SANDRO TONALI – Sandro Tonali. Solo Sandro. Non il diminutivo, o nomignolo, di Alessandro. Solo Sandro. Semplice, preciso, diretto, immediato. Proprio come lui in campo.
Chi segue i campionati giovanili o la Serie B, avrà sul suo personalissimo taccuino segnato il nome di Tonali da almeno un paio d’anni. Chi si occupa solo di campionati maggiori magari non l’ha nemmeno visto giocare. Ma ciò che è certo è che negli ultimi giorni tutti avranno sentito parlare di Sandro Tonali almeno una volta. È il primo millenial ad essere convocato nella Nazionale italiana. Mica male. Ma ancora meglio sono i numeri di questo ragazzo, 30 presenze e 3 gol in Serie B in poco meno di un anno, inteso come solare. Perché se è vero che il suo esordio arriva il 26 agosto 2017 contro l’Avellino, è dal 27 gennaio che entra stabilmente in prima squadra. E da quel momento non ci esce più. Per un semplice motivo: ha la personalità del veterano, accompagnata da una qualità non usuale per un ragazzo di 18 anni.
E allora i paragoni sono presto fatti, come al solito azzardando più del dovuto.
C’è stato un periodo in cui qualunque regista con un buon piede e una buona visione di gioco veniva paragonato ad Andrea Pirlo. Nessuno ovviamente con la minima possibilità di arrivare allo stesso livello. I più fortunati hanno girovagato in Italia e in Europa in squadre di medio alto livello, leggasi Luca Cigarini, i meno fortunati sono finiti “nell’oblio sportivo” delle categorie inferiori, risucchiati da un paragone troppo grande.
Poi è arrivato Marco Verratti a sparigliare le carte, sempre regista davanti alla difesa, ma più cattivo, meno intuizione, più recupero e geometria rapida. Da Pescara al Paris Saint Germain. Dalla Serie B alla Champions League. Il tutto senza venir paragonato a Pirlo. Si è pensato che per chiunque fosse facile il doppio salto dal giocarsi una promozione in Serie B a giocarsi un titolo o la corsa europea nel campionato maggiore. Stefano Sensi è la cartina tornasole del fatto che fare bene, o molto bene, in cadetteria non sempre è abbastanza. Dopo una grande stagione a Cesena c’è voluto più del previsto a Sassuolo prima di prendersi comando del centrocampo e convocazione in azzurro.
Ma adesso abbiamo Sandro Tonali. E per lui si è rispolverato l’ILLUSTRE paragone: Andrea Pirlo. Probabilmente uno dei migliori centrocampisti della storia italiana, sicuramente degli ultimi 20 anni. Avete presente quel senso di dejavu che arriva e non vi lascia? Ecco, ci siete dentro.
Simili, fin troppo, dentro e fuori dal campo. Nel fisico e nell’aspetto, con quel capello lungo che sembra sempre possa offuscarne la visuale. Ad ascoltare un’intervista di Sandro, sembra di risentire parlare Andrea. Una tranquillità non normale per un ragazzo appena maggiorenne. Serenità di pensiero che traduce in campo. Lì nella stessa zona che Carletto Mazzone costruì ad hoc per Andrea: davanti alla difesa. Entrambi a testa alta, entrambi con una visione verticale del calcio, entrambi con due piedi meravigliosi ed entrambi con esordio tra i professionisti con il Brescia, a 17 anni e 3 mesi (e 5 giorni Andrea, 18 Sandro).
Tonali dal ritiro della Nazionale ha detto di ispirarsi ad un altro grande centrocampista di quel Milan, squadra di cui è tifoso: Rino Gattuso. Per la cattiveria agonistica che metteva in campo.
In questo sono molto diversi Andrea e Sandro. Pirlo sembrava sempre giocare in punta di piedi, preferendo il fioretto, Tonali non ha paura invece di sporcarsi i pantaloncini e giocare anche di spada, proprio come Gattuso.
Le qualità ci sono tutte, di paragoni ce ne sono fin troppi. Non richiesti e non necessari. Non chiamatelo nuovo Pirlo, nè nuovo Verratti. Perchè poi di giocatori come Andrea ne nasce uno a generazione e di giocatori capaci di fare il doppio salto come Marco, forse giusto qualcuno in più. Gli altri rischiano di non reggere le aspettative e fare come Cigarini o Sensi, che ha ancora l’età dalla sua, che si portano dietro un’etichetta più grande di loro.
Lasciate che sia Sandro Tonali. Solo Sandro. Semplice, preciso, diretto e immediato. Come lui, come un suo filtrante o un suo lancio in profondità.
Matteo Vismara