che perché i croati settimana scorsa hanno sorprendentemente battuto il Chelsea per 1-0.

Milan e Dinamo Zagabria si sono incontrate per 6 volte nella loro storia: nel 1966 in Mitropa, nel 1973 in Coppa delle Coppe (edizione in cui i rossoneri di Trapattoni vennero sconfitti in finale dal Magdeburgo) e nell’agosto del 2000.
I rossoneri di Alberto Zaccheroni vengono da un anno, quello del centenario, in cui i risultati sono stati sicuramente sotto le aspettative. Da Campione d’Italia, il Milan ha chiuso il campionato al terzo posto riuscendo per soli 3 punti a qualificarsi alla successiva Champions League. Nonostante i dubbi dei tifosi, le premesse della stagione 2000-2001 sono buone: dopo un anno in chiaroscuro, il club di via Turati investe sul mercato e porta a casa diversi volti nuovi. Dal Brasile arrivano le promesse Nelson Dida e Roque Junior, dal Vicenza arriva il Capocannoniere della Serie B Gianni Comandini e dalla Spagna il grande talento Fernando Redondo, fresco Campione d’Europa con i Galacticos. Il 31enne argentino però non è ancora disponibile per la prima gara della stagione: il 9 agosto a San Siro si presentano i Campioni di Croazia della Dinamo Zagabria per il terzo e ultimo turno preliminare di UEFA Champions League, il primo della storia del Milan. Che la coppa dalle grandi orecchie sia l’obiettivo di punta dei rossoneri, visto che la finale si giocherà a San Siro, lo si capisce sin dall’inizio. La panchina di Zaccheroni scotta già all’esordio stagionale a causa della brutta sconfitta in amichevole contro il Real Madrid per 5-1 e di tutta risposta l’allenatore sceglie di mandare in campo i fedelissimi: nel suo 3-4-3 giocano Costacurta, Chamot e Maldini davanti ad Abbiati; Gattuso, Ambrosini, Albertini e Serginho a centrocampo; Shevchenko, Leonardo e José Mari in avanti. Gli avversari rispondono con la miglior formazione possibile e diverse migliaia di tifosi al seguito: poche ore prima, il gruppo ultras dei Bad Blue Boys aveva creato scompiglio nel centro di Milano affrontando i poliziotti in Piazza Duomo. L’arbitro fischia l’inizio della sfida e gli ospiti, caricati dai loro sostenitori, cominciano meglio. Al minuto 19 il terzino sinistro Renato Pilipovic incorna da calcio d’angolo: è 0-1. La pioggia di fumogeni arrivati dal settore ospiti dopo il vantaggio della Dinamo sveglia i rossoneri, che non si fanno intimorire e dopo solo due minuti pareggiano da calcio piazzato con il Capocannoniere uscente del Campionato Italiano, Andriy Shevchenko. Dopo aver sfiorato il gol pochi secondi dopo il pareggio con Leonardo, il Milan chiude il primo tempo in parità. Il match riprende e il Diavolo inizia a scaldare i motori senza però riuscire a battere Butina. Per sbloccare la situazione serve la copia carbone di quanto successo al 21esimo: punizione dalla sinistra di Albertini, palla deviata e l’usignolo di Kiev, appollaiato sul secondo palo, deve solo spingere la palla del 2-1 in porta. A questo punto la Dinamo Zagabria si lascia andare e, con il terzo assist della sua partita, Demetrio Albertini regala una palla che il nuovo arrivato Comandini scaglia in porta dalla destra fulminando il portiere. Forti del 3-1 dell’andata, i rossoneri domineranno anche la partita di ritorno: a Zagabria finirà 0-3 grazie, di nuovo, ad una doppietta di Shevchenko.
Tolto il derby storico vinto con l’Inter per 6-0, la stagione 2000-2001 si rivelerà un mezzo disastro per il Milan: Berlusconi deciderà di esonerare Zaccheroni dopo l’eliminazione alla seconda fase a gironi di Champions League, ma la coppia Cesare Maldini-Mauro Tassotti non riuscirà a dare la scossa sperata. Anche a causa dei gravi infortuni occorsi praticamente all’intero centrocampo rossonero (Redondo, Albertini e Ambrosini), il Milan chiuderà il campionato al sesto posto mancando la qualificazione Champions.
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photocredits: acmilan.com