Intervenuto in esclusiva per Radio Rossonera Talk, Carlos Passerini ha parlato del mercato del Milan, di Pulisic e di Stefano Pioli
Grandi responsabilità per Stefano Pioli in questa stagione alla guida del Milan. Il tecnico emiliano, già campione d’Italia coi rossoneri nel 2022, avrà il compito di assimilare i numerosi nuovi arrivati da questa sessione di mercato quanto prima nei meccanismi della squadra. Intervenuto in esclusiva per Radio Rossonera Talk, Carlos Passerini del Corriere della Sera ha parlato del mercato del Milan, di Pulisic e di Stefano Pioli.

Passerini su Bologna-Milan
“A Bologna è stato un buon Milan per il peso specifico che aveva questo collaudo, era fondamentale vincere. Tra l’altro, la vittoria delle altre big aveva aumentato ulteriormente la pressione sul Milan alla vigilia di questo debutto. Contava vincere secondo me per poter affrontare questo rodaggio, che non è finito, con un po’ più di tranquillità. Un risultato diverso da una vittoria avrebbe un pochino complicato questo rodaggio. Secondo me le indicazioni positive sono molto superiori a quelle negative, è stato un buon Milan. C’è tanto da migliorare e da fare ancora però si ha vinto e si è intravisto tanto di quello che può essere il Milan in questo anno di grandi cambiamenti”.
Passerini su dove il Milan deve ancora migliorare
“Sicuramente in difesa il Milan deve ritrovare quella compattezza che è stata la chiave dello Scudetto del 2022 e che non si è vista l’anno scorso. Il Milan prese 31 gol in tutta la stagione nell’anno dello Scudetto e infatti fu la miglior difesa, l’anno scorso le reti subite in campionato furono 43 e infatti i risultati non sono stati quelli che ci si aspettava. Ciò non significa praticare un calcio difensivo, anzi…il Milan sappiamo che da anni cerca un’idea di gioco opposta. Ma di sicuro tu non puoi pensare, in campionato, di fare risultato se non chiudi la porta. Io vedo un Tomori ancora non a livello di quello dello Scudetto, anche ieri non mi ha convinto fino in fondo. Pure Calabria l’ho visto un filo sotto i suoi standard…per fortuna c’è Maignan, che nelle circostanze in cui il Milan l’ha vista brutta è riuscito a mettere la solita pezza. In difesa secondo me serve fare un salto di qualità. Quello che invece funziona è dalla metà campo in su: il Milan è molto più vario, ha più qualità, più quantità, più velocità”.
Passerini su Pulisic
“Sarebbe facile dirti di no perchè sappiamo tutti che è un grande giocatore, che se 3/4 anni fa valeva 70 milioni di euro era solo da aspettare…come tutti, ho in mente quel giocatore che era quando è passato dal Dortmund al Chelsea, nel momento in cui sembrava uno dei più promettenti attaccanti d’Europa. E’ un giocatore che si è un po’ perso negli ultimi 2 anni, complice il caos nel Chelsea, ma ha un talento indiscutibile. Mi ha sorpreso ma fino a un certo punto, credo che possa dare moltissimo a questo Milan… se torna simile al giocatore che era 3 anni fa, il Milan ha in lui la sua vera differenza e il giocatore che cambia il volto alla squadra. Ieri ha dimostrato che la strada è quella giusta”.
Passerini sul mercato in attacco
“Mi pare che sia chiaro che il Milan aspetti di vedere come si conclude la partita Colombo… se se ne va lui, e potrebbe avere un senso perchè ha bisogno di giocare con continuità per sè stesso e per far capire al Milan se è un giocatore su cui puntare, arriverà qualcuno. Io mi aspetto comunque un attaccante di prospettiva, non un giocatore di 30 anni. Prima va risolta la questione Colombo, e non è da escludere che alla fine possa restare. Il nodo è tutto lì”.
Passerini sulla prossima stagione di Pioli al Milan
“Io credo che questa sia la stagione più difficile per Pioli. Le sue responsabilità sono aumentate perchè il suo ruolo è ancora più centrale in questo Milan. La presenza di Maldini comunque garantiva una copertura, un Direttore tecnico di grande nome e personalità. Oggi parte di quell’aspetto mediatico e rappresentativo ricade su Stefano, quindi è chiaro che il suo incarico è ancora più complesso. In questa stagione, il lavoro è maggiore rispetto a quello degli anni scorsi, considerando anche che a Bologna in campo c’erano 3 giocatori di movimento su 10 nuovi in campo, col centrocampo rivoluzionato con 2 giocatori nuovi su 3.
La squadra ha tanto da rodare. Io lo vedo contento ed entusiasta di questo nuovo ruolo, molto coinvolto in questo progetto che lo vede ancora più protagonista: lo dimostra il fatto che, quando gli si chiede di questo ruolo ‘potenziato’, lui stesso dice di essersi sempre sentito coinvolto. Anche questa è una prova di maturità, non esagerando mediaticamente nel prendersi i meriti che sa benissimo di avere. Quest’anno la faccia ce la mette lui fino in fondo, perchè i meriti ma anche le colpe saranno molto di più suoi nel caso visto che i giocatori li ha scelti lui. Un giocatore o lo indovini o lo sbagli, e ora non ci sono molte altre figure su cui si può diluire la responsabilità”.
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