Torino-Milan 28/04/2007 – Quella volta che … Tiro di Seedorf, Abbiati non trattiene

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Torino-Milan 28/04/2007 – Quella volta che … Tiro di Seedorf, Abbiati non trattiene

Torino-Milan 28/04/2007

La storia tra Christian Abbiati e i colori rossoneri è una di quelle storie d’amore travagliate, fatta di passione e incomprensioni, in cui si continua a lasciarsi e riprendersi.

L’ultima esperienza da dirigente, durata solo un anno, è solo l’ultimo degli episodi di una telenovela sentimentale dalle tinte pastello, una di quelle che vanno in onda in tv mentre le pentole vanno in ebollizione e i soffritti sfrigolano.

Quelle in cui, tanto lo sai, che i protagonisti si metteranno insieme di nuovo, per poi lasciarsi, per poi riconciliarsi. Un carillon disarmonico e infinito.

Arriva al Milan dal Monza nel 1998, nei piani non sarebbe il titolare, ma Sebastiano Rossi decide di placcare al collo un avversario che ha la colpa di essersi avvicinato con troppo entusiasmo al portiere rossonero; che ha appena subito un gol su rigore.

Si sa, i portieri sono animali strani, vivono la partita in solitaria, spesso fermi, la tensione che si accumula può essere difficile da gestire. Come consiglio generico mi sentirei di dissuadervi dall’avvicinarvi troppo ad un portiere che ha appena preso gol.

Quindi, Seba Rossi deve scontare un’inevitabile lunga squalifica, al suo posto gioca, per la prima volta in maglia rossonera, Christian Abbiati da Abbiategrasso; un portiere agile e reattivo.

In quella stagione, come ricorderete, una sua parata a Perugia ci regala lo scudetto.

Resta titolare, a guardia della rete milanista, fino alla stagione 2002/03 quando, un portiere brasiliano arrivato senza fanfara, di nome Nelson con braccia e gambe lunghissime, gli toglie il posto da titolare. Anche in quella stagione, tuttavia, Christian riesce a ricavarsi il suo momento decisivo: mette il ginocchio destro sul tiro di Kallòn, in semifinale di Champions, e ci permette di arrivare alla finale di Manchester.

Abbiati però è negli anni migliori della sua carriera, è troppo forte e giovane per fare il secondo portiere (ruolo non facile, per il quale bisogna avere una misto di esperienza e fatalismo) viene mandato in prestito al Genoa con diritto di riscatto per tre mesi di precampionato, fino a quando il grifone viene retrocesso in C per illecito sportivo. Torna al Milan per caso, però la sera in cui si gioca il trofeo Berlusconi Kakà (inavvertitamente) provoca un serio infortunio a Buffon. Si decide di convertire Abbiati in “bigliettino di scuse” e di prestarlo alla Juve. Quell’anno, proprio nello scontro diretto, farà una parata di tacco che è una delle più assurde che mi sia capitato di vedere.

Con la Juve “vince” lo scudetto* che poi finirà nel frullatore di Calciopoli.

Il calciomercato successivo compie un triplo salto mortale per passare dalla Juve al Torino, via Milan.

L’anno dopo un altro prestito all’Atletico Madrid, e poi, finalmente, ritrova pace e serenità tra i suoi amati pali di San Siro. Rimanendo titolare dal 2009 al 2013, vincendo uno scudetto e una Supercoppa, rimane al Milan fino al 2016 con un ruolo sempre più marginale, prima in favore di Diego Lopez e poi di Donnarumma.

È arrivato ad un totale di 380 presenze in maglia rossonera.

Eppure quel pomeriggio di Aprile gioca contro il Milan, difende la porta del Torino e lotta per la salvezza. Per il Milan è una partita particolare, capita nel mezzo tra l’andata e il ritorno della semifinale di Champions contro il Manchester United. La formazione schierata, ovviamente, tiene conto di ciò.

 

In campo all’Olimpico di Torino scendono:

 

Torino: Abbiati; Balestri; Brevi; Franceschini; Comotto; Coco; Rosina; De Ascentis; Lazetic; Ardito; Stellone. All. De Biasi.

 

Milan: Dida; Cafù; Nesta; Favalli; Bonera; Pirlo; Ambrosini; Brocchi; Seedorf; Gilardino; Ronaldo.  All. Ancelotti.

 

Il momento che definisce la partita è al ventiseiesimo del primo tempo, Seedorf controlla sulla trequarti granata e lascia partire uno dei suoi tiri, uno di quelli di collo esterno che partono secchi e filano via veloci.

Christian si tuffa, la palla è diretta all’incrocio dei pali alla sua sinistra, forse non proprio all’incrocio… Abbiati è sorpreso, la parata inizia con una frazione di secondo di ritardo che fa la differenza, tocca ma non abbastanza. La sfera rotola ad accarezzare la rete, Seedorf esulta col suo sorriso migliore.

Abbiati è a terra, si lamenta con un suo difensore, a suo dire colpevole di aver coperto la  visuale della traiettoria. Si alza, raccoglie il pallone dalla rete.

Magari, dentro di se, ammette di aver sbagliato.

Magari, dentro di se pensa che se proprio doveva capitare… Meglio col Milan.

photocredits: repubblica.it

 

Rassegna Stampa

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