L’ingegnere Silvia Prandelli, Principal di Populous Italia, che si occupa in prima persona del nuovo stadio di Milan e Inter è stata intervistata da MilanNews.it. Di seguito riportate le sue parole:
Sull’esperienza di Populous
“Abbiamo completato all’incirca 1325 stadi o palazzetti in tutto il mondo. Abbiamo completato una serie di stadi olimpici, tra cui quello di Londra per le Olimpiadi del 2012, e una serie di stadi FIFA, tra cui quello di Johannesburg in Sudafrica. Abbiamo anche completato di recente degli stadi in Europa come ad esempio quello del Tottenham. Questo stadio è molto simile all’impatto urbanistico che potrebbe avere San Siro. Si è trattato di un intervento di masterplan e di stadio, è comunque uno stadio che ha delle peculiarità tra cui quella di diventare uno stadio per la NFL. Si tratta di un’esperienza di gioco diversa, campo retrattile, è uno stadio molto flessibile dal punto di vista dell’organizzazione degli eventi e che comprende diverse possibilità di offerta commerciale e di intrattenimento”.
Su quello che hanno pensato per Milano
“Noi pensiamo, sulla base dell’esperienza in Inghilterra, che riportare diverse categorie di spettatori allo stadio migliori l’esperienza generale della partita, rendendola più sicura e vivibile, rendendo il comparto stadio utilizzabile 365 giorni l’anno. Questo è il nostro macrotema. A livello micro ci siamo focalizzati sul tipo di offerta, stiamo ancora discutendo sulle squadre su quali possano essere i temi da sviluppare”.
Sulla vita del nuovo stadio
“Fondamentalmente l’obiettivo è di creare un discorso non solo come centro commerciale, ma una parte viva della città. Attorno a questa infrastruttura sportiva si potrebbe pensare di andare a creare un parco dello sport, un distretto sportivo o una serie di offerte come campi da padel, basket o tutto quello che si possa pensare per l’utilizzatore finale. Abbiamo iniziato a studiare una sorta di integrazione tra quartiere e questo distretto dello sport”.
Sulla zona di San Siro
“Personalmente ho vissuto San Siro durante gli anni dell’università, sappiamo che l’area non è giudicata sicura al momento. Quando non c’è partita è un’area difficile da attraversare anche durante il giorno. Abbiamo cercato anche di studiare le assi di apertura verso le diverse parti del quartiere. È anche vero c’è anche il tunnel che attraversa il nostro sito e quindi bisogna andare a studiare anche l’infrastruttura stradale non solo quella del masterplan”.
Su come sarà internamente il nuovo Stadio
“Da un punto di vista del catino rispecchia l’inclinazione dell’attuale San Siro, per noi il cono visivo sarà molto simile. La vicinanza con il campo per noi era essenziale, quando abbiamo chiamato i nostri esperti dei catini si sono resi conto che è tutto molto più intimo in Italia rispetto ad altri stadi inglesi. Abbiamo voluto mantenere lo stesso tipo di struttura a livello di angoli e di visibilità. Abbiamo prodotto una serie di possibilità dal punto di vista dello spettatore. Esistono degli spazi cari ai tifosi, ma anche degli spazi nuovi dove si potrà avere un’esperienza diversa che al momento chiamiamo premium economy per dare un’idea di cosa siano questi posti. Ci sarà più spazio, offrendo un’esperienza nuova e diversa e creando qualcosa che non sia esattamente una tribuna. Quindi ci sarà una differenziazione del tipo di posti a sedere”.
Sul numero di spettatori
“Al momento non sappiamo quanti saranno i posti totali, stiamo ancora lavorando sul numero finale di posti ma sappiamo che ci sarà una riduzione rispetto all’attuale San Siro. La capienza totale dovrebbe essere di circa 60mila spettatori ma stiamo ancora capendo dove ci porterà il piano economico-finanziario anche con questa differenziazione di posti”
Sull’accoglienza dei tifosi
“Ci sono tante persone che sentono l’interesse verso una nuova infrastruttura sportiva di questo tipo. Alcune persone che magari hanno visto i nostri stadi hanno visto cosa può succedere con una trasformazione di questa portata. Ci sono persone che sentono un attaccamento a San Siro e fanno fatica a pensare che possa esserci una nuova esperienza di gioco migliore”.
Un esempio per capirne l’importanza
“Quando sono andata la prima volta nello stadio del Tottenham l’accesso a qualsiasi seggiolino è stato molto veloce. Mentre con San Siro per arrivare al secondo anello si deve camminare molto, nel caso del Tottenham è tutto molto accessibile per lo spettatore. Anche ad esempio di eventi vari di catering, San Siro è molto complesso come gestione. Al Tottenham c’è un service stannel che dà accesso a collegamenti verticali, è tutto una sorta di organismo che funziona in maniera efficiente”.
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