il 03/03/2023 alle 19:10

Il progetto “La Maura” è veramente fattibile? Il punto sul nuovo stadio del Milan con l’avvocato Felice Raimondo

1 cuore rossonero

Abbiamo chiesto all’avvocato Felice Raimondo, esperto di temi economici e di finanza legati al mondo del calcio ed in particolare all’ambiente rossonero, di aiutarci a capire quello che c’è dietro l’idea del Milan di costruire il nuovo stadio in autonomia nella zona dell’Ippodromo “La Maura”. Qual è l’iter che il club di via Aldo Rossi dovrà seguire per ottenere l’autorizzazione ad operare? Quali sono le possibili problematiche legate a questa concessione?

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Avvocato, qual è l’ostacolo principale che separa il Milan dall’eventuale costruzione del nuovo stadio nella zona dell’attuale Ippodromo “La Maura”?
“Se il Milan vorrà costruire lo stadio nella zona “La Maura” dovrà trovare un accordo con le due amministrazione che hanno competenza su quel terreno: la Regione per quanto riguarda il Parco Agricolo e il Comune di Milano. Questo è il motivo dei recenti incontri tra Cardinale, Sala e Fontana. L’intesa, stando alle indiscrezioni, potrebbe essere trovata sulla base di un cosiddetto accordo di programma”.

In cosa consiste questo “accordo di programma”?
“Stiamo parlando di uno strumento normativo che, in presenza di opere di carattere pubblico che coinvolgono più pubbliche amministrazioni, permette di dichiarare la pubblica utilità e quindi di variare il PGT (cioè il piano di governo del territorio) per consentire al opera di essere eseguita. I soggetti che devono firmare questo accordo di programma sono chiaramente il Presidente della Regione è il sindaco del comune interessato. Una volta firmato, questo accordo viene pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione e solo laddove comporti delle variazioni urbanistiche deve poi essere ratificato dal consiglio comunale entro trenta giorni, pena la decadenza dello stesso accordo. In mancanza invece di variazioni urbanistiche, questo accordo è subito esecutivo e con esso anche la conseguente dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza delle medesime opere. Questa dichiarazione cessa di avere efficacia se invece le opere non vengono iniziate entro tre anni. Nel caso del Milan l’opera pubblica in questione sarebbe ovviamente lo stadio. In considerazione del fatto che questo dovrebbe essere costruito in una zona in cui due amministrazioni hanno competenze specifiche (cioè il Comune di Milano e la Regione che gestisce il Parco agricolo confinante con La Maura), servono i consensi unanimi di Attilio Fontana, cioè il Presidente della Regione, e Giuseppe Sala, cioè il sindaco di Milano. Mediante l’accordo di programma quindi è possibile procedere con la variazione degli strumenti urbanistici, con cui si intende non solo la rimozione di quelli che sono i vincoli di inedificabilità, ma anche un semplice cambio di destinazione d’uso. Tutta l’area de “La Maura”, ove l’oggetto dell’accordo di programma e ove preveda la variazione degli strumenti urbanistici, sarà quindi valutata dall’autorità comunale ai fini poi della ratifica della convenzione. A causa di ciò, se il Milan quindi vorrà andare in variante del PGT (Piano di Governo del Territorio), dopo l’accordo di programma ed entro 30 giorni dovrà avere il consenso del consiglio comunale. Senza varianti al PGT, la ratifica del consiglio comunale non sarà necessaria. Tutto ciò lo scopriremo entro 2-3 settimane, cioè solo dopo che il Milan avrà formalmente chiesto alle 2 PA l’attivazione dell’iter e quindi l’interesse formale a costruire lo stadio nella zona “La Maura”.

Giusta la decisione della proprietà del Milan di procedere in solitaria col nuovo stadio? Sensazioni positive o negative sul progetto “La Maura”?
“Scelta giusta perché uno stadio da solo consentirà al Milan di poter gestire in completa autonomia tutti i flussi di cassa collegati allo stadio, cosa che invece prima andava condivisa con l’Inter sia in termini gestionali che di ricavi (per quanto riguarda ovviamente gli spazi in comune). Le mie sensazioni sul “La Maura” sono positive… se non sarà necessario fare varianti al PGT. Altrimenti sarà complicato, ma non impossibile, ottenere la ratifica del consiglio comunale. Se poi le cose dovessero andare male in entrambi i casi Cardinale comunque ha fatto capire che lo stadio è vitale per il loro business: presumo quindi che il Milan a quel punto inizierà un altro iter al di fuori di Milano”.

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Per approfondire la questione a livello legale e normativo trovi QUI il focus dell’avvocato Felice Raimondo

Per approfondimenti legati alle questioni economiche e finanziarie legate al mondo del Milan, visita il blog “L’avvocato del Diavolo” di Felice Raimondo!

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