il 27/02/2021 alle 11:58

Roma-Milan 11/01/09 – L’esordio di Beckham e il talento cristallino di Pato

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ROMA-MILAN

ROMA MILAN

Ammettiamolo se storicamente le gite a Roma non sono mai state particolarmente semplici, ultimamente sono diventate ancora più complicate.

Negli ultimi quindici anni il Milan ha espugnato l’Olimpico giallorosso solo due volte, l’ultima esattamente tre anni fa (0-2 con i goal di Cutrone e Calabria). Ciò non significa, però, che anche nelle altre occasioni non ci siano state prodezze degne di essere citate. Per questo motivo, in vista della sfida di domenica sera, non ricordiamo una vittoria, ma il 2-2 dell’11 gennaio 2009, quello dell’esordio di Beckham in maglia rossonera e dello straordinario goal di Alexandre Pato.

Siamo al penultimo turno di un girone di andata che, dopo un’iniziale incertezza, ha visto l’Inter prendere la testa della classifica all’undicesima giornata per non lasciarla più, con la Juventus capace di avvicinarsi solo nelle prime partite del girone di ritorno, prima della fuga solitaria dei nerazzurri.

La sfida con la Roma di Spalletti arriva dopo la sosta invernale, con i rossoneri terzi, ma già distanti nove punti dai cugini (che, però, il giorno precedente hanno pareggiato in casa con il Cagliari) e i giallorossi settimi (in rimonta, ma sconfitti prima di Natale a Catania).

Il Milan ha appena terminato il ritiro a Dubai, accogliendo in rosa David Beckham, il cui prestito oneroso dai Los Angeles Galaxy era già stato ufficializzato il 30 ottobre.

Il talento inglese per alcuni è solo un’operazione di marketing, ma le statistiche di questa sua prima avventura italiana dicono qualcosa di diverso. Beckham, al di là dell’innegabile professionalità, dimostra di essere ancora il campione ammirato a Manchester e Madrid e con il suo prodigioso destro esalta il talento offensivo dei compagni, terminando la sua stagione con 2 reti e 6 assist in 18 presenze.

Prima della partita con la Roma, però, Ancelotti fa un po’ di pretattica e afferma che David non è pronto per giocare dall’inizio e che potrà fare al massimo uno spezzone di gara. Da qui la sorpresa all’annuncio delle formazioni: non solo Beckham scende in campo dal primo minuto, ma Carletto opta per l’undici iniziale forse più offensivo e talentuoso di tutta la sua gestione.

A una Roma priva dell’infortunato Francesco Totti, il Milan risponde con Abbiati in porta, Zambrotta e Jankulovski esterni di difesa, Maldini e Favalli centrali (con Nesta a Miami per recuperare dopo i problemi alla schiena). Considerata l’assenza di Gattuso, il tecnico rossonero non sceglie di sostituirlo con Flamini o Ambrosini, ma getta nella mischia Beckham, che, quindi, forma un centrocampo a tre insieme a Pirlo e Seedorf, a supporto di un attacco tutto brasiliano composto da Kaká e Ronaldinho dietro all’unica punta Pato. Un Milan a sei stelle.

L’abbraccio iniziale tra i due tecnici è particolarmente significativo e anche ironico, perché le voci su un possibile approdo di Ancelotti sulla panchina della società capitolina si fanno insistenti (e lo stesso Carletto non ha mai negato la volontà di allenare prima o poi la squadra con cui ha vinto i suoi primi trofei da giocatore).

La partita è lenta e anche se il Milan con il palleggio dei suoi fuoriclasse riesce a condurla, fa fatica a rendersi pericoloso e si espone al contropiede della Roma, in particolare alle discese di Riise, che approfitta della condizione non ancora ottimale di Beckham.

L’inglese, comunque, che non gioca una partita ufficiale da due mesi e mezzo, non sfigura, dosa sapientemente le energie e disputa una buona gara. La Roma, però, al 22esimo minuto, trova il vantaggio grazie a Mirko Vučinić, che raccoglie un traversone apparentemente innocuo del laterale norvegese, salta con grande facilità Jankulovski e trafigge Abbiati. Il montenegrino sembra avere un conto aperto con il Milan, considerato che già nelle due sfide precedenti era riuscito a trovare la rete e che lo farà anche in maglia bianconera, risultando per due volte decisivo nelle sfide di Coppa Italia.

I ragazzi di Ancelotti cercano di reagire, ma nell’unica vera occasione del primo tempo Mexès anticipa Pato, mentre la Roma per due volte, in contropiede, spreca la possibilità di raddoppiare.

Nella ripresa Jankulovski si fa perdonare l’errore in marcatura e da una sua bella sortita offensiva nasce l’azione del pareggio. Dopo tre minuti l’esterno nato a Ostrava riesce a incunearsi nella difesa romanista e a servire Kaká: la palla, in realtà è un po’ lunga, ma Ricky la raccoglie prima che si perda sul fondo, salta facilmente Cassetti e deposita un velenoso rasoterra nell’area piccola della Roma. Lo stesso Jankulovski, che ha proseguito la sua corsa attaccando la porta avversaria, sfiora la palla ingannando il portiere Doni, che si blocca e può solo osservare la sfera rotolare verso Pato, il quale, indisturbato, insacca.

La Roma accusa il colpo, mentre il Milan affonda ancora e questa volta il giovane attaccante verdeoro realizza una di quelle reti, che ancora oggi fanno luccicare gli occhi dei tifosi milanisti, sia per la bellezza del goal, sia per l’incredibile potenziale sprecato.

Dopo un fallo conquistato da Beckham all’interno della propria area, che evidenzia l’abnegazione dell’inglese in questa sua prima presenza ufficiale, è ancora Jankulovski a fare partire l’azione, prima raccogliendo un passaggio in orizzontale di Pirlo, quindi trovando Ronaldinho in mezzo al campo.

Dinho compie uno di quei gesti tecnici che gli hanno permesso di ricevere gli applausi del Santiago Bernabeu con la maglia blaugrana: con una finta di corpo riesce a eludere l’intervento di Cassetti, tocco di destro per Pato, che punta Mexès e con un’accelerazione impressionante brucia il difensore francese.

Il brasiliano, però, è partito dalla fascia sinistra e questo lo ha portato a presentarsi davanti a Doni in una posizione defilata. Il portiere azzarda l’uscita e Pato lo batte con un meraviglioso tocco, un delicato pallonetto che si insacca vicino al palo opposto. Uno dei suoi goal più belli in maglia rossonera.

Il giovane attaccante, in quel momento, non è neppure ventenne, ha esordito in Serie A solo nel gennaio dell’anno precedente e il capolavoro con cui ha appena portato in vantaggio il Milan è già il suo diciassettesimo goal nel nostro campionato e questa è la sua seconda doppietta consecutiva. 

Il Milan continua a spingere e serve un intervento provvidenziale di Juan per arginare uno straripante Kaká, che una settimana dopo sarà protagonista della mancata cessione al Manchester City, rinviata solo di pochi mesi, ma in direzione Madrid.

Ancelotti, intorno alla metà del secondo tempo, decide di interrompere l’esperimento delle sei stelle e toglie Ronaldinho per inserire Ambrosini, ma non passa neppure un minuto che, dopo un’azione confusa, Vučinić si lancia di testa  per colpire un pallone a mezza altezza poco fuori dall’area piccola. Il diagonale dell’attaccante montenegrino non è potente, ma l’azione è stata talmente caotica (e il giocatore romanista così abile) che Abbiati non riesce neppure ad abbozzare un intervento e la Roma pareggia.

Non ci saranno altre grandi occasioni, fatta eccezione per una percussione del solito Kaká e un potente tiro dalla distanza di Aquilani. Rimane solo il tempo per la sostituzione di Beckham, che a un minuto dal termine lascia il posto a Flamini, e poi la partita termina con un pareggio che scontenta entrambe. 

Una serata forse non memorabile per il risultato, ma comunque da ricordare per l’esordio con la nostra maglia di un grande protagonista del calcio europeo e per quel progetto di campione, che ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca, ma che ci ha anche regalato momenti splendidi, come quei sette esaltanti secondi che intercorrono tra il momento in cui raccoglie il passaggio di Ronaldinho e quello in cui deposita il pallone in rete.

Joel Da Canal 

photocredits acmilan.com

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