Spalletti, la Nazionale, la sfida scudetto con Inter e Milan e le difficoltà delle romane: i pensieri di Walter Sabatini
Nel pomeriggio di ieri, domenica 10 settembre, l’ex DS Walter Sabatini è intervenuto ai microfoni di TMW Radio per dire la sua sui temi principali della settimana: la Nazionale di Spalletti, alle prese col dentro-fuori con l’Ucraina, la corsa scudetto con Inter, Milan e Napoli e le difficoltà in Serie A delle due romane.

Spalletti e la Nazionale
“Ora c’è una drammatizzazione del risultato, ma Spalletti ha fatto una scelta mai intrapresa prima, ossia conferire la fascia ad Immobile, che lo ha ripagato con il goal. Personalmente odio le gare delle nazionali che si giocando dopo due o tre turni di campionato, perché i calciatori non possono avere una condizione accettabile. Non mi accanirei troppo sul risultato proprio per questo. Con l’Ucraina è una partita di vitale importanza. Ieri ho guardato l’Ucraina giocare e li ho visti molto bene, facendomi una grande impressione. Hanno giocato con forza e determinazione, perciò andranno affrontati con tutte le attenzioni possibili. Negli altri paesi e nelle altre nazionali però vedo giocare tanti ragazzini, mentre noi drammatizziamo tutto e dovremmo essere più sereni”.
“Locatelli nella posizione di play? E’ uno specialista in quel ruolo, ma anche lui ha bisogno di trovare tempi e modi nel campionato. La scelta di Cristante è stata una scelta condivisibile. Ho avuto la fortuna di aver lavorato con tanti allenatori; lavorare con Capello è stato molto stimolante. Spalletti però è il più completo perché è un genio del calcio, oltre che nella comunicazione. Gli auguro il meglio per lui e per la Nazionale. A volte gli allenatori diventano i primi nemici delle società. I tecnici sono un ingranaggio di un club, che spinge un carro pesante. Per i club è fondamentale avere un allenatore che collabori in tutto e per tutto”.
Napoli, Inter, Milan: le parole di Sabatini
“Rudi Garcia ha ereditato una squadra scientifica, che giocava un calcio armonico e fatto di sintonie. Lui però sa gestire le soluzioni complesse e per questo se la caverà. L’Inter in questo momento è la vera squadra da battere, più del Milan, che invece ha preso dei buoni giocatori, inseriti in un contesto già esistente. La regina del calciomercato? Non vedo una regina del mercato, ma bensì tante squadre che hanno lavorato bene e che stanno preparando un grande campionato. Gli amanti del calcio quest’anno si divertiranno perché in tanti sono competitivi”.
Lazio e Roma
“Quando nella Lazio si accendono i giocatori di talento sono guai per tutti. Sarri ha dato una solidità alla squadra, ma se si accendono i Felipe Anderson e Luis Alberto, oltre a Ciro Immobile, la Lazio diventa una squadra competitiva. Lo sarà sicuramente per la Champions League, come tutte i club metropolitani. Guendouzi ha un impatto incredibile sulla partita; è dotato di fisicità, di capacità di contrasto e ha una discreta trasmissione di palla. Kamada invece è molto giapponese, di estrema affidabilità e di inserimento. A Roma discutere Mourinho mi sembra un esercizio non sottoscrivibile. Bisogna lavorare con abnegazione ed euforia. Serve che i giocatori abbiano voglia di mettersi in gioco. L’allenatore deve spingere il giocatore a dare il meglio, anche perché i calciatori hanno bisogno di fiducia. La dieci a Dybala? La dieci a nessuno, quel numero è di Francesco Totti”.
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