Il consiglio per il nuovo Milan di Stefano Pioli arriva direttamente da Arrigo Sacchi, leggenda del club sempre legato ai colori rossoneri
Il compito più difficile della stagione 2023/2024 per il Milan ce l’avrà molto probabilmente Stefano Pioli, rimasto “da solo” dopo l’allontanamento di Paolo Maldini e Frederic Massara e dopo l’addio di Zlatan Ibrahimovic. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex allenatore rossonero Arrigo Sacchi ha provato a dare un consiglio a Stefano Pioli alla luce sia dell’attuale sessione di calciomercato del Milan (tra acquisti e cessioni) che di quello che ha fatto vedere due anni fa, quando da outsider ha vinto uno scudetto che in pochi si aspettavano.

Loftus-Cheek, Tonali e… gli italiani: Arrigo Sacchi sul calciomercato del Milan
Dai rumors di calciomercato, Arrigo Sacchi si è fatto le idee chiare su quello che dovrebbe fare il Milan di Stefano Pioli quest’estate. Per avere successo senza spendere molto servono “idee chiare per il gioco”, ma anche puntare… su più giocatori italiani.
Arrigo Sacchi sul calciomercato del Milan
«Sono sincero: Loftus-Cheek lo conosco poco, magari mi impressionerà e lo spero, però per quello che ho visto non è un giocatore che mi ha incantato. Ma sento troppi nomi stranieri accostati al Milan. Mi permetto di dare un consiglio: prendete degli italiani, fidatevi di quello che vi dico. Gli stranieri hanno sempre difficoltà di ambientamento in Italia, soltanto i miei tre olandesi si sono trovati subito a meraviglia. Bisogna sempre mettere in conto che ci vuole tempo per aspettare i giocatori che vengono dall’estero. Questione Tonali: a quelle cifre come si fa a dire di no? E poi anche il giocatore, che si è visto fare una proposta d’ingaggio pari al doppio o forse di più di quello che percepiva, probabilmente ha manifestato il desiderio di andare via. E’ umano. Centrocampo da rifare? Proprio così, e il centrocampo, di norma, è il settore più importante di una squadra perché deve tenere legati la difesa e l’attacco. Non sarà un compito semplice, quello dei dirigenti rossoneri, perché al mercato girano prezzi astronomici. Il Milan, se vuole avere successo senza spendere molto, ha una sola strada: idee chiare per il gioco. Grazie al gioco, e non alle individualità, il Milan ha vinto lo scudetto l’anno scorso e il Napoli quest’anno. Soltanto il gioco può rimediare alla differenza di potenza finanziaria che esiste con gli altri club. Si tratta quindi di sapere che cosa si vuole fare e di scegliere le persone adatte».
Le «persone adatte», dentro e fuori dal campo
«Persone affidabili. Che abbiano l’etica del collettivo e l’etica del lavoro. Devono essere adatti a fare squadra, cosa particolarmente complicata nel nostro Paese dove ognuno va per suo conto. Quindi Pioli deve dare indicazioni precise su chi desidera, valutando prima gli uomini, prima le loro teste e poi i loro piedi. Lo dico sempre: i piedi si accomodano, le teste no. Per fare scelte di questo genere si deve avere una visione completa del panorama, bisogna conoscere bene i giocatori e saperli valutare dal punto di vista umano. E se qualcuno non ha la testa a posto, però è bravo? Lo si manda via. Non si deve avere paura di privarsi di qualcuno se questo non è in linea con il progetto. Pioli deve prendere giocatori che siano funzionali alla sua idea di calcio. Se vuole fare un calcio di ritmo e di velocità, servono giocatori veloci. E attenzione a quei giocatori che, magari, si sentono già arrivati perché indossano la maglia del Milan e pensano di essere al traguardo».
Arrigo Sacchi su Stefano Pioli
Alla fine della sua intervista a Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi si concentra sulla figura di Stefano Pioli e sui nuovi compiti che avrà al Milan con l’addio di Paolo Maldini e Frederic Massara.
Pioli, senza Maldini, avrà maggiori responsabilità.
«E’ un ragazzo intelligente e sa a che cosa va incontro. Rischia, e lui lo sa. Gli americani non aspettano se non vedono i risultati. Però lui è un bravo allenatore e lo ha dimostrato soprattutto nella stagione dello scudetto. Mi auguro che sia sempre più stratega e sempre meno tattico. Qualche volta, in particolare nell’ultimo campionato, ha agito da tattico. Invece, se vuole arrivare lontano, deve avere una chiara idee di gioco e proporla ai giocatori fino a far sì che essi la accettino. Squadra corta, molto corta, distanze minime tra i reparti, pressing, possesso-palla, passaggi rasoterra. Questo sì che sarebbe uno stile europeo. Difficile ottenere tutto ciò dopo una rivoluzione? Il rischio è alla base di ogni impresa. La rivoluzione non è semplice, ma si può perseguire questa strada. Io, quando arrivai al Parma, confermai soltanto tre giocatori su ventitrè. Avevamo una squadra giovane, partimmo in testa e finimmo in testa».
Il calendario non aiuta il Milan: cinque scontri diretti nelle prime dieci giornate.
«Significa che Pioli dovrà partire forte e per farlo dovrà avere la massima disponibilità da parte dei giocatori. Ecco perché è ancora più importante scegliere gli uomini giusti. Se non c’è grande qualità, ci devono essere senso di appartenenza, motivazioni incredibili e un temperamento che vada al di là della normalità».
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