Dopo un’attesa lunga quasi due mesi, finalmente è tornata la Serie A. Ci lasciamo alle spalle un Mondiale in Qatar piuttosto dimenticabile nella sua totalità, ma che ci ha regalato una delle più emozionanti finali nella storia della manifestazione. Tanti i temi e le storie dietro a Qatar 2022, dalla consacrazione di Lionel Messi alla straordinaria favola Marocco. Difficile, però, sentirsi coinvolti come quando gioca la tua squadra del cuore, a maggior ragione con l’assenza dell’Italia da tifare e supportare. Dopo lunga attesa, però, siamo tornati a tifare.
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C’è chi è ripartito meglio e chi invece ha faticato maggiormente. Di certo il Milan appartiene alla prima categoria. La prestazione con cui i rossoneri si sono imposti a Salerno è stata maiuscola, forse une delle migliori di questa stagione. Gli aspetti da aggiustare non mancano, su tutti la finalizzazione delle occasioni create, ma sul piano del gioco il Milan non ha tradito. Al di fuori di ciò che si è visto, però, il match ha nascosto due dettagli che ai più potrebbero essere sfuggiti, uno molto positivo, l’altro un pochino più preoccupante. Partiamo dalle note dolenti. Olivier Giroud non ha giocato di certo la sua miglior partita in maglia Milan. Un po’ la sfortuna, un po’ un grande Ochoa gli hanno tolto la gioia del gol. Il francese, in ogni caso, è entrato in molte delle azioni pericolose dei rossoneri.
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L’aspetto più particolare, però, è stato il suo nervosismo. La sacrosanta ammonizione per proteste è arrivata dopo una reazione davvero eccessiva del centravanti, che anche in altri momenti è apparso ben poco sereno. La sconfitta in finale di Coppa del Mondo potrebbe aver lasciato qualche strascico, a lui forse più che ad altri. Personalmente, infatti, credo che Giroud non sia ancora riuscito a superare del tutto la brutta, bruttissima sostituzione del CT della Francia Deschamps proprio in quella partita. A nessun calciatore piace essere sostituito, figurarsi in una sfida di quella rilevanza, addirittura prima dell’intervallo. Un gesto rivedibile da parte dell’allenatore della Nazionale transalpina che potrebbe aver lasciato qualche scoria nella testa del centravanti del Milan. Per guarire c’è una sola medicina: il gol… sperando che arrivi il più presto possibile.
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L’altro aspetto da sottolineare, decisamente più positivo, è il gesto di Brahim Diaz. La rete di Leao è stata molto particolare. Invenzione di Tonali, dribbling sul portiere in uscita e tiro non facile da posizione defilata e con il piede debole. Come logico, il pallone non era potentissimo, seppur palesemente destinato ad insaccarsi in rete. Su quel pallone stava andando a tutta velocità proprio Brahim Diaz. Nel preciso momento in cui si è reso conto che quel tiro sarebbe entrato in porta, lo spagnolo ha visibilmente rallentato la sua corsa ed ha alzato le braccia. Diaz, che ha dimostrato a più riprese nel corso del match quanto avesse voglia di entrare nel tabellino dei marcatori, ha resistito alla tentazione di rubare il gol al compagno di squadra. Un gesto che può sembrare banale, ma che dimostra il rispetto, l’unità e lo spirito di squadra che si respira in questo Milan.
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