il 20/12/2022 alle 08:00

Pioli alla Gazzetta: “Leao, devi restare con noi! Qui Rafa è felice”

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Dopo le interviste ai canali ufficiali del Milan e ai microfoni di Sky Sport, mister Stefano Pioli si è raccontato anche sulle colonne della Gazzetta dello Sport: il focus è sugli obiettivi della squadra, tra gli ottavi di Champions League e la sfida al Napoli.

Pioli Tifosi Dubai

Pioli, pronto a lanciare la sfida al Napoli?
“Ci crediamo. Sappiamo che il livello si è alzato e che le nostre concorrenti sono fortissime: se il Napoli manterrà questo passo incredibile fino alla fine supererà i 100 punti e dovremo solo far loro i complimenti. Ma anche il Milan ha qualità e determinazione per vincere tutte le partite, in tutte le competizioni. Siamo in corsa su quattro fronti, l’obiettivo è vincere un trofeo”.

Champions compresa?
“La Champions è sempre stata la casa del Milan, è impossibile qui non avvertirne il fascino. Ed è normale essendo l’allenatore di questo club avere l’ambizione di tornare a essere protagonisti in Europa. Possiamo pensare di compiere un altro step solo se tutti insieme alziamo il livello delle prestazioni, della qualità, dell’attenzione. Così potremo superare anche il Tottenham”.

E poi pensare di arrivare dove?
“Ho ascoltato Maldini, giustamente ha detto che con il Sassuolo si è chiuso un cerchio e che ora dobbiamo puntare altri obiettivi. Ed è quello che vogliamo fare: la Champions fa parte del nostro percorso. Per anni il Milan non l’ha giocata, poi l’abbiamo riconquistata, ci siamo rimessi alla prova e siamo usciti ai gironi. Ora abbiamo centrato gli ottavi e se vogliamo fare un passo in più dobbiamo provare a entrare nelle prime otto e poi vedere che succede. Così un altro step sarebbe compiuto e avvinceremmo ancora il traguardo finale: tornare a competere con le grandissime d’Europa per la vittoria finale. In Champions anche un episodio può fare la differenza, come a volte è questione di fortuna. In Serie A è diverso, serve la continuità e vince chi ha meritato di più”.

Passo dopo passo, la formula è chiara. In questa fase in che cosa la squadra è più forte di quella della passata stagione?
“Siamo più forti perché sono cresciuti tanti singoli. Di conseguenza aumenta il livello collettivo. E poi siamo più consapevoli, sappiamo cosa abbiamo dovuto fare per riuscire a vincere. Abbiamo maggiori sicurezze anche di fronte alle difficoltà: oggi sappiamo come affrontarle”.

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Sarete più forti dopo il mercato di gennaio?
“So che ora cominceranno le domande sul tema ma i nostri acquisti saranno i giocatori che oggi sono infortunati e che recupereremo. Resto assolutamente convinto della qualità del nostro gruppo. E ripeto, al completo abbiamo le potenzialità per vincere ogni singola gara”.

A proposito, che tempi dà per il rientro di Maignan?
“Ci vuole ancora un po’. Pronto per Salerno? Non credo”.

E per Ibra?
“Dobbiamo ancora aspettare. Zlatan ha un’intelligenza superiore, tornando al Milan si è calato in una realtà che non aveva mai vissuto prima. Non era una squadra già pronta per vincere. Ibra non avrà mai la pancia piena, la vittoria è l’ossessione di tutti i grandissimi e lui lo è. È così che si sveglia al mattino: va dentro le situazioni a cento all’ora e non si ferma finché non ha centrato l’obiettivo. Speriamo di riaverlo presto con noi”.

Intanto però ritroverà Leao: crede che sarà con voi ancora a lungo?
“Nella maniera più assoluta gli consiglio di restare. Abbiamo fatto tantissimo insieme ma nessuno di noi ha ancora toccato il massimo del proprio potenziale. Rafa ha avuto uno sviluppo incredibile, una crescita esponenziale e continua ma ci sono aspetti in cui può lavorare con ancora più qualità e intensità. Farlo con noi, in un contesto che ormai conosce benissimo, potrà agevolarlo. E poi lo vedo veramente felice. Era qui in vacanza ed ha voluto farci un saluto: non era scontato, è un altro segnale di quanto questi ragazzi stiano bene insieme”.

Manca solo che De Ketelaere conquisti il suo spazio: la seconda parte di stagione sarà sua?
“Quando alleni ragazzi così giovani l’importante è la base. Faccio un passo indietro: non c’erano dubbi sul fatto che Tonali o Leao avessero le potenzialità per diventare grandissimi giocatori. La cosa più difficile è prevedere quando scatterà quel qualcosa nella loro testa che li porta ad alzare il livello. Dubbi sulle qualità di Charles non ne ha nessuno ma si danno giudizi troppo affrettati. Restando al paragone con Tonali, Sandro è un ragazzo italiano, casa sua era a 50 chilometri da Milano e ha giocato una stagione senza pubblico, quindi con meno pressioni: lo stesso, ci ha messo un anno per compiere il salto e metabolizzare l’impatto. De Ketelaere è qui da quattro mesi, arriva da un campionato diverso, non ha mai vissuto simili attenzioni in vita sua. L’apparenza inganna: è semplice e forte, ma non immune dalle pressioni”.

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Potremo vederlo da prima punta? Aspettando Ibra e Giroud…
“Sì, possibile anche già dalle prossime partite, pensando ai tipi di avversari che incontreremo. Troveremo molte difese schierate a cinque, non dare riferimenti può essere la soluzione e lui ha queste qualità. In generale ha un gruppo intero a sua disposizione per fargli capire le situazioni e l’ambiente. Ora toccherà a me sapere quando spingere o quando preservarlo. Arriverà, ne sono sicuro: gli ha fatto bene l’esperienza al Mondiale anche se ha giocato poco come gli ha fatto bene stare in famiglia: è tornato molto più sereno. Avrà il suo spazio”.

Restando a Giroud: troverà al Milan il modo per superare la delusione Mondiale?
“Ho tifato per lui e Theo. Li ho sentiti la notte dopo la finale: ho detto che devono essere orgogliosi del percorso che hanno fatto. Olivier si è dimostrato il solito campione che è: in campo e nello spessore umano. E Theo ha fatto vedere quello che io e Paolo continuiamo a dirgli da un po’: che sta diventando il terzino sinistro più forte del mondo. Supereranno la delusione tornando al lavoro con noi con ancora più determinazione verso nuovi obiettivi”.

Pioli ha anche un suo obiettivo personale? Cosa c’è oltre l’essere dentro i dieci allenatori più presenti e con più vittorie nella storia del Milan?
“Al mio primo giorno ho sentito qualcosa di speciale. Speravo in un traguardo così e ci ho sempre creduto: il club è stato molto bravo a costruire una squadra forte. L’ambizione è crescere ancora, sappiamo quanto è gratificante vincere e non ci vogliamo fermare qui”.

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Photocredits: acmilan.com

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