il 29/05/2020 alle 15:54

Partnership, stadio, mercato: i piani del nuovo Milan

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In questo 2020 senza calcio da quasi tre mesi sono state tante le parole che hanno provato a colmare il vuoto lasciato dalla mancanza di gol e partite.
Abbiamo deciso quindi di fare un punto della situazione in casa Milan a 360°, lo stato dell’arte rossonero alla fine di maggio 2020 toccando tutti i temi possibili, dagli ultimi aggiornamenti sul nuovo S.Siro alle prossime partnership e sponsorship, dalla strategia di Elliott sul prossimo calciomercato al nuovo staff commerciale allestito dall’ad Ivan Gazidis, dalle voci di una possibile cessione, passando per monte e tetto ingaggi vper arrivare al cambio di rotta deciso dalla società sulle potenzialità del movimento calcio italiano.
Pronti?
Via!
NUOVO S.SIRO – Dopo il via libera dalla Sovraintendenza che non pone vincoli di tutela del patrimonio per l’abbattimento parziale di S. Siro c’è molto ottimismo in via Aldo Rossi. Il periodo più complesso lo si ritiene alle spalle, il dialogo col Comune prima più spigoloso ora è positivo e costruttivo e mancano soltanto gli ultimi passi per avere il via libero definitivo (a breve si aspetta in tal senso il giudizio del Consiglio Comunale). Una volta avuto l’ok finale un pool di architetti coadiuverà Milan (e Inter) nella scelta finale tra i due progetti rimasti in gara: La Cattedrale di Popolous e Gli Anelli di Milano di Manica/Sportium. Da quel momento se non dovessero esserci altri intoppi si dovrà aspettare tre anni per veder ultimata la nuova casa dei tifosi milanisti.
L’importanza del nuovo stadio è data anche dalle parole dell’ad di Skrill, nuovo partner del Milan, nell’intervista che ci ha concesso la scorsa settimana “tra quattro anni, alla fine dell’attuale contratto, io vorrei rinnovare la partnership anche in vista del fatto che ci sarà un nuovo stadio probabilmente e di conseguenza la visibilità che otterrò sarà maggiore”
PARTNER, SPONSOR E NUOVO STAFF COMMERCIALE – Da ormai poco più di un anno all’interno del Milan è nata una nuova squadra commerciale, voluta e creata dall’ad Ivan Gazidis, un team internazionale che ha lo scopo di cercare partner in tutto il mondo composto da professionisti che hanno già ricoperto tale ruolo al Manchester United e al Barcellona oppure che arrivano da mondi vicini a quello calcistico come quello del gaming e dell’entertainment. Questo gruppo poi si snoda in altre piccole realtà che hanno lo scopo di creare una solida relazione con un determinato sponsor poiché vi si dedicano in modo esclusivo.
Compito di tale team non sarà soltanto la ricerca di uno sponsor a sé stante ma si proverà ad aprire anche nuovi percorsi commerciali che portino introiti al Milan sullo stile del rapporto tra Jordan e PSG, coinvolgendo anche la città di Milano in qualità di capitale della moda, aspetto che a casa Milan pensano possa essere sfruttato a favore di nuovi canali.
Il marchio Milan ha certamente ancora il suo fascino ma questo come abbiamo capito ormai non basta più.
Il Milan arriva da molte stagioni deludenti abbinate a una crescita nulla per quanto riguarda il fatturato e quindi non sarà un cammino semplice e veloce, per ricercare e ottenere sponsor servono mesi e mesi di lavoro (con Skrill ad esempio i dialoghi sono iniziati intorno al Natale 2018).
I frutti di questo lungo lavoro però inizieranno a maturare a breve, anzi a brevissimo.
Settimana prossima il Milan rivelerà una nuova partnership (in un modo un po’ poco convenzionale) e nelle prossime settimane altri annunci seguiranno e contiamo di rivelarvi il tutto in anticipo come per il rinnovo con Emirates di cui abbiamo dato notizia nei primi giorni di gennaio. Un rinnovo a un cifra base più bassa ma con bonus non difficilmente raggiungibili.
LA STRATEGIA DI ELLIOTT PER IL PROSSIMO MERCATO –  Il prossimo mercato sarà molto particolare per date, concomitanza con le partite di campionato e con ogni probabilità prezzi (al ribasso). Il mondo del calcio vive e vivrà le ricadute economiche della pandemia da Covid19 e molte squadre si ritroveranno in difficoltà nei prossimi mesi. Il Milan ha sicuramente i suoi problemi ma ha la fortuna in questo caso di avere una proprietà solida finanziariamente come quella di Elliott. Da qui l’idea di abbandonare strategie attendiste e provare a sfruttare ciò che il mercato ti offrirà, anche in parte le debolezze di alcune società.
Si cercherà quindi di esser più aggressivi ma tenendo ben in testa alcuni punti fermi: si potrà investire più sul costo dei cartellini (per questioni di bilancio) che su quello degli ingaggi dove si continuerà ad abbassare il monte totale senza però imporre alcun tetto salariale. Per intenderci si potrà fare l’eccezione (o eccezioni) ma la media degli ingaggi dovrà ulteriormente ridursi.
Qui si possono collegare un paio di discorsi di mercato, dal rinnovo di Gigio Donnarumma per il quale c’è l’interesse comune di tutte e tre le parti per raggiungere l’intesa (Gigio stesso, Raiola e Milan) fino ad uno o più innesti di esperienza in squadra che non sono assolutamente vietati anche dopo l’esempio-Ibra di quanto questi profili facciano bene al gruppo in formazione.
Difficile, per non dire impossibile la coabitazione tra Ralf Rangnick e Paolo Maldini. Si è cercato di fare il tentativo di far conciliare le due posizioni offrendo anche ruoli diversi all’attuale DT per ora con scarsi risultati. Ciò che è più chiaro è che l’uomo al comando tecnico, tra panchina e dirigenza, sarà con ogni probabilità il tedesco Rangnick.
LE STRATEGIE FUTURE TRA VOCI DI CESSIONE E MOVIMENTO CALCIO ITALIANO – Dall’interno del Milan si continua a non dare peso alle voci che danno prossima una cessione della società. L’assioma che viene espresso è presto detto: fin quando Elliott non guadagnerà (o al massimo non perderà) dalla cessione del Milan la società rossonera continuerà ad essere del fondo americano. In soldoni, non è ancora il momento giusto per mettere il Milan in vendita. Arriverà quel momento quando tutta l’intera macchina sarà in moto e a regime, dal lato commerciale a quello stadio fino al lato sportivo con il ritorno stabile in Europa.
Progetti che si era inizialmente pensato di alimentare di pari passo ad un lavoro in cooperazione con il resto della SerieA per un innalzamento dell’intero movimento calcistico italiano come espresso in un paio di interviste dell’ad Gazidis. Far esplodere le potenzialità del nostro campionato per avvicinarlo a Premier e Liga avrebbe consentito alle singole squadre di usufruire di tali benefici, tirandosi la volata l’uno con l’altro.
Così non è e non sarà almeno per il momento, tanto che si è deciso di pensare più al bene del Milan e di provare a riportare la società tra i top europei senza passare ad ogni costo da una valorizzazione dell’intero movimento.
Pietro Balzano Prota e Simone Cristao

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