Nelle ultime ore, le dichiarazioni del nuovo Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgabri hanno creato il panico: la situazione del nuovo stadio di Milan e Inter sta vivendo un momento dove è il caos a farle da padrona. Ma andiamo con ordine. Dopo le dichiarazioni di Sgarbi, il sindaco di Milano Beppe Sala nella giornata di ieri ha inviato una lettera direttamente al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, invitandola a fare luce sulla questione.

LETTERA SALA A MELONI
“Signor Presidente, mi rivolgo direttamente a Lei, confidando nella costruzione di rapporti istituzionali improntati a lealtà e chiarezza, per ricevere cortesi chiarimenti sulle deleghe che sono state assegnate al Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi. Il Sottosegretario Sgarbi, a poche ore dalla sua nomina, ha formulato pubblicamente affermazioni che reputo prive di fondamento giuridico. Mi riferisco in particolare a due temi. Il primo riguarda la preannunciata volontà di riportare nella sua posizione originaria (Sala degli Scarlioni del Castello Sforzesco) la Pietà Rondanini di Michelangelo, al momento esposta nell’ospedale spagnolo del Castello. Il secondo ha a che fare con le iniziative anticipate in ordine a possibili vincoli da imprimere allo Stadio Meazza. A proposito del Meazza, Sgarbi, in opposizione all’eventuale abbattimento dell’attuale stadio, avrebbe testualmente affermato: “Se dovesse servire un vincolo, lo metterò”. Si tratta di affermazioni che, in primis, non tengono conto di percorsi realizzati e assai apprezzati, come nel caso della esposizione della Pietà di Michelangelo, ovvero, per ciò che attiene allo Stadio, a complessi iter amministrativi che hanno già coinvolto più Enti. Ma soprattutto queste dichiarazioni appaiono esorbitare dalle competenze del Sottosegretario e sembrano piuttosto destinate ad alimentare confusione e disorientamento che certamente nuocciono al corretto esercizio dei poteri pubblici nell’interesse della collettività”.
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Poco dopo, le società Milan e Inter hanno ribadito la propria posizione, spalleggiando il sindaco Sala e confermando la volontà di restare a San Siro.
NOTA MILAN e INTER
“L’iniziativa del Sindaco chiarisce che tutti gli enti preposti si erano già pronunciati negli anni scorsi per procedere alla riqualificazione dell’intera area di San Siro e alla progettazione del nuovo stadio. Attendiamo la fine del dibattito pubblico per poi proseguire senza intoppi nell’iter in corso con la progettazione definitiva e con tempi certi per l’inizio dei lavori”.
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La risposta alla lettera del sindaco Sala da parte del nuovo Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi è arrivata in mattinata, con una lettera affidata alle colonne di Controcultura, inserto domenicale de Il Giornale.
SGARBI CONTRATTACCA
“Grave è il tentativo di intimidazione del sindaco di Milano Giuseppe Sala che, per impedirmi di dire la verità sul piano politico e sul piano dei miei compiti governativi, minaccia di «scrivere al Presidente del Consiglio per capire con esattezza quali sono le deleghe del sottosegretario Sgarbi», con il subdolo riferimento al fatto che i «vincoli» li mette la Soprintendenza. Incredibile caso di ignoranza perché, come tocca a lui sindaco, la politica indica gli atti di indirizzo e ha il dovere di segnalare agli uffici competenti irregolarità e omissioni. Dovrebbe bastargli, nella sua proterva volontà di impedirmi di dire quello che pensano molti milanesi e anche molti esponenti della sua maggioranza rispetto al progetto criminale di abbattere lo Stadio Meazza a San Siro. Perfino Berlusconi ha battuto un colpo e, a seguire, Massimo Mucchetti, autorevole esponente del Pd, Massimo Moratti e Bruno Tabacci che non sono di centrodestra. L’abbattimento dello Stadio Meazza è, oggettivamente, un crimine. Io non faccio «esternazioni», esprimo pensieri che rappresentano la condizione naturale delle funzioni ministeriali rispetto alla tutela e alla conservazione. Mia guida è la legge; e le mie denunce riguardano la soggezione di alcuni Soprintendenti alle proposte irricevibili del Comune, a partire dall’intervento simbolico di denuncia del processo distruttivo della memoria con la nuova e opportunistica collocazione della Pietà Rondanini, fondata sulla ignoranza. La ridicola pretesa, per isolarmi o azzittirmi, di chiedere al Presidente del Consiglio quali siano le mie deleghe è la prova della mancanza di rispetto non per il governo, ma per la legge, da parte del sindaco Sala che non credo otterrà una risposta né soddisfacente per lui né punitiva per me. Sala chiederà al Presidente del Consiglio, a libertà vigente per il diritto di opinione e responsabilità ministeriale (cosa c’entrano le deleghe?) nei confronti della legge, quali siano i confini delle competenze del vicepresidente della Camera? Faccia pure. Io gli ripeto: il Meazza non si tocca. E chiederò al nuovo Soprintendente di procedere in «autotutela» rispetto a posizioni assunte da deboli funzionari in precedenza”.
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E intanto, il sindaco di Sesto San Giovanni prova ad approfittarne: queste le sue parole alla Gazzetta dello Sport.
LE PAROLE DI ROBERTO DI STEFANO
“Qui, nel caso, saremmo pronti fin da subito. L’area è privata e il suo proprietario è d’accordo sulla cessione, l’amministrazione comunale è concorde. In altre parole: mancherebbero solo il via libera dei club. Nell’arco di 18 mesi potrebbe essere posata la prima pietra, mentre a San Siro non saprei. Sono aree già demolite e quasi del tutto bonificate. In altre parole, non c’è nulla da tirare giù, la superficie è già disponibile. Inoltre, trattandosi di un’area privata, non ci sarebbe bisogno di dibattito pubblico. Non trascurerei nemmeno le tempistiche: quando ci sono di mezzo i fondi, è un aspetto indispensabile in termini di capitalizzazione. Intorno allo stadio ci sarebbero 24 ettari di parco definiti nel piano urbanistico. Di quale metratura si parla a proposito dell’area del nuovo San Siro? Circa 130 mila metri quadri. Ecco, è un decimo dell’area che stiamo riqualificando noi. Si creerebbe un indotto di cui beneficerebbe anche Milano. E poi non ci sarebbero di mezzo concessioni a 90 anni e cose simili. Io ho fatto comprendere come Sesto sia da considerarsi area metropolitana milanese, – chiarisce sui dubbi logistici sollevatisi negli ultimi giorni – sulla quale si stanno rigenerando le aree dismesse più grandi d’Europa. Da qui con un quarto d’ora di metropolitana sei in Duomo o a Linate. Si tratterebbe di un riposizionamento nell’interesse dell’utenza e del servizio. Inoltre la viabilità registrerebbe miglioramenti anche sulla base della realizzazione della nuova Città della Salute. La visita di Cardinale è stata assolutamente positiva e ci riaggiorneremo in merito. Ha visionato l’area, assieme ai tecnici di MilanoSesto e del Milan. Ha voluto capire il potenziale dell’area, i servizi, che adesso stanno analizzando. Mi rendo conto che le variabili in gioco sono tante: noi siamo disponibili, ora la palla passi ai club che dovranno valutare tempi, costi e certezza degli investimenti. Io al posto loro avrei già deciso…”.
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