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Pioli al premio Liedholm: “Penso di trovarmi nel posto migliore possibile”

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Nella giornata di oggi, mister Pioli ha ricevuto il Premio Liedholm 2021, attribuito (come si legge sul sito ufficiale) ogni anno a uno sportivo che si sia particolarmente distinto non solo per i risultati raggiunti, ma per quei valori di lealtà, correttezza, signorilità, trasparenza ed eleganza che tanto hanno contraddistinto la vita e la carriera sportiva del grande Nils.

Paolo Liedholm, nipote di Nils, ha introdotto così la cerimonia: “Questo è il premio della ripartenza. Ringrazio mister Stefano Pioli per essere qui oggi. A mio avviso, quello che accomuna il mister e mio nonno è che entrambi, oltre ad essere grandi professionisti, hanno creato un gruppo di veri uomini. Entrambi hanno a cuore la cura della persona prima dell’atleta: penso che Pioli sia bravissimo a tirare fuori il meglio e trasformare i suoi giocatori, trasmettendo valori importanti che vanno oltre al calcio. Sono davvero contento che sia qui con noi oggi”

Nicola Roggero, storico giornalista della squadra di Sky e presentatore dell’evento, ha parlato così del mister: “Se c’è una persona adatta a ritirare il premio Liedholm questa è Stefano Pioli, una icona di stile oltre che un allenatore di altissimo livello. A me ricorda lo storico allenatore dei Green Bay Packers, Vince Lombardi”

Sono arrivati anche i complimenti di Carlo Ancelotti, che con un videomessaggio ha voluto omaggiare il tecnico emiliano: “Complimenti, sono ancora molto legato a mister Liedholm, un grande maestro di vita, e sono felice che sia tu a raccogliere questa eredità”
Sulla stessa linea arriva anche Claudio Ranieri: “Stai facendo un grandissimo lavoro, ti meriti anche questo premio”

Di seguito le parole del mister durante la premiazione

Ci sono analogie tra il tuo Milan e quello di Liedholm che vinse lo scudetto della Stella?
E’ difficile trovare analogie. Noi abbiamo iniziato il nostro percorso due anni fa, ed è un percorso che richiede tempo. Stiamo cercando di ottenere il massimo il prima possibile, speriamo di raccogliere presto i frutti.

Tonali può diventare in futuro il capitano del Milan?
E’ un grande talento. Ha tutto per diventare per un grande giocatore e una bandiera del Milan.

Ha ricevuto di recente l’ammirazione di Del Bosque, sia come persona che come allenatore. Che ne pensa?
La cosa principale, quella più importante, è essere me stesso. Nei rapporti col club, coi giocatori e i tifosi. Ho l’equilibrio per gestire le situazioni e metto tutto me stesso. Siamo in un ambiente in cui l’equilibrio è difficile da trovare: o siamo o tutti scarsi o tutti fortissimi. La squadra è giovane e ha bisogno di tempo per capire come diventare più forte.

Spera di poter allenare la nazionale un giorno?
In futuro potrebbe essere una situazione giusta per me, ma in questo momento sento la necessità di vivere quotidianamente il mio lavoro. Ho voglia di stare sul campo e preparare le partite. Penso di trovarmi nel miglior posto possibile: il Milan è un grande club ed è in crescita.

Quindi è pronto ad aprire un ciclo con il Milan?
Mi auguro proprio di sì, è quello che ho sentito subito a Milanello. La sinergia che abbiamo creato all’interno del club è importante, ci fa stare bene e ci va andare nella stessa direzione. La voglia di crescere e le ambizioni ci sono, mi auguro sia un percorso molto lungo e spero di rimanere il più a lungo possibile: la continuità è fondamentale.

Com’è evoluto il ruolo dell’allenatore? E’ possibile far crescere una squadra giocando ogni tre giorni?
Il Barone diceva che la professione è bella, ma poi ci sono le partite. Lo capisco, ma le partite ti danno adrenalina. Giocando ogni tre giorni è cambiato molto, bisogna sfruttare le analisi video e i dettagli delle partite: ogni cosa è utile per far crescere i giocatori. Bisogna stare attenti anche all’aspetto mentale, perché non è facile restare concentrati così a lungo. Per fortuna la mia squadra ha molta voglia di crescere.

Quali altri sport segue oltre al calcio?
Sono appassionato di sport a trecentosessanta gradi e cerco di prendere spunto da tutto e da tutti, non solo a livello calcistico ma anche a livello gestionale per esempio. Quando ho tempo cerco anche di praticarlo, mi aiuta a essere equilibrato e a staccare la spina: la nostra professione ti porta a essere concentrato sempre e comunque e non è facile.

Quali allenatori l’hanno influenzata di più?
Ho avuto tanti allenatori e ho giocato con grandi giocatori. Da calciatore, i tecnici che mi hanno lasciato di più sono stati Trapattoni, Bagnoli e Ranieri. Questo ovviamente mi aiutato poi quando ho iniziato a fare l’allenatore: sono tre allenatori diversi tra loro, e ciò mi ha dato nel complesso una visione aperta del gioco.

Rileggi QUI l’intervista di Tomori al Champions Journal
photocredits: Simone Cristao

 

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