il 26/10/2023 alle 16:34

PSG-Milan, Pedullà: “3 partite, una sentenza! Leao non c’è mai”

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In diretta su Sportitalia dopo PSG-Milan, Alfredo Pedullà ha analizzato la sconfitta dei rossoneri e criticato i deludenti numeri in zona gol

Tante le critiche alla prestazione del Milan dopo la sconfitta, pesante, sul campo del PSG nella terza giornata di Champions League. Intervenuto in diretta su Sportitalia per parlare di PSG-Milan, Alfredo Pedullà ha analizzato la sconfitta dei rossoneri e criticato i deludenti numeri in zona gol.

Pedullà Milan jovic

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Pedullà dopo PSG-Milan

“Secondo me ci sono dei numeri inquietanti…tu non puoi giocare in Champions tre partite e segnare zero gol: non esiste. Il Milan non tira quasi mai in porta, in Champions se vuoi passare devi fare gol. Su Leao dovremmo fare un capitolo a parte, perchè lui in queste notti non c’è mai. Giroud su azione ha fatto un gol, il resto su rigore. Non c’è una partecipazione al gioco, hai fatto tre partite contro tre grandi (Inter, Juventus, PSG) e nella prima ti hanno preso a schiaffi, mentre con la Juve si può dire che fino all’espulsione te la stavi giocando alla pari senza però fare gol. Neanche tiri, non costruisci, poi per esempio Krunic davanti alla difesa non mi piace…non è il riferimento di una squadra che deve fare gioco.

Hai già cominciato ad avere una catena di infortuni che mi fanno pensare…uno si infortuna nel riscaldamento, l’altro si fa male prima di entrare, un altro nella rifinitura, ed è purtroppo anche questa la solita storia. Queste tre partite hanno detto che il gioco è latitante. Ora, non so chi sia messo peggio tra la Lazio che non si presenta e il Milan che fa questa figuraccia a questi livelli. Il PSG di quest’anno non è il PSG delle altre volte: è una squadra che comunque, se tu non ti organizzi per farle del male, con i singoli che ha ti uccide, senza Maignan sarebbe finita 5-0. Se questo è il modo di presentarsi in Champions, è un modo assolutamente non da Milan”.

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“Una serataccia, non riesco a trovare un’altra parola per descrivere quello che è capitato prima alla Lazio e poi al Milan. Sei gol incassati e uno solo realizzato. Due sconfitte strameritate, figlie della mancanza di organizzazione da parte delle nostre squadre, e dell’aggressività e della qualità fisica e atletica degli avversari. Domandina maliziosa: vogliamo capirlo, noi italiani, che per giocare in Europa si deve praticare un calcio diverso, basato sul collettivo, sul ritmo, sulla sinergia tra i reparti? A parte il risultato, che spesso in Italia condiziona i giudizi, osserviamo come i rossoneri sono stati in campo: erano lunghi, spesso sono stati sorpresi dal contropiede dei francesi (cosa che non si può concedere, se gli avversari hanno Dembelé e Mbappé), non c’era connessione tra attacco e centrocampo e tra centrocampo e difesa.

In soldoni: il Milan non era una squadra, non era un collettivo. Purtroppo una partita storta, male interpretata. Ho notato parecchia confusione nelle idee e nella loro applicazione. Mai una volta che ci fosse ordine in campo, che i passaggi fossero precisi e rapidi. È vero che i rossoneri hanno avuto qualche occasione, ma è anche vero che i francesi hanno sempre tenuto in mano la partita e potevano segnare qualche gol in più. Adesso sia per la Lazio sia per il Milan riuscire a qualificarsi è davvero complicato”.

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