il 18/02/2022 alle 20:30

SPECIALE – Brexit dalla Premier: Tomori e gli altri casi

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La Serie A, tra i top 5 campionati europei, è indubbiamente il campionato più fisico e soprattutto più tattico. Tra gli anni 80 e i primissimi anni 2000 è stato uno dei tornei più seguiti in tutto il mondo. D’altronde la Lega pullulava di campionissimi, acquistati in giro per il mondo e resi immortali e iconici dalle vittorie di Milan, Inter e Juventus. Dalla metà degli anni 2000 in poi però, il calcio è cambiato radicalmente, andando ad abbracciare sempre più la componente di “entertainment”. La parte sportiva, che è sempre stata preponderante, ha iniziato sempre più a lasciare spazio alla parte “televisiva” e di intrattenimento, di prodotto, di tutto ciò che fa anche da contorno al risultato sportivo stesso. Questo fattore, oltre all’arrivo di grandi investitori esteri (incalzati probabilmente proprio da questa inversione di tendenza), ha spinto la Premier League sul tetto del mondo.

Ciononostante, nell’ultimissimo periodo, tanti giocatori giovani inglesi stanno lasciando l’Inghilterra. Il più celebre, in questo senso, è Jadon Sancho. L’attuale calciatore del Manchester United, cresciuto nelle giovanili del City, ha lasciato casa madre molto presto per approdare in Germania, tra le file del Borussia Dortmund. Dopo di lui tanti altri giovani inglesi hanno seguito le sue orme. L’esempio più chiaro lo abbiamo proprio al Milan con Fikayo Tomori, altro apripista per altri difensori inglesi in Serie A. Prima di lui fu Smalling a scegliere la Roma, ma se parliamo di giovani talenti in seguito a Tomori in Serie A sono arrivati Tuanzebe e Maitland-Niles. Questo discorso non vale naturalmente solo per la Serie A: tanti giovani ragazzi stanno lasciando quel paradiso terrestre (almeno economicamente parlando) chiamato Premier League per approdare in altri campionati Europei.

Il Commissario Tecnico dell’Inghilterra Southgate è estasiato da questo trend dell’ultimo periodo, essendosi spesso dichiarato a favore del cambiamento e delle nuove esperienze per i talenti inglesi. Tuttavia, per quel che riguarda il difensore centrale del Milan, le cose non sembrano così semplici in orbita nazionale, e lo stesso si potrebbe dire anche di alcuni suoi colleghi che hanno lasciato il Regno Unito.

In poche parole, la Premier League è il top a detta di molti, dal punto di vista economico, di intrattenimento e anche di risultati sportivi. Questo però non significa che esista solo la Premier League, e finalmente molti giocatori inglesi se ne stanno accorgendo.

A tal proposito, abbiamo avuto il piacere di parlare con due colleghi oltremanica, Charile Wyett di “The Sun” e John Cross di “The Mirror”. Oltre a mettere la lente d’ingrandimento su Fikayo Tomori, abbiamo anche parlato proprio di questo rapporto tra i giovani inglesi e l’estero, della percezione del campionato italiano in Inghilterra e della differenza tra il primo campionato al mondo e la Serie A. Di seguito le loro parole:

Fikayo Tomori ha lasciato l’Inghilterra per il Milan e ora sta conquistando tutti i tifosi ed è considerato uno dei migliori difensori del campionato. Si sta parlando di questa cosa in Inghilterra?

Wyett: Tomori è sicuramente un Top Player. Ha solo due presenze con l’Inghilterra e questo è sorprendente. Ma è molto considerato in Premier League e speriamo possa tornare presto.

Cross: Tomori è ben considerato ora in Inghilterra. Ma quando è andato via non aveva un bellissimo profilo e probabilmente non ha ancora la stessa considerazione che ha, ad esempio, Tammy Abraham. Le persone però stanno considerando tanto come sta giocando Tomori.

Nonostante le sue ottime prestazioni Tomori è stato convocato solamente una volta in nazionale. Come ti spieghi questa cosa? Pensi che sia dovuto al fatto che non giochi in Premier League?

Wyett: È strano che non abbia giocato di più per l’Inghilterra ma non deriva dal fatto che giochi nel Milan. Ben White dell’Arsenal sta avendo lo stesso tipo di problema. Stones e Maguire sono i difensori centrali dell’Inghilterra con Mings e Coady come sostituti. Tomori è più forte sia di Mings che di Coady ma Southgate è molto fedele ai suoi visti i risultati ottenuti a Euro2020. Probabilmente andrà con loro anche al Mondiale ma Tomori dovrebbe far parte della spedizione. Ciononostante, abbiamo l’impressione che Southgate non sia troppo convinto di lui.

Cross: Penso che Tomori non sia convocato perchè l’Inghilterra ha tanta qualità in quel reparto. È stato chiamato più di una volta, ma Maguire, Stones, Walker e Coady sono davanti a lui e l’Inghilterra ha appena raggiunto una finale Europea con loro. Dietro ci sono poi White, Webster e tanti altri. C’è tanta qualità. Però a Southgate piacciono tanto i giocatori che vanno giocare all’estero quindi Tomori è in questo quadro.

Molti giocatori giovani inglesi e della Premier League stanno scegliendo la Serie A per crescere e giocare in prestito. Da Tomori a Tuanzebe, passando per Maitland-Niles e l’anno scorso Diogo Dalot. Come ti spieghi questa tendenza?

Wyett: Il fatto che più giocatori inglesi stiano giocando in Serie A è una buona cosa. Nel passato solo giocatori già fatti e finiti lasciavano l’Inghilterra: David Platt, Gordon Cowans e Paul Ince hanno fatto bene. Altri invece come Ashely Cole sono stati imbarazzanti. Penso che oggi i giocatori inglesi stiano realizzando che c’è tanto altro oltre alla Premier League. Sfortunatamente però gli stipendi che possono percepire in Premier League sono molto più alti di quelli che le squadre di Serie A possono offrire.

Cross: I club italiani stanno seguendo il modello tedesco e vedono che molti giocatori inglesi non trovano spazio. In questo modo possono offrirgli opportunità e le trattative sono abbastanza economiche. I club sono più felici di vendere all’estero.

In passato i giocatori inglesi rarissimamente uscivano dai propri confini. Ora abbiamo gli esempi di Sancho, Madueke, Mavididi, e tanti altri. Anche qui, è cambiato qualcosa?

Wyett: Le cose stanno cambiando. i giocatori inglesi si stanno rendendo conto che possono crescere altrove e fare altre esperienze. L’Italia è un paese incredibile in cui vivere. i giocatori possono essere anche rispettati di più e giocare con più spazio in prima squadra. A Southgate piace tantissimo il fatto che tanti giocatori stanno andando a giocare all’estero.

Cross: I giocatori si stanno convincendo sempre di più a cambiare i loro punti di vista. Stanno espandendo i propri orizzonti. Sono sorpreso che non ci siano addirittura più giocatori a giocare fuori dall’Inghilterra.

Che percezione c’è in Inghilterra del campionato italiano?

Wyett: I tifosi inglesi amano la Serie A. Li riporta ai tempi di Gascoigne. È un peccato che non seguano tante partite ma è ancora popolare. La Serie A è considerata più debole perchè le squadre inglesi hanno giocato recentemente in Italia contro Milan, Napoli e Atalanta e hanno fatto bene. Il fatto che ci siano molti più giocatori ex Premier League in Serie A ha aumentato l’interesse.

Cross: L’impressione che si ha della Serie A è buona. Pensano che la qualità non sia alta come quella della Premier League, probabilmente a causa dei risultati in Europa. Però fin dagli anni 80 sono affascinati dalla Serie A. Adesso con l’arrivo di giocatori inglesi l’interesse è ancora maggiore.

Il giornalista del Mirror poi ci ha anche detto la sua sulle differenze tra la Premier League e la Serie A, e sul perché anche a livello economico ci sia questa forbice così ampia:

“La differenza la fa il valore. La Premier League è più popolare. I diritti TV dipendono dalla popolarità e dagli spettatori. Questo spiega un po’ tutto. Personalmente penso che la Premier League sia la migliore e abbia il miglior intrattenimento per il “drama” che offre. Ma il livello tecnico non è così alto. L’Inter ha giocato un’ottima partita contro il Liverpool, ma ad esempio la Juventus non è più al livello di quella di Conte o il primo Allegri. Penso che la Liga e la Bundesliga siano ampiamente seguite in Inghilterra, un po’ come lo era la Serie A.”

A corroborare questa tesi ci sono anche le parole di Stefano Pioli in conferenza stampa alla vigilia di Salernitana-Milan:

“La distanza c’è perché la differenza economica è ampia e quindi possono fare grandi investimenti. Le inglesi sono le più forti, ma le italiane stanno crescendo bene”

La differenza economica è enorme, evidente, molto molto ampia. Il dato più agghiacciante e preoccupante in questo senso è fornito dal bilancio sugli introiti dei Diritti TV dei Top 5 campionati europei. Nell’immagine seguente, è possibile anche solo visivamente capire la differenza gargantuesca tra le varie leghe.

 

 

La peggiore è la Ligue 1, con poco meno di 500 milioni, seguita dalla Serie A. La Bundesliga, che è terza, riceve praticamente il doppio rispetto al campionato italiano. Liga e Premier League giocano praticamente un campionato a parte, rispettivamente con 8 volte e 12 volte tanto rispetto al nostro campionato.

Oltre a questi dati, la Premier League è nettamente superiore anche in monte ingaggi e spese nelle finestre di mercato, distaccando pesantemente le inseguitrici.

Un testacoda economico e, per ora, anche sportivo. Tuttavia, la Serie A resta un campionato più che formativo, soprattutto per i giovani difensori, e anche i Club e i giocatori di Premier League se ne stanno accorgendo sempre di più.

Fonte dati: Football Benchmark

Leggi QUI le parole di Stefano Pioli in conferenza

 

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