Stefano Pioli

Stefano Pioli – Il potenziatore!

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Stefano Pioli

Quando Stefano arrivò all’Inter, gli fu chiesto quale termine avrebbe preferito lo definisse come allenatore. Lui rispose: “il potenziatore”.

Terremo valido questo termine per qualche anno dopo, ossia il presente, che vede Pioli mister dell’altra squadra di Milano, quella storicamente più congeniale a uomini della sua classe.

L’operato di un coach può essere valutato sotto una pluralità di aspetti, ma ciò che permette di quantificare realmente il lavoro qualitativo di uno staff tecnico è dato dai numeri e la loro analisi, che sono la concretizzazione dell’operato.

20 ottobre 2019.

La prima gara di Pioli sulla panchina del Milan: il pareggio contro il Lecce.

Stefano è reduce da giorni in cui parte del tifo lo ha accolto in modo prevenuto, mentre altri hanno addirittura avviato il movimento #PioliOut, qualcosa di privo di senso per un professionista che ancora non aveva iniziato il suo percorso lavorativo.

I dati al suo arrivo sono impietosi per la formazione capitanata da Romagnoli, che si trova di poco sopra la zona retrocessione.

Pian piano i miglioramenti nel gioco e nell’attitudine, rispetto alle confusionarie prime giornate sotto la guida di Marco Giampaolo, si palesano sotto gli occhi di tutti, ma il calendario e le necessità di ambientamento di alcuni calciatori non aiutano ad inserire la marcia giusta, che porterebbe alle reti, all’aumento di assistenze, alla moltiplicazione dei punti e dell’efficienza difensiva.

20 ottobre 2020

AC Milan primo in classifica, fresco di vittoria del derby e con una striscia record di imbattibilità più aperta che mai.

La domanda è una sola: che diamine è successo negli 11 mesi precedenti?

Ve lo proviamo a spiegare in parole, cenni di tattica e numeri.

Il dopo Atalanta lascia pochi dubbi: bisogna cambiare atteggiamento, qualche giocatore, aggiungere esperienza e dare solidità.

Stefano Pioli lo sa e, nonostante le vicissitudini dirigenziali in atto e l’incombenza delle voci sul proprio sostituto a fine stagione, mette testa e cuore insieme al proprio staff per risolvere i problemi della formazione da lui allenata: urge un cambio tattico per meglio adattare i propri tesserati alle caratteristiche di ognuno, così come si avverte l’impellenza di avere più di un innesto di esperienza e carisma per equilibrare uno spogliatoio ed un aspetto tecnico mai parsi così fragili ed altalenanti.

L’enigma da risolvere sta nell’individuare la giusta figura in grado di prendersi la leadership sul terreno di gioco, un soggetto in grado di guidare qualitativamente e carismaticamente un gruppo sempre più in balia della propria giovane età e di difetti caratteriali evidenti.

Le terre di Odino portano le chiavi per aprire il forziere, ossia Zlatan da Malmoe e Simon da Horsens.

Al resto ci pensa l’entrenador….

L’arrivo di Ibra, unitamente al sincero e costante dialogo con i propri giocatori ed alle analisi dei match precedenti, porta il tecnico a cambiare sistema di gioco dopo la partita a reti bianche contro la Sampdoria dell’Epifania.

Si passa prima ad un 4-4-2 con lo svedese e Rafael Leão avanti, fino ad arrivare con una transizione naturale ad unire le caratteristiche di Çalhanoğlu al 4-2-3-1.

Franck Kessié passa da essere l’uomo del mistero a l’uomo del mister, da essere un pretoriano ad un senatore ed un “presidente”.

Dopo anni di alti e bassi, attraverso il confronto allenatore-giocatori, viene rilevato come il centrocampo a due sia l’ambiente ideale di lavoro sia per l’ivoriano che per Bennacer, miglior giocatore della Coppa d’Africa 2019 che non aveva ancora trovato la propria dimensione all’interno del mondo Milan: il duopolio africano in mezzo al campo diventa ben presto cosa certa, consolidata, indispensabile e piacevole alla vista.

Ad essi si uniscono le crescite di Calabria, Leão, Saelemaekers: calciatori stimolati mentalmente ed accompagnati alla crescita tecnica attraverso il lavoro consapevole di un allenatore capace di entrare prima di tutto nella testa dei giocatori, lasciandoli liberi di esprimersi non solo sul campo ma anche a livello verbale, con confronti nello spogliatoio e nell’ufficio che possano essere produttivi e finalizzati al miglioramento del singolo e del gruppo squadra.

25 ottobre 2021

Stefano Pioli supera le 100 partite sulla panchina del Milan.

Stefano Pioli è l’allenatore che ha riportato l’AC Milan in Champions League.

Pioli è il coach che ha riportato il Milan nei primi 2 posti dopo 9 anni, nei primi 3 dopo 8.

202 reti effettuate nelle prime 100 partite in rossonero.

Media punti di quasi 2 a partita.

72% di vittorie in trasferta.

25 marcatori diversi.

Miglior avvio di stagione di sempre dei rossoneri nelle prime 9 giornate.

Pioli è stato costruttore prima di diventare potenziatore.

Ha creato una struttura in equilibrio asimmetrico, con la zona sinistra maggiormente offensiva di quella di destra, seppure la prolificità della zona di destra sia in aumento.

Diverse armi, diverse idee, diverse soluzioni.

Il tecnico di Parma , dopo due anni di Diavolo, ha plasmato la sua creatura e continua a migliorare nel farlo, l’obiettivo finale è la vittoria di trofei.

26 novembre 2021

La storia continua e continuerà.

Due giorni dopo la sua prima storica vittoria in Champions League, due giorni dopo un altro traguardo storico del suo Milan, che espugna il Wanda Metropolitano, casa dei campioni di Spagna.

Stefano Pioli è riuscito a creare una squadra con propensione offensiva, sia nell’attitudine che nel modo di pensare, pur mantenendo un equilibrio strutturale non indifferente.

Questi numeri testimoniano la meticolosità del lavoro di un tecnico che è riuscito ad incastrare perfettamente le caratteristiche dei calciatori a disposizione, permettendo loro di rendere al meglio e di lavorare da squadra, per poter così attaccare l’avversario con consapevolezza ed un arsenale notevole a propria disposizione, mantenendo un’identità costante nel corso della partita ed un’intelligenza collettiva tale da comprendere, attraverso  lo studio delle partite precedenti, come comportarsi all’interno dei diversi momenti di gioco.

Un calcio verticale, fatto sì di pazienza e giro palla talvolta, ma soprattutto volto a giocare rivolti verso la porta avversaria, mentalizzati ad attaccare gli spazi con tempi ben chiari.

Pioli is on fire.

E lo sarà ancora la prossima stagione.

Leggi QUI le parole di Stefano Pioli subito dopo il rinnovo

photocredits acmilan.com

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