Il Club descrive e discute l’ultima novità tattica del Milan di Stefano Pioli: i due gol alla Lazio sono arrivati grazie a dei “Cut Back”
Il Milan di Stefano Pioli vince anche in casa con la Lazio e comincia a convincere: nonostante le cose viste nelle prime 3 giornate siano al momento state abbandonate, il Club di Sky Calcio ieri sera si è concentrato su un’altra novità portata dall’allenatore rossonero. I due gol del Milan, infatti, sono arrivati praticamente nella stessa identica maniera, in una situazione di gioco che Pioli ha studiato e sta cercando di proporre sempre di più. Al tavolo della trasmissione televisiva sono seduti Fabio Caressa, Beppe Bergomi, Luca Marchegiani e Giancarlo Marocchi.

I “Cutback” del nuovo Milan di Pioli: il Club analizza i gol contro la Lazio
La “novità” imbracciata dal Milan di Stefano Pioli sono i “Cut Back“, giocata con la quale grazie a Rafael Leao la squadra è riuscita a battere la Lazio a San Siro per 2-0. A spiegare la “palla dietro” ci pensa Fabio Caressa:
Caressa: “Fino a qualche giorno fa, forse perché si gioca tantissimo, era stato messo in discussione Leao per l’atteggiamento in Champions League contro Newcastle. Secondo me Pioli, tra tutti gli allenatori in questo momento in Italia, è quello che ha abbracciato forse di più le novità e che ha studiato tantissimo, accettando di cambiare il suo Milan. Contro la Lazio, l’imbucata classica ha lanciato Leao che passa la palla (con quello che in gergo tecnico si chiama “Cutback”, ndr) in zona xG, la zona nella quale per un attaccante è più difficile sbagliare. E’ una soluzione che abbiamo visto fare tantissimo a Guardiola, magari più con i triangoli che con l’1vs1 sulla fascia, però è una soluzione che viene riproposta dal Milan sia da sinistra che da destra”.
Bergomi: “Le difese si schiacciano sempre, questa palla giocata dietro… se il mediano, dipende come marchi, perché la Lazio marca a zona con le diagonali inverse e lì mancava un uomo, il centrocampista centrale, che andava a marcare quella zona lì. Ma Sarri ha ragione: la Lazio ha giocato bene del primo tempo, è stata in campo bene, ha avuto due accelerazioni di Felipe Anderson che potevano fare male. Poi… ci sono giocatori forti e giocatori decisivi: come Lautaro ha deciso la partita dell’Inter, qui Leao decide ragazzi. Quando apre così e va via non lo tieni”.
Marocchi: “Nella partita contro la Lazio, Leao quante volte è rientrato nella sua metàcampo? Zero. Se tu giochi tanto ma sfrutti i tuoi giocatori per quello che sanno fare bene… Se a Leao dai la palla addosso, questo di azioni così te ne fa 3/4 a partita, poi gol lo fai con la palla retrocessa giustamente se lì non arriva il mediano prendi gol, è quasi matematico”.
Marchegiani: “Io non sono proprio così d’accordo che se non arriva il mediano dentro l’area prendi gol sicuro, dentro l’area si può anche difendere”.
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Marocchi: “Sul gol di Pulisic come fa il terzino ad arrivare se c’è l’attaccante che taglia sul primo palo… Giroud va verso il secondo palo e ne tiene occupati due, il terzino come fa ad andare? Lì Luca deve andare il mediano eh…”
Marchegiani: “Si vede dalla reazione di Romagnoli, che si gira e si rivolge ai centrocampisti: è evidente che il centrocampista doveva arrivare nel loro modo di difendere”.
Caressa: “Però li stai con otto uomini nel 12 metri. Cioè se lì c’è il mediano sei con la difesa schiacciata, tutta la squadra nei 12 metri”.
Marocchi: “Nel secondo gol, il secondo centrale sbaglia perché deve andare su Okafor”.
“Il calcio sta cambiando”
Nella seconda parte della discussione, il focus è su quanto il calcio stia cambiando negli ultimi anni. Il Milan di Pioli viene preso come esempio per via dei 5 costruttori e dei 5 incursori, la divisione in due blocchi che si vede in sempre più squadre europee. Fabio Caressa, Beppe Bergomi e Luca Marchegiani discutono:
Caressa: “La cosa che hai detto su Leao che non rientra è molto interessante. Sto vedendo sempre più squadre, studiando e parlando con alcuni tattici di quello che succede in giro per l’Europa, c’è ormai una tendenza a dividere la squadra in due blocchi. Cinque costruttori difensori e cinque incursori: ormai tutte le squadre cinque giocatori sono portati ad andare all’offensiva. E in genere, queste squadre costruiscono 2+3 o 3+2, con i centrali o i terzini che vengono dentro”.
Bergomi: “Fabio noi abbiamo commentato anche Milan-Newcastle, e pensavo che Trippier potesse andare in grossa difficoltà. Invece Trippier, giocatore di personalità, ha attaccato sempre Leao, è un giocatore di personalità. Lì sono più sfrontati, non hanno il timore di affrontare un avversario così avanzando nel campo. Fallo correre all’indietro Leao…”.
Marchegiani: “Noi Beppe l’indole a giocare l’1vs1 ce l’abbiamo poco in Italia, sia quando dobbiamo attaccare che quando dobbiamo difendere. Alcune squadre ce l’hanno, però non è come “tattica individuale” una cosa che curiamo da bambini”.
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Caressa: “Ma mi spieghi com’è possibile? Quando giocavamo da bambini non si diceva giochiamo a smarcarci? Quando ti smarcavi in campo facevi l’1vs1, che non glielo fanno più fare?!”
Marchegiani: “Sì, glielo fanno fare, ma secondo me si introduce la tattica di reparto secondo me un po’ troppo presto”.
Bergomi: “Ok ma il calcio sta cambiando. Noi dove vogliamo andare? Nel senso che la Lazio di Sarri difende in maniera classica, senza quasi mai rompere la linea e alla fine del campionato non prenderà tantissimi gol. Ci sono squadre che ricercano la marcatura individuale, squadre che rompono la linea e poi la ricompongono… Ci sono vari modi di difendere. Il Milan è una squadra che va a ricercare quasi tutte le marcature, non solo nella fase difensiva ma anche in quella nel centro del campo. Il Milan delle ultime 3 partite non è quello delle prime tre gare eh. Dopo che ha perso con l’Inter abbiamo visto meno rotazione dei terzini dentro, molta meno rotazione dei terzini dentro. Ha cominciato con i 3 centrocampisti…. sì, 4-3-3, ma uno va sempre sul mediano basso e gli altri si accoppiano con gli altri due se c’è un centrocampo a 3”.
Marchegiani: “Sì Beppe, ma un conto è il discorso tattico, di disposizione in campo e di avere il riferimento vicino. Un conto, ed è quello che dico io, è prendere palla, avere l’uomo davanti e saltarlo, quindi giocare 1vs1 non come posizioni in campo ma come cercare di sopraffare l’avversario sia quando ho palla io che quando ha palla lui, senza magari in fase difensiva aspettare l’aiuto o la copertura prima di andare ad attaccare. Secondo me, alcune squadre lo fanno, perché l’Atalanta lo fa da tanto e altri allenatori cercano di fare le stesse cose (chi meglio e chi peggio), ma è questo l’aspetto importante secondo me”.
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