Intervista doppia a Lulic e Parolo prima del derby: Inzaghi e Pioli, come vivono l’attesa?
I due ex calciatori della Lazio Senad Lulic e Marco Parolo hanno tanto avuto a che fare con Simone Inzaghi e Stefano Pioli. I due attuali tecnici di Inter e Milan si troveranno di fronte oggi alle 18 per il derby di Milano, ma come vivono questa attesa? Lo raccontano proprio i due loro ex giocatori ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

Lulic e le differenze tra i due
Lulic, come approccia di solito Inzaghi ai derby?
«Simone è sempre carico, elettrico, specialmente in una partita come il derby. Lo vedevamo lì fare avanti e indietro in continuazione, chiamare sempre la giocata. Lui vive nel suo mondo, non riesce proprio a stare tranquillo durante una partita. Figurarsi per una sfida così speciale».
Nell’approccio al match, è più attento alle cose da fare o a come limitare l’avversario?
«È maniacale nel suo lavoro, è la sua passione, è la sua vita. Ha una fame incredibile cresce di anno in anno. È legatissimo al suo staff, di cui si fida ciecamente. In queste sfide preparano tutto nei minimi dettagli, passano serate intere a vedere e rivedere le partite per capire in cosa si può fare la differenza».
È differente da Pioli?
«Stefano per noi era un padre, Simone un amico o un fratello. Sono felice di gustarmi questa partita con serenità. Conoscendoli, saranno in tensione per tutto il giorno».
Parolo e il coinvolgimento di Pioli
Pioli e la settimana del derby: stravolge la scaletta o sono giorni come gli altri?
«Le giornate tipo restano uguali alle altre. Ma cambia l’approccio, lo ricordo dai tempi di Roma. Pioli stimola l’orgoglio, l’identità, il senso di appartenenza. Sono certo che lo abbia fatto a maggior ragione in questi giorni, dopo i derby dell’anno scorso. Allora non voleva ammettere che la sua squadra era inferiore, stavolta no. Si sente forte e vorrà farlo sapere».
Lui è il primo a farsi coinvolgere o mantiene l’aplomb?
«Più la prima, si fa trascinare dai suoi. Lo vedo cambiato rispetto a Roma. Lui stesso è più convinto della sua forza di allenatore e della sua personalità, può far valere l’essere Pioli».
La sua solita presenza a bordocampo assumerà un aspetto diverso?
«Sì, perché potrà dare indicazioni tecnico-tattiche che la squadra, specie i più giovani, può “scordare” coinvolta dall’atmosfera. Pioli sarà lì a ricordargliele».
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