Intervistato da Repubblica, l’ex attaccante del Milan Jean Pierre Papin ha parlato a 360 gradi dei rossoneri: «L’unico rimpianto della mia carriera è quello di essere andato via dopo due anni».

Fu lei a deciderlo.
«Non giocavo abbastanza. Capello mi disse ‘la decisione è tua e la rispettiamo, ma nessuno qui vuole che tu te ne vada’. Quando una squadra come il Milan ti dice di non andare via, non lo devi fare. È stato un privilegio far parte di quella squadra incredibile».
Segue ancora il Milan?
«Assolutamente sì. La cavalcata della squadra di Pioli è stata difficile, ma stupenda. Hanno lottato fino alla fine e ce l’hanno fatta anche se non erano i favoriti. Tutto merito del loro carattere perché in Italia, più che in altri posti, il carattere è importante».
Il suo Milan, invece, era sempre favorito. Come ha vissuto gli anni della decadenza?
«Male, come tutti i tifosi, del resto. Ma sono cicli che prima o poi arrivano a tutte le squadre, anche alle più grandi. Ma ero sicuro che un giorno il Milan sarebbe tornato grande. Sotto questo aspetto, il passaggio di proprietà non ha aiutato di certo i calciatori. Transizioni di questo tipo sono sempre difficili da assimilare».
La colonia francese è stata uno dei pilastri dei campioni d’Italia.
«Sono fiero di loro. Giroud lo conosco bene. Ci sentiamo spesso, è un calciatore che sa essere decisivo nelle partite importanti e la scorsa stagione ha segnato gol importantissimi contro le grandi. Nei big match, l’uomo di riferimento era lui».
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Si aspettava un Maignan a questi livelli già al primo anno?
«In Francia sapevamo già che era un grande portiere e quando ha firmato con il Milan ero sicuro che avrebbe fatto bene. Detto questo, mi ha impressionato perché davvero non pensavo davvero che il suo impatto potesse essere così immediato».
E, poi, c’è Theo.
«Quando è arrivato al Milan non era ancora un calciatore importante. È il classico esempio di giocatore che si è conquistato il rispetto di tutti sul terreno di gioco».
Fino a dove può arrivare Leao?
«Mi piace davvero tanto. È molto veloce e anche sotto porta è bravissimo. Anche lui, come Giroud, ha fatto gol importanti. Ora, però, viene il momento più difficile: quello della conferma».
Lei avrebbe rinnovato il contratto a Ibrahimovic?
«Ibra è un uomo importante sia per la squadra che per lo spogliatoio perché ha un’esperienza incredibile e quello che dice lui è sempre importante».
E ai suoi tempi chi era quello che diceva le cose importanti?
«Eravamo tutti importanti, ma Franco Baresi era l’uomo che diceva le cose quando c’era bisogno che qualcuno le dicesse».
Maldini si sta dimostrando bravo anche come dirigente.
«Paolo è lo spirito di questa squadra. Merita rispetto. È un uomo incredibile, un amico. Io sono stato sempre dalla sua parte, anche quando dicevano che aveva commesso qualche errore».
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