il 11/08/2023 alle 08:09

Sacchi: “Milan, Okafor è un po’ poco! È necessario che…”

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Le risposte di Arrigo Sacchi dopo l’analisi del reparto attaccanti del Milan sono chiare: che centravanti serve a Stefano Pioli? Noah Okafor è l’uomo giusto?

In un editoriale sulle colonne della Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi torna a parlare del Milan e lo fa concentrandosi sulla figura del centravanti. Per la stagione alle porte, il Milan ha in questo momento un pacchetto di attaccanti composto da Olivier Giroud, dal nuovo arrivato Noah Okafor dal Salisburgo e da Lorenzo Colombo, alla prima, vera stagione con la maglia rossonera dopo i prestiti tra Cremonese, SPAL e Lecce. Che centravanti serve al gioco di Stefano Pioli? Noah Okafor è l’uomo giusto? L’analisi di Arrigo Sacchi sulla situazione in attacco del Milan.

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Arrigo Sacchi sui centravanti in Serie A

L’incipit dell’editoriale di Arrigo Sacchi sul centravanti di Milan e Inter è una panoramica sul ruolo dell’attaccante e su quanto in questo momento conta per competere sia in Serie A che soprattutto in Champions League.

“L’argomento «centravanti» è sicuramente il più gettonato dell’estate. Se ne parla sotto gli ombrelloni, tra una nuotata e l’altra, durante una gita sui sentieri di montagna: i tifosi, che non staccano mai la spina, discutono del tema con la consueta passione e si domandano se il giocatore appena acquistato, o quello inseguito, sia perfetto per la loro squadra, se abbia le qualità giuste, se davvero farà la differenza. Guardando il panorama bisogna ammettere che il Napoli, avendo il presidente De Laurentiis confermato Osimhen poiché ha un contratto e non è dunque sul mercato, per quanto riguarda questo ruolo parte in pole-position. Altrettanto non si può dire per il Milan e per l’Inter, entrambe ancora alla ricerca dell’elemento che possa completare il gruppo. I nerazzurri hanno chiesto Arnautovic al Bologna, i rossoneri, al momento, hanno soltanto Okafor come riserva di Giroud. Si dirà: un po’ poco per due club che ambiscono a inseguire lo scudetto e vogliono essere protagonisti in Champions League. Ma qui bisogna fare un’analisi approfondita e spiegare, una volta per tutte, che il centravanti è importante, anzi importantissimo, a patto che ci sia una squadra con un gioco in grado di rifornirlo. Sennò là davanti possiamo anche metterci il più bravo del mondo, ma non risolveremo nulla”.

Killer o manovratore?

Arrigo Sacchi delinea due tipi di attaccanti diversi, utilizzando come esempio due grandissimi campioni del suo vecchio Milan.

“Innanzitutto è necessario capire che tipo di centravanti serve all’allenatore. Un killer, spietato in area di rigore e con il gol nel sangue, oppure un giocatore più manovriero che ama partecipare alla costruzione dell’azione e dialogare con i compagni? O forse serve uno bravo di testa perché si ha intenzione di mettere tanti cross nell’area avversaria? Questa scelta, che spetta principalmente all’allenatore, è fondamentale. Al Milan io avevo Van Basten che era un fenomeno e nel suo dna era sia un killer sia un manovratore, e poi avevo Virdis che era soprattutto un killer, però grazie al suo lavoro, alla sua volontà e al suo impegno è migliorato tantissimo ed è riuscito pure a fare un gol in un derby rubando il pallone in pressing”.

Sacchi su Okafor, il nuovo acquisto del Milan che potrebbe fare il vice Giroud

Arriva sul finale l’analisi del nuovo acquisto del Milan per l’attacco, Noah Okafor: per Arrigo Sacchi è l’uomo giusto per sostituire Olivier Giroud?

“[…] Diversa la situazione del Milan, perché diverso è il modo in cui Pioli sta impostando la squadra. I rossoneri, perlomeno in questo inizio di stagione, stanno privilegiando il 4-3-3. Quindi, due ali e un centravanti. Okafor ha nello spunto in rapidità il suo pezzo migliore, svaria bene sulle fasce, è un attaccante di movimento. Completamente differente da Giroud, tanto per intenderci. Se dovrà prendere il posto del francese, è logico, il Milan dovrà variare il modo di servire la prima punta. Ma io non trascurerei il giovane Colombo. L’ho seguito nello scorso campionato al Lecce, secondo me si muove bene, ha prestanza fisica, buona tecnica ed è adatto a giocare in mezzo a due ali che scodellano in mezzo all’area palloni per lui. Però, anche in questo caso, è necessario che tutta la squadra lo sostenga, alimentando di continuo la manovra, con un pressing costante e offensivo. Vedete che, alla fine, si parla sempre di collettivo e non soltanto di un individuo (il centravanti in questo caso) perché il calcio, nonostante molti se ne dimentichino, è uno sport che si pratica in undici, dove tutti devono contribuire alla riuscita dell’impresa”.

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