Fikayo Tomori, pilastro della difesa del Milan, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai microfoni del The Sun.

LE SUE DICHIARAZIONI
Sullo scudetto:
“Molte persone non credevano che ce l’avremmo fatta. Dimostrare alle persone che si sbagliavano e che eravamo una squadra forte è stato bellissimo”.
Sui festeggiamenti:
“Non ho mai visto nulla del genere prima, soprattutto con così tante persone: c’erano tre, quattro, cinque chilometri di tifosi, ci sono volute tre ore sull’autobus. Ovviamente ho visto i tifosi giù a Milano, ma vedere tutti i tifosi per le strade e per tutto il pomeriggio è stato pazzesco e non riesco a descriverlo. Mi sto divertendo e sono davvero felice”.
Sul suo arrivo al Milan:
“Quando sono arrivato lì, tutti sono stati molto disponibili e mi hanno aiutato ad ambientarmi. Questo mi ha aiutato ad adattarmi e a voler continuare a costruirmi e migliorarmi come giocatore”.
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Sulla lingua italiana:
“Ovviamente parlavano tutti italiano, quindi ero ansioso di impararlo per aiutarmi ad ambientarmi. Pensavo fosse davvero importante comunicare, ora per fortuna parliamo solo italiano. Non è perfetto e sto ancora imparando, ma fa parte dell’esperienza. Ovviamente sento molte parolacce! Parole diverse e lessico diverso. Molti giocatori mi hanno aiutato e alcuni di loro parlano inglese, il che è stato utile quando mi sono unito per la prima volta. Ma ora parliamo principalmente italiano, quindi va tutto bene”.
Su Pioli:
“Pioli prima di tutto mi ha aiutato nel modo in cui vuole che la squadra giochi. Anche individualmente e come squadra come vuole che difendiamo. Sotto questo aspetto ho imparato cose diverse”
Sull’arbitraggio:
“Per com’è questo campionato, gli arbitri fischiano molto di più, quindi non puoi tuffarti. Se fai un contrasto, devi vincerlo. Se sei aggressivo, devi affrontare adeguatamente. Rimani in piedi e assicurati di essere nella posizione giusta. Ho imparato di più e ho dovuto pensare al mio posizionamento”.
Su Maldini:
“Parlo spesso con Maldini, è a Milanello tutti i giorni. A volte mi chiede come stanno andando le cose e parla a noi difensori come collettivo”.
Sul trasferimento:
“Ero pronto a fare qualcosa di diverso. Ovviamente è il Milan, quindi ho pensato: ‘Quando vado?’ Ho sempre avuto l’idea di dove mi piacerebbe andare all’estero e vedere come sarebbe stato”.