Durante la puntata di oggi del Talk di Radio Rossonera, abbiamo ospitato Arianna Ravelli del Corriere della Sera. Con la giornalista abbiamo parlato delle parole di Paolo Maldini, del futuro di Ivan Gazidis e del nuovo stadio.

Un tuo commento all’intervista rilasciata da Maldini alla Gazzetta dello Sport: “E’ stato un po’ un terremoto, che ha suscitato qualche malumore. Si sta tentando, giustamente, di non ingigantire e mantenere il clima di festa. Ha fatto naturalmente molto discutere. Se mi chiedete come la penso io, credo che Maldini abbia delle legittime preoccupazioni, che sia mosso dalla buona fede di volere il bene del Milan. Però, secondo me, era meglio non farlo pubblicamente, ma parlare internamente e chiedere le rassicurazioni che ha tutto il diritto di chiedere, in privato. Si tratta di un passaggio di proprietà con 1.3 miliardi sul tavolo, queste cose necessariamente, anche se possono complicare i piani del mercato del Milan, hanno tempistiche autonome e dinamiche. Vengono poi condivise dalle persone delle due proprietà: l’attuale e la futura. Come andrà a finire? Secondo me la cosa verrà in qualche modo ricomposta, mi sembra che il buonsenso possa portare qua. Detto questo, nell’incontro dopo il signing dei prossimi giorni con Gazidis, Maldini cercherà di avere tutte le risposte, ma necessariamente non potrà averle. Non perché Gazidis non le voglia dare, ma perché questa situazione di passaggio porta un po’ a uno stallo. Attenzione: non significa che il Milan non abbia budget per il mercato o che sarà bloccato 3 mesi. Significa che dopodomani sarà difficile rispondere a tutte le domande. E’ un mercato che sarà necessariamente condiviso tra vecchi e nuovi e quindi non si può sapere ancora tutto. Gerry Cardinale, che tornerà a Milano in settimana, non ha ancora approfondito questo tema”.
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Sul nuovo stadio: “Dovessi puntare un euro, punterei sulla soluzione che vede il Milan con uno stadio suo a Sesto San Giovanni. Mi sto buttando però molto avanti, nel senso che prima c’è una serie interminabile di passaggi intermedi e si potrebbero prendere altre direzioni. Al momento le due opzioni sono sul tavolo. La prima è la demolizione di San Siro e la costruzione del nuovo impianto, insieme all’Inter. Ci sarà un dibattito pubblico sul tema. Contemporaneamente, vista la lunghezza di questo iter, Elliott ha deciso di portare avanti un altro piano, quello di Sesto San Giovanni. Questa ipotesi comporta costi inferiori, non si deve abbattere San Siro, costruire il tunnel per la circolazione ed è più facile. Se si dovesse andare verso questa soluzione, dal punto di vista puramente dei conti, il progetto è sostenibile anche da solo dal Milan, a differenza di San Siro. Considerando le incertezze lato Inter, con una situazione societaria complessa, potrebbe essere una soluzione perseguibile dal punto di vista puramente finanziario, anche da soli. Poi, però, è una mia sensazione. Ci sono mille passaggi intermedi, si portano avanti entrambe le possibilità”.
Infine, sul futuro di Gazidis: “Andiamo avanti per piccole certezze. Sicuramente fino a novembre ci sarà lui, dopodiché si arriverà a diverse valutazioni. Adesso è prematuro capire cosa succederà a novembre. E’ normale, in generale, che una nuova proprietà metta un amministratore delegato di sua espressione. Il caso specifico è particolare perché Elliott resta con una quota che presto sapremo a quanto ammonta, si tratta proprio di una partnership. I due fondi hanno molto in comune, anche sintonia sulle modalità di gestione. Potrebbe non essere strano che Gazidis piaccia ai nuovi. Andrei comunque un passo alla volta”.
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