il 31/03/2022 alle 22:55

Rebic, il carburAnte per il finale di stagione

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Ci siamo. Dopo il weekend di pausa il Milan tornerà in campo per il rush finale scudetto: 49 giorni, 8 partite e tanta fatica da fare per raggiungere un traguardo tanto possibile quanto insperato dopo i catastrofici mesi di novembre e dicembre. È con la vittoria di Napoli che l’ambiente ha cominciato a rendersi conto di essere pronto per giocarsela: dopo il gol di Giroud, 2 dei 10 ostacoli posizionati sui 110 metri che separano i rossoneri dal 19esimo tricolore sono già stati superati, Empoli e Cagliari. Sfiorati, ma superati: nella corsa a ostacoli non importa di quanto superi la barriera (anzi, bisogna mantenersi quasi radenti ad essa), conta superarla e basta.

Anche lo scorso anno, per Ante Rebic,  i 110 ad ostacoli che separavano il suo Milan dal ritorno in Champions League sono iniziati dopo una partita giocata contro il Napoli, in quel caso però persa a San Siro con un gol di Politano e un’espulsione subita da Rebic stesso. Ante, da freddo calcolatore qual è, ha sfruttato la successiva giornata di squalifica per posizionarsi in maniera perfetta sui blocchi di partenza e scattare prima di tutti gli altri. Dopo aver sbattuto contro il primo ostacolo blucerchiato, il croato ha ingranato la quinta: gol a Parma, gol a Genova e Milan al secondo posto in classifica. La troppa confidenza però ha giocato un brutto scherzo, facendo inciampare i rossoneri e Ante prima con l’ostacolo Sassuolo e poi con quello della Lazio. Ci ha pensato lo stesso Rebic a far riprendere ritmo alla squadra: alla vittoria con il Benevento è seguito un altro gol del croato, che ha permesso alla squadra di Pioli di superare l’ostacolo più alto, quello della Juventus, diretta concorrente per un posto Champions. Sulle ali dell’entusiasmo, Rebic salta l’ostacolo Torino con una tripletta (e un assist) e nonostante il grande spavento con un Cagliari già salvo, riesce a tagliare con il suo Milan il traguardo prima di Atalanta e della stessa Juventus.

Tutto questo (forse inutile) preambolo metaforico è servito semplicemente per dire che Ante Rebic è uno specialista dei finali di stagione. Nel suo primo anno in rossonero, il croato è stato colui che forse ha contribuito maggiormente a livello di numeri alla rinascita di un Milan che con Giampaolo aveva rivisto nuovamente il baratro. Con Pioli, nel girone di ritorno Rebic ha segnato 8 gol e ha fatto 3 assist, saltando solo l’ultima di campionato a causa di una squalifica. Nella stagione successiva (2020-2021), i 110 ostacoli di cui sopra, nonostante le 17 partite saltate per infortunio (tra tutte le competizioni) Ante ha trascinato il Milan in Champions League dopo 7 anni.

Quest’anno, in un finale di stagione che a differenza di quelli passati vede il Milan davanti a tutti, la squadra (che fatica a concretizzare) ha ancora più bisogno di Ante Rebic: il croato deve ritrovarsi per aiutare i compagni a raggiungere l’obiettivo. Perché quello che abbiamo visto nel 2022 è anni luce distante dal freddo calcolatore visto nelle prime due annate in rossonero. Qualche penna l’ha definito Dr Ante e Mr Rebic, rendendo perfettamente l’idea di quello che è stato il suo rendimento finora. Forse anche complice l’infortunio alla caviglia prima e la lesione al bicipite femorale poi (che lo hanno tenuto lontano dal campo per 15 partite), ma anche l’esplosione totale del suo compagno di reparto Rafael Leao, Mr Rebic non si è ancora visto. Nonostante il gol a Salerno, utile al Milan per acciuffare un punto che ha comunque avuto il sapore di beffa, da quando è tornato dopo l’infortunio muscolare il croato non ha mai giocato più di mezz’ora di partita: scelte sbagliate, tiri forzati e una perenne testa bassa hanno cominciato ad irritare anche i suoi sostenitori più fedeli.

Stefano Pioli, però, lo continua a difendere, sostenendo che non abbia ancora trovato la condizione adatta dopo lo stop forzato. Sono passati però due mesi e mezzo dal suo ritorno in campo (Venezia-Milan 0-3, 9 gennaio 2022), e la scusa dell’infortunio sembra non reggere più. Nonostante tutto, a Cagliari è arrivato il secondo segnale positivo di Ante, che è entrato bene a partita in corso convincendo la Gazzetta dello Sport dopo diverse bocciature a premiarlo con un 6.5: “Entra col piglio giusto e si mette al servizio dei compagni ricamando in velocità a ridosso dell’area. Per una notte mette in ombra Leão“.

Ora, il mister ha avuto diversi giorni a Milanello per lavorare più a fondo con lui, sfruttando il fatto che tanti membri della rosa sono stati impegnati con le loro nazionali. E la risposta è stata buona: Ante si è allenato bene, talmente bene da arrivare a giocarsi una maglia da titolare con Leao per la sfida di lunedì sera contro il Bologna: non succede dal 13 gennaio, dal match di Coppa Italia vinto ai tempi supplementari contro l’allora Genoa di Shevchenko. Lì era ancora in versione Dr Ante: adesso quello che serve a Pioli, alla squadra, alla società e ai tifosi per saltare gli ultimi 8 ostacoli della stagione ed alzare lo scudetto dopo 11 anni di distanza dall’ultimo è Mr Rebic.

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photocredits: acmilan.com

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