I tifosi del Milan, ormai, hanno imparato a conoscere anche vicende che poco o nulla c’entrano con il calcio giocato. Dopo i due passaggi recenti di proprietà, negli scorsi mesi si sono ritrovati di fronte al terzo.

L’ultima questione legata a RedBird, nuovo proprietario di maggioranza del club, è la diatriba legale con Blue Skye. Nelle scorse settimane il socio di minoranza del fondo Elliott ha ottenuto il via libera per ottenere documenti al fine di portare avanti la propria causa nei confronti del fondo americano, in Lussemburgo. Il contesto, come anticipato, è quello della cessione della maggioranza del Milan da parte di Elliott a RedBird Capital, società fondata da Gerry Cardinale nel 2014 e con la quale il fondo statunitense ha raggiunto un accordo, sulla base di una valutazione da 1,2 miliardi di euro per il club rossonero.
Poi, si legge: “Ma dopo aver prima tentato di diventare un co-investitore nell’operazione, e poi di interromperla per mesi dietro le quinte, Blue Skye ha ora intentato due azioni in Lussemburgo nei confronti di più di una dozzina di imputati, con le quali chiede l’annullamento dell’operazione”. Inoltre: “Blue Skye ha depositato questa domanda ai sensi della sezione 1782 del titolo 28 del codice degli Stati Uniti, chiedendo il permesso di notificare una citazione all’acquirente RedBird, al quale cerca di imporre un obbligo immediato e permanente di produrre ogni singolo documento relativo alla transazione, poche settimane prima della chiusura prevista, presumibilmente ‘per l’utilizzo’ nella causa in Lussemburgo”.
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Arriva poi l’accusa da parte di Redbird: “Che la vera intenzione di Blue Skye non sia quella di ottenere documenti che la aiutino a stabilire le sue pretese in Lussemburgo, ma di interrompere e aumentare i costi della transazione in modo che possa estrarre più valore di quello cui ha diritto in base alla sua quota, è evidente per una serie di ragioni”.
Secondo RedBird, infatti, la sua figura “è praticamente irrilevante per le affermazioni nelle cause in Lussemburgo, che ruotano attorno a presunte violazioni dei contratti di Blue Skye con le affiliate di Elliott, le posseggono collettivamente il 99,93% del Milan. In Lussemburgo, Blue Skye afferma che i venditori hanno intrapreso azioni in violazione di uno di questi contratti, ma RedBird non aveva obblighi contrattuali nei confronti di Blue Skye e non ha conoscenza diretta dei contratti di Blue Skye con i venditori o di altri potenziali acquirenti”.
In sostanza, “qualsiasi documentazione di cui Blue Skye abbia effettivamente bisogno per stabilire le sue pretese può essere ottenuta dalle parti delle cause lussemburghesi, che includono Elliott, con cui RedBird ha negoziato. […] Sono queste entità e individui che avranno informazioni sulle presunte violazioni contrattuali e altre offerte per l’acquisto del club e Blue Skye”.
“Al contrario, è improbabile che RedBird sia in possesso di documenti rilevanti, e certamente non di quelli che non potrebbero essere ottenuti dalle parti presenti. È evidente che la vera motivazione di Blue Skye per l’utilizzo della sezione 1782 non è perché RedBird abbia documenti rilevanti per le sue cause che non possono essere ottenuti in Lussemburgo, ma perché la Sezione 1782 è il modo più conveniente per colpire ora. Questa Corte non dovrebbe accettare questo uso tattico della Sezione 1782”.
RedBird conclude inoltre che eventuali “obblighi di raccolta, ricerca, revisione e registrazione richiederebbero settimane o mesi per essere rispettati con spese significative. Questo onere non è giustificato data l’ampiezza delle citazioni in giudizio, la rilevanza marginale dei documenti richiesti e il fatto che i documenti pertinenti possono essere ottenuti in Lussemburgo. Per questo motivo, se a Blue Skye è consentito ottenere documenti, RedBird dovrebbe essere sollevata dalle tasse e dai costi per conformarsi”.
“Tale spostamento dei costi è qui giustificato, dato l’incredibile onere che RedBird deve affrontare nel tentativo di soddisfare le ampie richieste di Blue Skye, che secondo le stime di un fornitore di documenti rispettabile ed esperto costerebbero oltre 1,7 milioni di dollari”, conclude il fondo.
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