Nel suo editoriale per il Corriere dello Sport, Franco Ordine ha analizzato la situazione relativa a Pioli e come è cambiato il suo ruolo nel Milan
Sono state settimane complicate, le ultime, per Stefano Pioli. L’allenatore del Milan, a causa dei deludenti risultati ottenuti tra campionato e Champions League era stato messo in discussione da molti: la vittoria col PSG ha risolto la questione? Nel suo editoriale per il Corriere dello Sport, Franco Ordine ha analizzato la situazione relativa a Pioli e come è cambiato il suo ruolo nel Milan.

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I motivi dell’insofferenza di Pioli
“Se Stefano Pioli non avesse chiesto un legittimo turno di riposo nelle conferenze pre-partita, ieri prima di volare in Puglia, una domanda-curiosità sarebbe sicuramente arrivata. Tipo questa: ‘Perchè dopo il successo col PSG era così insofferente con i suoi collaboratori che tentavano di abbracciarla?’ La spiegazione, ufficiosa, fornita dallo staff è stata la seguente: perchè era sotto l’effetto dell’adrenalina da partita e voleva andare incontro ai suoi calciatori per esprimere loro la sua gratitudine. Con lo staff si è riconciliato qualche minuto più tardi, negli spogliatoi, sciolta ormai la tensione. Può darsi che sia andata così. Di sicuro quel gesto può testimoniare come siano cambiate le reazioni a caldo di Stefano Pioli dall’inizio di questa stagione.
Da sempre molto misurato nella buona e nella cattiva sorte, ha attraversato altre tempeste, altre cadute clamorose rialzandosi. Poche volte i suoi giudizi post-partita sono diventati ‘meme’ da lanciare in pasto ai social, come è accaduto per esempio dopo il derby perso 1 a 5. La reazione seguita al PSG è la più comprensibile di questo mondo: avesse perso l’unica occasione disponibile per recuperare una quota di potenziale qualificazione agli ottavi di Champions, i giudizi sul suo lavoro sarebbero diventati sentenze e il credito guadagnato in questi 4 anni vissuti a Milanello sarebbe andato disperso in pochi minuti.
Poi c’è probabilmente una seconda spiegazione che attiene alla sua nuova responsabilità, assunta subito dopo il divorzio da Maldini e Massara. Da giugno scorso, il tecnico è stato ufficialmente coinvolto nel gruppo di lavoro Furlani-Moncada, responsabili del mercato estivo realizzato, con la definizione americana di ‘coach’ citata nel comunicato di congedo dell’ex capitano rossonero.
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Il fattore Ibra
Non è nemmeno escluso che qualche fastidio gli sia stato procurato dalle interpretazioni sul ritorno, ormai scontato, di Ibra, fortemente voluto da Gerry Cardinale con un ruolo di prossima definizione in RedBird, il fondo proprietario del Milan. Dopo un paio di rovesci, Pioli si è sentito retrocesso, nell’immaginario collettivo, a tecnico bisognoso di un ‘sostegno’ o addirittura di un commissario. Si può capire il suo stato d’animo, cementato ieri dalle parole di Furlani (‘Qui c’è unità d’intenti’).
Ma l’attestato più importante riscosso martedì notte a San Siro è stato un altro: si è capito, in modo pubblico e solenne, la grande sintonia col gruppo squadra oltre che la strepitosa resa appena è stato ridisegnato il sistema di gioco più conosciuto e produttivo (4-2-3-1). Ma una serata di fuochi d’artificio calcistici non può bastare per cancellare definitivamente i ritardi accumulati in campionato e in Champions. E Lecce, dove a gennaio scorso si avvertirono i primi scricchiolii, può diventare un altro bivio, un altro punto di partenza”.
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