Un Milan che è diventato “On fire” grazie al suo allenatore, Stefano Pioli, che ha da poco festeggiato i 3 anni con i rossoneri.

Il tecnico emiliano, artefice del 19°scudetto, è stato intervistato dalla Lega Serie A e domenica raggiungerà uno storico traguardo, le 150 panchine con il Milan.
Un bilancio di questi primi tre anni?
“Si, il 9 ottobre ho festeggiato i miei primi tre anni al Milan, tre anni pieni di emozioni, di lavoro, di collaborazione in un grande club. Tre anni in cui è stato fatto un percorso incredibile insieme ai miei giocatori, sempre in evoluzione. Continuiamo ad avere idee e mentalità per migliorare e crescere, sicuramente tre anni positivi”.
Il ruolo di Maldini e Massara?
“La fortuna di un allenatore è trovare dirigenti competenti, che ti sostengono, coi quali ti confronti. Maldini e Massara coppia perfetta, mi sto trovando bene con loro. Sia per me che per la squadra lo loro presenza è molto importante”.
All’inizio, ti saresti mai aspettato di vincere lo scudetto?
“Sono sempre stato molto fiducioso e positivo, il club mi ha messo a disposizione un organico con un elevatissimo potenziale e tanto talento. Quando abbini a queste caratteristiche anche la disponibilità, la voglia di crescere e di migliorare, puoi puntare veramente in alto. Siamo il Milan, era giusto cercare di tornare a vincere qualcosa ed esserci riusciti lo scorso anno ci ha dato grande soddisfazione”.
Cosa vi ha dato in più lo scudetto?
“La vittoria dello Scudetto per un gruppo così giovane è stata importante. Ci ha dato più consapevolezza nelle nostre qualità e nel nostro modo di giocare e stare in campo. E poi siamo diventati un obiettivo per i nostri avversari, tutti giocano per batterci, per questo dobbiamo continuare a pensare di alzare il nostro livello, se vogliamo competere per vincere ancora”.
Il tatuaggio?
Mostra il tatuaggio sul braccio e dice: “É in una parte del mio corpo molto importante, spero di aggiungere il prossimo alla fine di questa stagione”.
Le prime nove giornate di campionato sono già in archivio. È andata come si aspettava?
“Il bilancio in campionato sarebbe stato molto positivo se non avessimo perso contro il Napoli perchè credo che, per come la squadra ha giocato, meritassimo altro. Sappiamo che dobbiamo continuare così e che possiamo fare meglio. Al nostro livello, in particolare, la cura del dettaglio può fare la differenza, come abbiamo visto e pagato sulla nostra pelle. Abbiamo subito qualche gol di troppo nonostante avessimo concesso poco agli avversari. Dobbiamo e possiamo fare ancora di più, ci prepariamo per affrontare al meglio questo troncone di campionato che sarà molto particolare”.
Parlando di gol presi, si è parlato molto di difesa a tre: le piace? Si adatterebbe al suo Milan? Sarebbe la prima volta per lei?
“L’avevo fatta con altre squadre e l’abbiamo già fatta qui in passato. Anche quest’anno in corso d’opera in qualche occasione abbiamo giocato a tre, ma credo che in generale non cambi molto giocare a tre o a quattro dietro, non fa giocare meglio o peggio. E’ questione di concetti e di principi, e noi quelli li abbiamo. Se ci saranno opportunità e occasioni riproveremo anche questa situazione…”
Da 14 novembre al 3 Gennaio non si giocherà per lasciare spazio ai Mondiali. Voi cosa farete? Come vi preparerete per la ripresa?
“E’ un campionato anomalo per via delle date, non si è mai giocato così tanto ad agosto, settembre e ottobre. Ora stiamo pensando a cosa faremo in questo periodo e poi anche a come gestire la sosta lunga, soprattutto per chi non andrà ai mondiali: abbiamo già un programma per chi rimarrà a Milano, ma le incognite maggiori riguarderanno i nostri giocatori che andranno in Qatar. In quel caso bisognerà fare dei programmi individuali, in base a quando torneranno e a come torneranno. Bisognerà capire quando farli riposare e quando farli giocare. Questa sarà la situazione più delicata e importante da gestire”.
Parliamo un po’ della squadra, come si stanno inserendo i nuovi e che risposte ha avuto da chi c’era anche negli anni scorsi?
“I nuovi si stanno inserendo molto bene, sono tutti ragazzi di talento, giovani e con grande potenziale. Certo, entrano in un gruppo e in un organico molto competitivo anche a livello numerico, ma hanno le qualità per essere importanti per noi. Sono molto soddisfatto anche dei vecchi, ho detto a tutti che li ho trovati meglio dell’anno scorso, più forti, più convinti, più attenti e più professionali. Quando alleni un gruppo così e puoi solo puntare al massimo!”
E’ vero che motiva i suoi giocatori appendendo frasi in spogliatoio, spesso anche provocazioni aperte, frasi di ex compagni, o valutazioni negative… Ci racconta un po’ questo aspetto motivazionale?
“Credo che il compito di un allenatore sia quello di stimolare e motivare i giocatori usando i mezzi più adatti. Conosco bene il gruppo e le sensazioni dei miei ragazzi, conosco le partite e le situazioni che andiamo ad affrontare e quindi cerco di intuire il loro umore e spirito per cercare di portarli al massimo della concentrazione”.
Utilizza un mental coach? Quanto è utile allenare il cervello oltre che il fisico?
“E’ importantissimo allenare anche la mente: qualche anno fa mi sono allenato con un mental coach ed è stata un’esperienza che mi è servita tanto e mi ha dato tante nozioni in più che prima non avevo. Credo che molti giocatori utilizzino anche questo strumento. In generale tutto quello che serve per rendere al massimo e sfruttare il potenziale va utilizzato, perchè abbiamo davanti una carriera relativamente breve e dobbiamo sfruttarla nel miglior modo possibile”.

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