il 22/10/2022 alle 09:55

Ronaldo: “Ancelotti? La persona migliore mai esistita nel calcio”

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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex Milan e Inter Ronaldo ha parlato di Serie A, calcio moderno e del Mondiale in Qatar.

Ronaldo

Oggi dirige due club, il Valladolid in Liga e il Cruzeiro in Brasile, come vive la cosa?
“Malissimo! Sono nervoso, teso, è durissima vedere le partite dal palco. Sono stato giocatore e le cose in campo mi sembrano più facili di quanto non siano in realtà. E quando vedo che i giocatori sbagliano da una parte mi dà fastidio e dall’altra mi fa star male per loro”.

Ha avuto grandi professori…
“I migliori, una scuola di grandissimo livello. Parto dall’ultimo, Andres Sanchez del Corinthians, oggi mio grande amico, rivoluzionò il club. E torno a uno dei primi, José Luis Nuñez al Barcellona, col quale non mi sono trovato bene: sono stato un solo anno ed è servito per farmi capire come non bisogna fare le cose. Avevo firmato il rinnovo e dopo 5 giorni ha cambiato idea e l’ha stracciato, per quello sono venuto all’Inter. Dove ho trovato Massimo Moratti. Con lui ho avuto un rapporto umano incredibile, incredibile. È stata una delle persone più importanti della mia vita. Come ci trattava, come ci parlava, come ci curava, come si preoccupava per noi. Sono stato molto bene anche con Florentino Perez: ha avviato l’era moderna del calcio, con i ‘Galacticos’ e lo sviluppo dell’area commerciale fino ad allora mai sfruttata. Ha iniziato a monetizzare l’immagine dei giocatori”.

E Berlusconi?
“Sono stato poco al Milan, però conservo grandi aneddoti: veniva nello spogliatoio a dirci come dovevamo tirare i calci d’angolo. Erano un po’ di partite che non segnavamo su corner e veniva lui a farci vedere come andavano tirati. Ancelotti, un maestro incredibile che sapeva sempre tutto, ci faceva ascoltare. Diceva ‘Sì, sì, sì’. Poi, quando usciva Berlusconi: ‘Torniamo alle nostre cose’. Ho imparato da tutti i miei presidenti, come fare e come non fare le cose”.

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Parliamo del calcio italiano attuale.
“Guardo con attenzione la Serie A e anche la Serie B, perché sono un malato di calcio ma soprattutto perché con l’Italia ho una relazione speciale. Il momento è complicato ma credo che non tutti i mali vengano per nuocere. Il fatto che l’Italia non si sia qualificata per i Mondiali per due volte consecutive genera un dibattito su cosa bisogna fare per migliorare la situazione, e credo che ora tutti abbiano ben chiaro in testa ciò che bisogna fare per ripartire. Il campionato deve migliorare e per farlo devono esserci maggiori introiti, i club devono guadagnare di più. Bisogna investire sui giovani e nel calcio di base, cercare più talento locale e trovare un equilibrio tra italiani e stranieri, che ci sono sempre stati. La Serie A per anni è stato il miglior campionato del mondo e sapete come fare le cose, non è che il tempo si sia fermato. È vero che l’industria calcio è migliorata tanto in tutto il mondo, però l’Italia ha la qualità migliore: la passione. La gente è innamorata del calcio e questa è la cosa più importante e più difficile da trovare in una nazione. Ora vedo che ci sono tanti investitori stranieri. È vero che Juventus, Milan e Inter hanno difficoltà economiche ma credo che in Italia ci sia un potenziale incredibile, e penso che le cose possano migliorare rapidamente: chi investe in Italia oggi prende i club a un prezzo eccezionale e il loro valore crescerà tantissimo”.

Manca meno di un mese al Mondiale. Il Sud America non vince da quando lo fece lei, nel 2002.
“Vedo benissimo il Brasile, è super favorito. Perché il Brasile è sempre favorito e perché Tite ha a disposizione grandi talenti. Però i Mondiali vanno vinti e il favoritismo a priori non ti dà nulla. Il dominio europeo in questi 20 anni lo spiego così: le vostre nazionali non solo vincono, ma giocano bene. Un calcio dinamico, aggressivo, con interpreti forti, veloci e ordinati tatticamente che giocano e segnano alla brasiliana. L’Europa vive un momento di ‘futebol-arte’. Penso a Francia, Spagna, Italia, sì anche l’Italia perché ha vinto l’Europeo. E guardando al Mondiale i tedeschi ci sono sempre, e c’è tanta aspettativa per gli inglesi che hanno fatto anche loro un Europeo spettacolare. Per il Sudamerica c’è l’Argentina che non perde da 35 partite: ci aspetta un Mondiale molto divertente”.

Già che siamo, Messi o Maradona?
“Risposta difficile e ingiusta. Diciamo che c’è un gruppo molto molto speciale dove ci sono Diego, Leo, Cruijff, Beckenbauer, Pelé, Van Basten, Ronaldinho. E mi ci metto pure io. Poi che discutano nei bar. Non si può fare una classifica con queste leggende, è impossibile paragonare generazioni tanto diverse”.

Tra i nomi che ha fatto molti sono finiti ad allenare. E lei?
“No, no, no. Io quella tappa l’ho saltata, mi sono comprato direttamente le squadre. Però non interferisco nelle scelte dell’allenatore eh? L’idea della panchina non mi ha mai attratto. Zero. L’idea di fare l’allenatore mi uccide ed è sempre stato così. Perché hai la stessa routine di quando giocavi, ma almeno fai quello che devi fare e finisce lì. Come allenatore invece devi gestire 25 persone, giovani, ‘cabrones’ che non vogliono fare altro che fotterti. No, impensabile. Però ammiro moltissimo la categoria, gli allenatori sono innamorati del calcio e sono nati per sopportare cose che io non potrò mai digerire”.

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Le piacerebbe vedere un allenatore straniero al Brasile se Tite andasse via? Si era parlato di Guardiola.
“Eccome se mi piacerebbe, sarei entusiasta. Penso che un europeo, uno come Pep o come Ancelotti, potrebbe far qualcosa d’incredibile per la nazionale e per l’industria del calcio brasiliano, potrebbe cambiare la storia del nostro calcio per i prossimi cent’anni”.

Ha citato Ancelotti già due volte.
“Carlo per me è, e con grande distacco, la persona migliore mai esistita nel mondo del calcio. È un amico per tutti, non solo per me. Tutti gli vogliono bene, e poi come allenatore è incredibile, per qualità, visione, capacità di capire i giocatori. Si merita tutto quello che ha vinto per professionalità e carattere”.

E già che abbiamo parlato di Guardiola, cosa pensa un 9 come lei del ‘falso nueve’?
“Non ci ho mai creduto. È un modo bruttissimo di definire un attaccante, perché un 9 è un 9. Pep ha parlato tanto di questa cosa, diceva che giocava senza un 9 ma aveva sempre 3-4 giocatori che arrivavano in area. È solo un’altra forma di attaccare. E poi ora anche lui si è innamorato di un 9! Io credo che le cose siano sempre migliori con un 9 che senza di lui”.

Mbappé è l’attaccante che le assomiglia di più?
“Sì, è quello più vicino a me. Conclude molto bene, salta bene il portiere, cosa che oggi si fa molto meno di prima. L’altro giorno mi hanno mandato una statistica: ho fatto più di 90 gol saltando il portiere”.

Restando in attacco, Tite ha un potenziale mostruoso.
“Sì, e vediamo cosa sceglie. Vinicius dev’essere titolare, perché lo sarebbe in qualsiasi squadra del mondo. A destra Raphinha sta facendo benissimo ma c’è Rodrygo che come Vinicius sarebbe titolare in qualsiasi nazionale. E poi Neymar, che se sta bene come ora è fortissimo. E ancora Gabriel Jesus, che è tornato a giocare molto bene con l’Arsenal, e Richarlison che è una garanzia di gol E Antony. Vedremo, Tite avrà problemi, sarà difficile scegliere. E vediamo anche se partirà in modo più conservatore con Paquetà, Fred e Casemiro. Sinceramente non so”.

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