Roma-Milan – Reduce dalla pesante sconfitta in Conference League sul campo dei norvegesi del Bodø/Glimt (che aveva fatto esplodere Mourinho), la Roma si rimette in carreggiata espugnando Cagliari e proponendosi alla sfida col Milan da quarta in classifica, a nove punti di distanza dai rossoneri.
Alla guida dei giallorossi da questa estate, José Mourinho si presenta per la prima volta in carriera davanti ad un progetto di ricostruzione, nel quale non viene chiesto lui di vincere subito.
Una situazione però non sempre percepita dall’ambiente, che sembra invece ritenere come il solo arrivo del portoghese sia garanzia sufficiente (e obbligatoria) per il raggiungimento di un posto nella prossima Champions.
Al netto dei pronostici sul piazzamento finale dei giallorossi con Mou in panchina, la squadra che si prepara a ricevere il Milan è formazione che applica il 4-2-3-1 come sistema base, modulandolo a seconda delle due fasi di gioco.
In fase difensiva la Roma tende a difendere con un blocco medio volto a chiudere i canali centrali del campo per indirizzare il possesso avversario sugli esterni, dove far partire poi la pressione.
In questo senso lo schieramento capitolino assume la forma di un 4-4-2 con Pellegrini che va ad affiancare Abraham sulla prima linea difensiva.
Questo 4-4-2 è fortemente orientato in zona palla, col rischio di lasciare scoperto il lato debole. In generale comunque, all’interno di questi principi di gioco, Mourinho e il suo staff studiano delle contromisure in funzione dell’avversario di turno.
Così, contro un Milan che tende a riempire la zona di rifinitura, è presumibile ritenere che la Roma cerchi in qualche modo di riproporre l’atteggiamento difensivo assunto nella partita col Napoli, andando cioè ad utilizzare gli esterni (Zaniolo e Mkhitaryan in quel caso) più stretti proprio per avere il controllo della zona fra le proprie linee di difesa e centrocampo.
Per quanto riguarda invece la fase d’attacco, la Roma cerca di sfruttare le qualità dei suoi trequartisti (in particolare il già citato Pellegrini) nella rifinitura e nell’attacco alla linea, situazione quest’ultima dove è pericoloso anche Abraham.
La squadra di Mourinho utilizza il possesso (53.6% di media) per disordinare la fase difensiva avversaria e non è quindi strano trovarla al quarto posto nella classifica delle compagini della massima serie per numero di azioni offensive con dieci o più passaggi (128).
Nelle ultime cinque giornate di campionato è aumentata la produzione offensiva della Roma, come dimostrano i dati relativi all’Indice di Pericolosità Offensiva (IPO) di Sics che collocano i giallorossi al secondo posto (dietro l’Inter) con un dato di 60.5.
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