Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha commentato il mercato delle big e dato un consiglio al Milan per la prossima stagione.

Sacchi, l’Inter con Lukaku fa un bel salto di qualità. È d’accordo?
«D’accordissimo. Lukaku è un giocatore che sposta gli equilibri. Lo ha già fatto quando i nerazzurri hanno vinto lo scudetto, perché non dovrebbe riuscirci di nuovo?».
Che cosa le piace di Lukaku?
«È un poderoso, ha forza fisica, difende benissimo il pallone e sa attaccare gli spazi».
Difetti?
«Pochi, pochissimi, anche se io sono convinto che tutti possiamo sempre migliorare. Ecco, Lukaku dovrebbe essere più partecipe in fase difensiva e magari, per essere ancora più decisivo, ricevere il pallone più vicino all’area avversaria. Ma nell’uno contro uno è micidiale: non lo fermi mai».
Il suo ritorno lancia l’Inter in pole-position per lo scudetto?
«È certamente la squadra con gli elementi di maggiore qualità, però abbiamo visto che il Milan l’ha superata grazie allo spirito di gruppo e all’entusiasmo. Il ritorno di Lukaku è importante prima di tutto perché lo desiderava il giocatore dopo un’annata non particolarmente felice. Lui è una persona seria, è ancora abbastanza giovane, ha energie da spendere e l’Inter potrà giovarsi parecchio di questo amico ritrovato».
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Però non ci sarà più Perisic.
«Verissimo, e Perisic nello scorso campionato è stato devastante. Ma hanno preso Gosens: giocatore formidabile, se ha superato il grave infortunio, micidiale anche sotto porta. Diverso da Perisic, però utile allo stesso modo. E io vi confesso che, se possibile, terrei anche Dzeko: è un attaccante con caratteristiche differenti da quelle di Lukaku e Lautaro e può aiutare in certe partite».
Il Milan, che fa una politica di mercato completamente diversa, ha puntato su Origi. Che ne pensa?
«Il Milan ha dimostrato che il collettivo è sempre vincente sul singolo. Il miglior acquisto per i rossoneri è riuscire ad avere quella motivazione e quello spirito di squadra che hanno consentito loro di conquistare lo scudetto. Devono essere bravi a superare la precarietà del successo e a porsi dei traguardi per migliorare. Gioco, stile e collettivo: queste sono le tre parole-chiave per il Milan, al di là dell’acquisto di Origi o di altri».
In cosa devono migliorare?
«Pioli è bravissimo e ha fatto passi enormi verso un calcio di strategia. Deve mettere da parte ancora qualche tatticismo e poi perfezionare il pressing, il possesso e i movimenti senza palla. Se riusciranno, ci sarà da divertirsi anche quest’anno».
La Juve è sempre in attesa di Di Maria, e poi ha Vlahovic e ci sarà il ritorno di Chiesa.
«La Juve è la classica squadra italiana basata sulla tattica e sulle qualità dei singoli. Il gioco loro lo affidano al singolo, e per questa ragione credo che, pensando al calcio del futuro, i bianconeri siano un po’ indietro. Però, dopo un’annata non positiva, sono certo che ritroveranno quello spirito battagliero che li ha sempre caratterizzati. Sono forti fisicamente e hanno uomini di alta qualità che possono aiutare a raggiungere il risultato».
Di Maria s’inserisce bene nei meccanismi?
«È un campione, con grande esperienza internazionale. A livello offensivo la Juve continuerà ad affidarsi alle invenzioni dei singoli e dunque più ce ne sono e per loro meglio è. Le grandi squadre europee, tuttavia, e penso soprattutto a City, Liverpool, Chelsea, Real Madrid, non badano così tanto ai tatticismi. Anzi: non ne fanno. Tengono ritmi alti, pressano, corrono. Questa è la strada da seguire».
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