Tomori: analisi tecnica e tattica del difensore classe ’97

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TOMORI – Nazionalità inglese, nato in Canada da genitori nigeriani, il nome completo è da meme, uno di quei doppi nomi talmente lunghi e complessi da risultare dei veri e propri scioglilingua. Ma Fikayo Tomori di professione fa il calciatore ed è questo che deve interessare, soprattutto dal suo ingresso in ottica Serie A.

Fikayo è un Blues nato, almeno dal punto di vista sportivo, tesserato nel 2005, il club ne detiene il cartellino da ben sedici anni, eppure ne ha 23. Nessuna stagione da vero e proprio titolare in Premier, dove esordisce nel maggio 2016 nella gara contro il Leicester campione.

La vera stagione che ne ha mostrato le capacità è stata quella al Derby County, dove il suo allenatore era già Frank Lampard, con più di 50 partite disputate fra coppe e Championship. Un’annata brillante e sorprendente tanto da permetterne la permanenza a Londra anche l’anno successivo, complice anche il blocco del mercato per il team di Abramovich.

Il centrale riesce a cogliere le opportunità che gli vengono date ad inizio stagione e si guadagna pian piano spazio, complici le prestazioni di alcuni compagni, vari infortuni e una crescente fiducia, che lo portano addirittura alla convocazione e all’esordio con la propria nazionale, quella dei Tre Leoni.

Ma come è accaduto per molte persone, il Covid cambia le carte in tavola e determina una perdita di spazio che arriva fino alla situazione attuale, dove nel campionato inglese ha disputato solamente una manciata di minuti nell’unica presenza, da subentrato.

I tifosi londinesi non sono particolarmente felici di questa situazione, hanno visto il potenziale del ragazzo e vorrebbero avesse più spazio ma l’arrivo di Thiago Silva in estate ne ha compromesso le residue possibilità, motivo per cui sia la società che il calciatore hanno pensato fosse idoneo cercare un’altra sistemazione.

Fikayo è un centrale molto fisico, 185 cm di aggressività, adatto ai ritmi e la mentalità del calcio inglese. Uno dei punti da verificare del suo rendimento è proprio questo, ossia l’adattamento ad un campionato differente come quello italiano.

La Premier League fa dell’intensità e del gioco maschio il proprio punto di forza ma lascia qualcosa alla tattica. Il numero 14 della formazione del nord di Londra ha una grande abilità nei contrasti a terra, meno in quelli aerei, dove deve ancora migliorare nel posizionamento in marcatura, che talvolta riesce a compensare con la propria veemenza, anche se sappiamo non essere esattamente la migliore delle caratteristiche di un difensore.

Il grande punto di forza di Tomori è la rapidità: è uno dei centrali più veloci del panorama europeo, capace pertanto, in caso di necessità, di ricoprire con efficacia anche il ruolo di terzino, grazie alla sua capacità di spingere e portare palla con grande fisicità.

Cosa può portare al Milan?

L’esplosività è una dote che permette di poter far fronte alla rapidità di alcuni avversari, recuperare davanti all’eventuale errore di posizionamento proprio o di un compagno, garantire superiorità in alcune fasi della partita.

L’inglese è in grado di proporsi anche in avanti, come mostra il banger da lui scagliato contro il Wolverhampton nell’unica rete della propria carriera nella massima serie inglese, una delle due da quando è diventato professionista.

Non è eleganza ma potenza. Non è classe ma aggressività.

Il calcio italiano e le sedute tattiche di Milanello possono creare un calciatore completo nel suo ruolo, oltre che utile già nel breve periodo per situazioni di uno contro uno oppure come quelle precedentemente elencate.

photocredits premierleague.com

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