Intervistato in esclusiva su Sportweek, Arrigo Sacchi ha parlato della stagione del Milan, dell’Italia e del prossimo campionato.
Eroici sono stati i milanisti di Pioli. Concorda?
“Che capolavoro hanno fatto! Qui in riviera romagnola ci sono tanti tifosi rossoneri e sono tutti entusiasti perché il Milan ha fatto davvero qualcosa di grande: hanno speso poco, hanno rispettato i bilanci, hanno lanciato i giovani, hanno convinto la gente con il gioco e hanno conquistato lo scudetto contro squadre che sulla carta erano più forti. Che cosa pretendere di più?”.
Da milanista acquisito, quale lei è ad honorem, avrà gioito parecchio.
“Io gioisco quando vedo la bellezza, l’organizzazione, quando una squadra si muove in sincronia, quando i giocatori dimostrano spirito di sacrificio: allora sì che sono davvero contento. Non sempre, ma per gran parte della stagione il Milan mi ha soddisfatto. Adesso deve cercare di fare un salto di qualità e diventare competitivo anche in Europa”.
Il suo Milan, creatura che ha incantato il mondo, nacque proprio qui, in Romagna. Ricorda?
“Tutto quello che ho fatto nella mia vita e nella mia carriera ha le radici in Romagna. Le radici sono una cosa importante, da difendere e da proteggere. Il mio Milan è nato qui, è vero, l’ho immaginato guardando il mare davanti a Milano Marittima, anche se a dir la verità avevo poco tempo per perdermi in riflessioni perché c’era tanto da lavorare. Ma tutto, ripeto tutto, quello che sono è figlio di questa terra. Che, mi concedo una breve divagazione, andrebbe maggiormente valorizzata e invece spesso, per questioni di campanile, ci si fa la guerra l’uno contro l’altro e così non si va da nessuna parte. Milano Marittima è sempre stata un’oasi di pace per la gente che veniva dal cemento delle città, ma adesso si è un po’ persa questa diversità. Va riconquistata a tutti i costi, perché è ciò che rende questo posto un ‘unicum’ nella riviera”.
LEGGI QUI ANCHE -SERGINHO: “MILAN, ECCO IL NOME PERFETTO COME NUMERO 10”-
Al prossimo Mondiale, invece, l’Italia non ci andrà.
“Paghiamo errori commessi nel passato. Meno male che abbiamo vinto l’Europeo, successo per il quale dobbiamo fare un monumento al c.t. Mancini e ai suoi ragazzi. Ma in generale il calcio italiano è vecchio, senza stile, ancora prigioniero del ‘primo non prenderle’. Vorrei vedere più coraggio, più ritmo, più velocità, più pressing… Vorrei cha la nostra Serie A fosse come la Premier… Vorrei che le squadre avessero una strategia e non si basassero soltanto sulla tattica… Vorrei, vorrei, vorrei… Qui in Italia, invece, si pensa a comprare il campione, o presunto tale, e così si risolvono i problemi. Siamo ancora figli dell’uomo solo al comando. Ma nel calcio non funziona. Dico sempre: uno per uno fa uno, ma uno per undici fa undici. Il calcio è uno sport collettivo e offensivo, così l’hanno pensato i padri fondatori, e noi lo interpretiamo come sport individuale e difensivo. Secondo voi siamo sulla strada giusta?”.
Che campionato si aspetta?
“Mi auguro che sia combattuto, avvincente e che regali emozioni. E mi auguro che lo vinca il migliore, con pieno merito, com’è accaduto quest’anno. Spero che la gente, quella che va allo stadio e quella che guarda il calcio in televisione, possa finalmente divertirsi. Abbiamo bisogno di un po’ di svago, in questo presente che regala soltanto preoccupazioni”.
Scarica QUI la nostra app per dispositivi Android. Rimani sempre aggiornato sulla tua squadra del cuore!
Scarica QUI la nostra app per dispositivi IOS. Rimani sempre aggiornato sulla tua squadra del cuore!