Gli inizi al Milan, le radici della nonna e l’amico e compago Musah: a tutto Christian Pulisic
Christian Pulisic è uno dei primi acquisti del nuovo Milan targato Furlani e Moncada. L’americano è stato fortemente voluto da tutto l’ambiente rossonero, a partire dalla proprietà fino a Stefano Pioli. Ieri, il canale Youtube “Men in Blazers” ha pubblicato un’intervista rilasciata dall’11. Di seguito, tutte le parole di Pulisic sul Milan e non solo.

Da Londra a Milano
Come ti stai trovando lì a Milano?
“Sto cercando una sistemazione, di andare in un appartamento. Sta andando bene, è stato un grande inizio sinceramente. È bello vedere il sole per ogni giorno da quando sono arrivato. Quando cambi club può essere tutto un po’ frenetico, ma è importante godersi tutti i bei momenti”.
Com’è l’italiano di Pulisic?
“Ci sto lavorando tanto, a essere onesto. È importante quando ci sei immerso ogni giorno per forza devi lavorarci. Ho fatto solo un paio di lezioni finora, ma sto facendo il mio meglio per imparare”.
Quando ripercorri la tua carriera fin qui, quale momento ti rimane in testa?
“Ovviamente la prima cosa a cui penso è quando ho alzato la Champions League, senza dubbio. È difficile da spiegare, è la miglior sensazione che si possa provare con un club. È il trofeo più grande che si possa vincere. Sono grato a tutti del mio ex club, ma voglio creare presto nuovi ricordi”.
Ancora, Pulisic sull’addio al Chelsea e il passaggio al Milan:
“Era il momento giusto per me per andare via e ovviamente venire qui al Milan per me è un’eccellente opportunità, mi sembra una pazzia e ne sono felice. Sono molto contento della mia decisione”.
Come appare il processo dell’ingaggio da parte di RedBird dalla prospettiva di un calciatore? Cosa cercano e cosa ti hanno detto?
“Ho parlato con alcuni di loro e ho fatto una call con il mister, vuoi sempre sentire un buon feeling e vuoi sentirti voluto. Ed è esattamente come mi ha fatto sentire ognuno del Milan con cui sono stato in contatto. Mi hanno fatto stare bene ancora prima di mettere piede in campo”.
Tanti ex Chelsea al Milan, li hai chiamati prima di trasferirti lì?
“Ho parlato con tutti loro prima di venire. Mi hanno parlato molto bene del club e mi è subito sembrata una grande opportunità, mi sono fidato. Mi hanno aiutato molto nel mio passaggio qui, è bello avere alcune facce familiari al proprio fianco, lo rendono più facile”.
La Serie A è molto diversa dalla Premier League, come la descriveresti?
“Credo innanzitutto che potrò darti una risposta migliore alla fine della stagione o almeno dopo qualche partita ma ne ho già vista qualcuna ovviamente nelle ultime stagioni. Spero di poter usare le mie qualità per infastidire le squadre avversarie, fare gol e assist. Sono entusiasta di imparare e conoscere un nuovo campionato, sarà una grande esperienza”.
Poi, prosegue:
“Ovviamente la Premier è molto esigente, è molto fisica e lo dico perché ci ho giocato e lo so. Vedremo come sarà qui, c’è un importante aspetto tattico: c’è una priorità difensiva qui in Italia che ho già notato. Ma come ho detto lo saprò solo tra un po’”.
Quanto è importante per un giocatore sentirsi amato, come al tuo arrivo a Linate?
“Quell’accoglienza così calda ha significato tanto per me. Ho colto la passione e la cultura per questo gioco. Si è subito notato come i tifosi del Milan ti possono trattare, è un posto incredibile in cui stare e giocare a calcio. Se sei amato da loro, dai compagni e dal tecnico puoi dare il meglio. Credo di aver fatto il mio miglior gioco con la Nazionale, infatti, dove ho sempre avvertito quel rispetto e quella fiducia. Penso sia il motivo per cui ho avuto molto successo lì”.
Gli USA, le radici italiane e la prossima stagione
La vendita delle maglie del Milan è cresciuta del 266 percento da quando sei arrivato. Il tuo nome è del 45% di queste. Qui negli USA il 90% di quelle vendute ha scritto “Pulisic”…
“Onestamente non sapevo di questi dati, non me ne occupo (ride, ndr). Poter ispirare i bambini a casa e sapere che vogliono indossare la mia maglia ispira anche me per alzare il mio livello e lo faccio anche per loro, per renderli fieri”.
È vero che tuo papà ha un tatuaggio sull’Italia?
“È vero, sì! In memoria della mia fantastica nonna, ne sarebbe sicuramente orgogliosa”.
Cosa direbbe di te che vesti la maglia di uno storico club e giochi a San Siro?
“Credo mi ricorderebbe ogni giorno delle mie radici italiane e mi spiegherebbe ogni aspetto di questa cultura per farmela apprezzare. Anche mia mamma mi ha detto due giorni fa che voleva avesse prosciutto e melone al suo matrimonio e i miei genitori risposero: ‘che dici? Sembra assurdo…’ (ride, ndr). In effetti l’ho assaggiato, ed è meglio di quanto pensassi! Lei ne sarebbe contenta”.
Qual era il suo miglior piatto?
“Erano famose le sue polpette, ma nessuno sapeva come le facesse così buone. Non credo che qualcuno abbia la ricetta, erano speciali”.
Tornando al Milan, com’è giocare con il tuo connazionale Yunus Musah?
“È fantastico, quando ho sentito le voci del trasferimento gli ho scritto subito, sarà speciale averlo qui. Il suo modo di essere, il suo sorriso quando gioca, la personalità… Bellissimo averlo qui, potrai vedere le sue qualità sul campo: è un grande giocatore e mi aiuterà con l’italiano, è molto più avanti di me”.
Sugli americani in Italia:
“Nel precampionato eravamo io, McKennie e Tim a giocare per due italiane negli USA… È stato strano (ride, ndr). Ma è stato un bel momento”.
Dove ti vedi giocare nel Milan di Pioli, Pulisic?
“Soprattutto sulla destra, come fatto nel prestagione. Ma ho avuto diverse conversazioni con il mister sulla possibilità di giocare in un ruolo diverso, ci sono anche tanti nuovi giocatori che possono giocare in più ruoli. Ma credo ci siano dialoghi aperti per capire quale sarà la mia miglior posizione. Mi trovo bene a giocare a destra e imparare ancora di più a starci, ma penso ci sarà occasione di vedermi giocare in mezzo, comunque”.
Come ti vedi insieme a Leao?
“Sai bene cosa sa fare quel ragazzo. Io penso che quando metti insieme i buoni giocatori succedono buone cose. Theo, Giroud… Ci sono tante combinazioni che si possono creare e insieme ci renderemo migliori ogni giorno. Spero potremo dimostrarlo nei weekend e in ogni partita”.
Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione?
“Vorrei essere un titolare fisso e dimostrare il mio valore alla squadra, aiutandola con gol e assist, che è il mio lavoro”.
Infine, conclude:
“Voglio imparare la lingua, essere parte di questo club e lottare per un titolo nella prossima stagione. Un campionato non l’ho mai vinto in carriera e sarebbe qualcosa di incredibile. Ovviamente voglio competere in ogni torneo”.
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