Tare a nudo sulla Lazio, ma non solo: spazio anche per un bel commento su Pioli e un aneddoto su Giroud
Un direttore sportivo longevo nello stesso club come lo è stato Igli Tare alla Lazio è raro da trovare: 3 in campo e 15 in società, l’albanese ha incrociato negli anni del suo percorso calcistico anche Stefano Pioli. E negli ultimi, prima del periodo al Milan, ha anche sfiorato Olivier Giroud. Questi due dei tantissimi argomenti sulla quale si è aperto ai microfoni del Corriere dello Sport. Di seguito, alcuni passaggi della sua lunga intervista uscita questa mattina sul quotidiano.

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Gli intrecci con i protagonisti rossoneri
Stefano Pioli. «Grande uomo e grande allenatore. Ho avuto modo di apprezzarne il carattere, le capacità tecniche, l’onestà, appunto, la qualità umana. Stefano è sincero. Mi dispiacque l’esonero il secondo anno, lui stesso ha ammesso che è stato il dolore professionale più forte, gli piacevano l’ambiente e il progetto, un grande progetto. Per sua stessa ammissione, soffrì di meno quando fu costretto a lasciare la Fiorentina e l’Inter».
Zlatan Ibrahimovic. «Stefano ha bisogno di confrontarsi con sincerità, senza retropensieri».
Olivier Giroud. «Era nostro, solo che all’ultimo il Chelsea si mise di traverso e non lo lasciò partire. Le tentai tutte. Fu solo questo il motivo. Ragazzo eccezionale, Olivier. Quell’anno avevamo un grande attacco con Immobile, Correa e Caicedo».
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Futuro e “personaggi”
Il futuro. «Sono cittadino del mondo, aperto a tutto. L’Italia è casa, a Roma io, la famiglia e i miei fi gli continueremo a vivere».
Mourinho alla Roma. «Del calcio non mi sorprende più niente e nessuno. Mourinho è un bene, il numero uno della comunicazione mondiale. Nessuno sa gestire i momenti, le situazioni di calcio, come lui».
Mourinho e Allegri, spesso criticati. «La loro storia è inattaccabile, parlano i risultati. Contano i primi posti, dei secondi non si ricorda mai nessuno».
La verità: ti sei mai negato a Lotito? Al telefono, intendo: ha mai trovato occupato?
«Mi chiamava alle 2 di notte. “Stai dormendo?”. È successo qualcosa? rispondevo, e lui parlava per delle mezze ore. Da solo? Quasi».
In diciotto anni quante volte sei stato vicino ad andartene?
«Sono state più le litigate che i momenti di pace. Ma lui ha una forza straordinaria, dimentica nel giro di dieci minuti».
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