Stéphane Dalmat è stato uno dei protagonisti dell’euroderby di semifinale Milan – Inter del 2003 con la maglia neroazzurra. Il doppio confronto di venti anni fa non andò bene per lui e la sua squadra e lo ha ricordato nell’intervista di oggi ai microfoni di TuttomercatoWeb. Qui un estratto dell’intervista.

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Stéphane Dalmat ha ricordato così a TuttomercatoWeb quelle due partite del 2003 tra Milan e Inter nell’arco di 6 giorni: “Ancora oggi ci penso: nel calcio di oggi, sarebbe andata diversamente, perché il gol fuori casa non conta più doppio. Non so come sarebbe finita, ma sono ancora arrabbiato per quella semifinale. L’anno prima, il 5 maggio, perdemmo lo scudetto all’ultima giornata: sembrava una maledizione”.
Dalmat non si è detto d’accordo con la tesi che in quelle due partite ci fosse più la paura di perdere che la voglia di vincere. Questo il suo pensiero: “Di sicuro, in molti pensavamo al 5 maggio 2002. Però, quando sei in semifinale, ti dici che hai la possibilità di andare in finale e ti carichi. Il Milan quell’anno era fortissimo, noi avevamo giocatori come Vieri infortunato, Crespo e Recoba che hanno giocato su una gamba: non avevamo la rosa al completo e in forma”.
L’ex Inter ha parlato anche del suo ex allenatore in quell’euroderby del 2003, Héctor Cúper: “Duro. Un allenatore che puntava tantissimo sul fisico, giocava 4-4-2 fisso e quando sei un giocatore di Cuper devi lavorare, correre, correre, correre sempre. Non gli piacevano i giocatori con fantasia: dovevi fare quello che lui ti chiedeva di fare”.
Dalmat ha così continuato il suo pensiero su Héctor Cúper: “È per questo che non è andata bene. Ma, senza fare paragoni, lo stesso con Ronaldo o Seedorf: lui preferiva giocatori come Di Biagio, Cristiano Zanetti, Guly, Conceiçao. Grandi giocatori, ma un po’ più soldatini”.
L’ex neroazzurro non si è sbilanciato sulla favorita dell’euroderby del 2023 tra Milan e Inter: “Cinquanta e cinquanta. Per me partono allo stesso livello: il Milan a volte gioca benissimo e lo stesso vale per l’Inter. Penso alle gare con Napoli, Porto, Benfica: la squadra di Inzaghi ha dimostrato di saper giocare le grandi partite. Il Milan, al netto dei dubbi sull’impiego di Leao nella gara di andata, ha 2-3 giocatori che possono essere decisivi con una giocata: ci sono anche Theo e Brahim Diaz. È l’unica cosa che può fare la differenza, l’Inter ne ha meno: l’unico che può far qualcosa del genere è Barella. E un Lukaku in forma potrebbe farlo: lo vedo meglio ultimamente, spero che si sia preparato per arrivare al top in semifinale”.
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