Verso Empoli-Milan: la perla di Kakà in una serata stregata
Ci siamo: dopo quasi un anno dall’ultima volta il Milan torna al Castellani e spera di non dover affrontare una sfida stregata, come successe il 6 dicembre del 2003. Le sfide tra Empoli e Milan nella storia della Serie A sono state spesso contraddistinte, appunto, da un fattore comune. Nei 32 confronti, molte volte i rossoneri si sono trovati di fronte a gare particolarmente complicate. Pali, traverse, super parate dei portieri hanno frenato in più occasioni le arringhe del Diavolo. Rischiava di apparire così anche il match dello scorso dicembre, quando sei minuti dopo la rete di Kessié arrivò il pareggio di Bajrami e quando, nella stessa sera, quell’1-4 che sembrava deciso, si riaprì con il rigore trasformato da Pinamonti. E non fa eccezione, infatti, nemmeno la partita di diciannove anni fa a cui stiamo facendo riferimento.

Contesto: la squadra di Carlo Ancelotti nel 2003/2004 si presenta ad Empoli alla dodicesima giornata da imbattuta e forte del primo posto in classifica. Si contano 8 vittorie e 3 pareggi fino a quel momento in Serie A nella memorabile annata che portò alla conquista del 17esimo Scudetto rossonero. Il modulo del Milan è il classico albero di Natale, con la difesa, comandata da Dida tra i pali, formata da Costacurta e Pancaro sulle fasce e Nesta e Maldini al centro. Il centrocampo è quello visto decine di volte: Gattuso, Pirlo e Seedorf. In attacco, invece, spazio alla fantasia di Rui Costa, Tomasson e Shevchenko.
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L’intero primo tempo lascia intendere che sarà una lunga serata per i tifosi milanisti, che vedono i propri attaccanti chiusi nella morsa della difesa schierata da Perotti. Il possesso palla è lento e sterile, la squadra sembra distratta e, forse, per colpa dell’appuntamento che sarebbe arrivato 8 giorni più tardi, a Yokohama, per la Coppa Intercontinentale. Tuttavia, i primi 45′ passano indenni per il Diavolo, nonostante i rischi e un’unica occasione nitida avuta da Shevchenko. Tutto solo in area, il bomber in maglia 7 calcia al volo un pallone che termina tra le braccia di Bucci. Al 38′, però, si crea un episodio che farà molto discutere nell’immediato post-gara. Di Natale, sugli sviluppi di un calcio di punizione, batte di destro sul primo palo, dove Dida arriva, para ma non trattiene il pallone, che finisce in rete. Su segnalazione dell’assistente Consolo, l’arbitro Racalbuto annulla perché Rocchi, muovendosi, partecipa attivamente all’azione. Sospiro di sollievo, fuorigioco.
Un altro mistero, però, si sviluppa anche nel secondo tempo. Questa volta i protagonisti sono i giocatori del Milan, che reclamano un calcio di rigore per un possibile fallo di mano di Buscé: negato. I rossoneri però appaiono più vivi al rientro dagli spogliatoi, si presentano più spesso in area ma il gol non vuole comunque arrivare. Un tiro a giro di “Sheva”, un gran destro di Seedorf deviato in angolo e più di mezzora trascorsa all’interno della metà campo dell’Empoli non bastano per vincere. La svolta arriva dalla panchina. Al minuto 74 Ancelotti richiama Pirlo e inserisce Kakà. Sei minuti più tardi sarà proprio Kakà a regalare la gioia (e i tre punti) ai rossoneri. Un’azione che sembrava come tante altre viene improvvisamente accelerata dal numero 22, che riceve palla da Seedorf, la porta avanti per alcuni metri e poi sorprende Bucci con un destro da lontanissimo. All’81’ il Milan spegne la maledizione: la gara non è più stregata e il popolo milanista è in festa. Allo stadio Castellani termina 0-1, la decide la perla di Kakà.
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