Clarence Seedorf, ex centrocampista di Milan e Real Madrid, intervistato al Festival dello Sport ha trattato così numerosi temi legati al futuro, al Milan, ai suoi aneddoti sportivi:

Sui suoi progetti riguardanti il futuro
“Dare un contributo per un mondo migliore. Questo è il motivo per cui mi sveglio. Ho energia e vitalità per creare, combattere, viaggiare. Non lo faccio perché è tutto tranquillo. A volte si fa fatica. Come venire qui oggi, è stato bellissimo. Prendo energia dai momenti di condivisione. Però ciò che mi preme è vedere tra cinque o dieci anni uno dei miei progetti di grande impatto nel mondo. Poi parlare di che impatto ha avuto”.
Il messaggio per i Ministri dello Sport
“Di darsi una svegliata. Quasi tutti quelli con cui ho parlato credono nelle cose giuste. Hanno il problema di metterlo in pratica. Però a volte si tratta di forzare la mano per ciò che credi sia giusto per il Paese: è la verità, bisogna darsi una svegliata. Le persone hanno scelto quelle persone per quel ruolo, abbiamo bisogno di un ambiente diverso. Il mio progetto è su investimenti specifici e adeguare un sistema che è vecchio, investendo in infrastrutture e far sì che si possano utilizzare davvero. Sarà un bel confronto, ora bisogna pensare a progetti concreti. Sono stufo di parlare. Loro hanno il potere. Io sono stato fortunato, dobbiamo batterci per far vivere bene anche gli altri”.
Sulle talpe di Milanello che spifferavano le sue richieste
“Sicuramente mi ha danneggiato. Ciò che esce fuori sui giornali ha un effetto. Partendo da chi mi ha invitato, i giornalisti hanno responsabilità quando scrivono certe cose. A volte si prende troppo con leggerezza che effetto fa sulla persona. Io ho smesso di leggere i giornali, li facevo leggere ad altri. Però ti infuenza. Molti vedono i voti, ma ho capito che non mi faceva bene già in Olanda, parlano di te spesso in modo sbagliato. L’importante è che io so cosa ho fatto e lo sa l’allenatore. Quando si è parlato di un’email serale dopo la partita, che ho mandato a Tassotti, è perché io fresco dopo la partita mi facevo i miei appunti e inviavo tutto sulla settimana allo staff. Non solo a Tassotti. Così sanno già di cosa parleremo. Chiunque abbia un buon senso penserà che lavoro tanto, invece è stata criticata perché forse ho svegliato il mio assistente. Non è tanto l’informazione che disturba. Mi disturba quando non c’è vero giornalismo. Non puoi fare gossip se fai male alle persone. Ciò che c’è dietro i social media ora è brutto, bisogna rispettare le persone. C’è chi si ammazza per ciò che si scrive. Deve partire dal giornalismo per dare l’esempio“.
LEGGI QUI L’INTERVISTA COMPLETA DI MALDINI AL FESTIVAL DELLO SPORT
Se tornerebbe in panchina
“Mi sono chiesto perché non ho avuto altre occasioni in Italia, ho due figli nati qui. Non credo che sia un Paese razzista, ho sempre sostenuto questo e penso di aver capito com’è. Ci sono razzisti, ma non lo è. Se uno guarda a ciò che è successo ci sono poche basi per capire che chi è arrivato dopo di me al Milan ha trovato subito squadra e io neanche una proposta. Dopo vent’anni di Italia… Oppure mi dicevano che non volevano offendermi con una proposta. Fammela, poi decido io se offendermi o no. Non è solo in Italia, ovunque ci sono pochi allenatore di colore. La prima proposta seria l’ho avuta in Cina, l’ho presa perché mi piace viaggiare e faccio di ogni progetto una cosa importante. Però è deludente vedere che dopo l’esperienza al Milan in cui fai bene non ricevi una chiamata. Il calcio riflette la società. Ne faccio una missione di vita, creare eguaglianza e inclusione. Dovrebbe essere la forza della società. Ormai il mondo è connesso, non c’è più modo di tener fuori la gente. Ti trovi di fianco uno che non ti somiglia, ma che è più del tuo Paese di te stesso, sa di più… È stato un momento difficile, ne ero cosciente, ma non pensavo succedesse con me”.
Sull’esperienzaaal Milan da allenatore
“Non so chi me l’ha fatto fare, ma lo rifarei. Era casa mia in difficoltà. Dopo anni difficili. Berlusconi mi aveva detto che dovevo tornare da allenatore. Ero all’ abitativo a fare preparazione, ricevo la chiamata. Mi sentivo pronto per l’esperienza, avevo fatto tutto. Tornare a casa era bello”.
Su Atene e Istanbul
”Nel tennis giochi spesso contro gli stessi e quindi hai più issibilità di rivalsa. Ci sono momenti iconici, una fortuna ritrovare la stessa squadra in finale. Il rammarico dell’anno perso è perchè eravamo forti e abbiamo giocato meglio di quando abbiamo vinto. La cosa bella dello sport è che poi giochi subito. Per essere di nuovo titolare devi dimostrare di essere già pronto il giorno dopo. La sconfitta non si può portare avanti per mesi. Massimo un giorno. Il mondo dello sport ti insegna da piccolo a reagire subito, per questo è importante investire nello sport”.
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