Pellegatti commenta il post Milan-Newcastle: Leao, Tomori e il turnover in vista del Verona
Nel corso della puntata di ieri di Filo Rossonero, con Carlo Pellegatti abbiamo parlato della sfida di Champions League e della prossima in Serie A. Di seguito, le dichiarazioni di Pellegatti in esclusiva sul nostro canale Youtube.

Amarezza, disagio e… firme
Cosa ti ha lasciato Milan-Newcastle?
“Mi ha lasciato amarezza e preoccupazione, perché era la partita più facile del girone delle 6, sulla carta. Si è dimostrata una partita facile, peccato che il Milan non sia riuscito a mettere la palla in rete. Erano tre punti che pensavo fino alla fine di portare a casa, è stato veramente un peccato. Era importante vincere per dimenticare il derby e per non far sì che la partita col Verona abbia le stesse domande. Come senso di disagio, certamente non che sia così, mi ricorda Milan-Cagliari 0-0 prima di andare a Bergamo all’ultima (nel 2020/2021, ndr). Poi è andato tutto bene, ma quell’attesa lì è simile insomma”.
Siamo sempre in attesa di questo gol, che fa più fatica ad arrivare…
“È un caso. Parlava con un collega oggi (ieri) un giocatore a Milanello, ha detto: ‘Partita identica a quella di Torino, Bologna e Roma. Là sono venuti i gol e qua no’. Se mi scrivi che da qui alla fine avremo 25 occasioni alla volta io firmo. Anche perché su 10 partite ne vinci 8”.
Leao, Tomori e turnover
Su Rafa Leao MVP della sfida:
“Spero che qualcuno dell’UEFA tiri su la cornetta verso chi l’ha eletto. Sicuramente è andato a vedere il film Oppenheimer, poi l’avranno chiamato e avrà detto di assegnarlo a lui per non sbagliare mai. Io l’avrei dato a Tomori… Oggi sono nervoso, hanno rotto le scatole anche le critiche! Avete visto il valore di Tomori, qui si discute anche se la Terra rotonda quando il Milan non va bene. È indispensabile per i rossoneri. Leao deve ambire a diventare Mbappé, che non chiude il parco divertimenti ogni tanto. Del colpo di tacco un po’ goffo non mi interessa nulla, non sono sceso dal suo carro. Leao è il nostro grande campione. Qualcuno mi diceva: ‘Siamo sicuri che prima del rinnovo c’era la fila di persone che lo volevano?’. In Inghilterra, quel genere di giocatori, non fa impazzire…”.
“Ieri su un lancio di Maignan che non gli è arrivato, si è innervosito. Lui non si discute mai, lo diciamo per il giocatore e per il Milan. Però, ripeto, il parco divertimenti non può chiudere ogni tanto, se vuole raggiungere Mbappé. Altrimenti rimane un grande campione, non un fuoriclasse”.
Questa caviglia di Giroud è sempre sotto osservazione?
“Può essere, non dico di no perché non lo so. Panchina? C’è un bel quiz contro il Verona. Penso potrebbero esserci Chukwueze, Okafor e Pulisic. Leao non le giocherà tutte dal primo minuto, con l’Hellas mi sembra la partita ideale per farlo partire fuori. Attenzione, dato che sono nervoso: non ho voglia di continuare a sentir dire che bisogna mettere subito i titolari, sempre. Perché abbiamo speso 140 milioni altrimenti? Se riteniamo che Chukwueze, 30 milioni, Okafor, 15, Pulisic, 25, non siano in grado di battere il Verona, significa che abbiamo buttato 140 milioni”.
“Di Chukwueze qualcuno dice sì e qualcuno dice no. A me è piaciuto, un po’ più concreto sotto porta perché voglio dei tiri. È un inizio, se è questo non va bene, ma mi sembra un giocatore che sa mettere il pallone e non fa dribbling fini a se stessi”.
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