Pandev per lo Scudetto vede Inter, ma parla anche delle rivali… E dell’Italia
Intervenuto ai microfoni di Repubblica, l’ex attaccante di Serie A Goran Pandev è certamente la persona più indicata per parlare di Macedonia del Nord-Italia: nella lunga intervista, spazio anche alla lotta Scudetto, con l’Inter grande favorita. Di seguito, le dichiarazioni dell’ex centravanti nerazzurro prima della sfida di questa sera tra le due nazionali.
Verso Macedonia-Italia
I suoi figli tifano Macedonia?
«Certo, ma al tempo stesso sono genovesi. Ogni mattina guardiamo il mare da casa, in corso Italia».
A cosa devono stare attenti gli azzurri?
«Contro le grandi squadre la nostra nazionale spesso gioca libera di testa. Sappiamo di non avere nulla da perdere. E poi occhio al campo, è disastroso. Per l’Italia può essere un limite, gioca palla a terra e tecnicamente è forte».
E la Macedonia, com’è?
«Abbiamo ottimi giocatori. Elmas lo conoscete. Miovski è un attaccante giovane. Mi aspetto tanto da Trajkovski, anche se è svincolato e non ha fatto la preparazione».
Meglio o peggio della squadra che ha battuto l’Italia nel marzo 2022 negandole il Mondiale?
«Oggi c’è qualche problema in più. I tifosi hanno chiesto la testa del tecnico. Ristovski ha rifiutato la convocazione. Ma l’Italia non deve sottovalutarci. Possiamo essere ancora quelli di Palermo».
Le spiace non avere giocato quella storica partita?
«Avevo fatto la mia scelta, avevo già dato tutto quel che avevo».
L’Italia e la corsa Scudetto
Mancini si sarebbe dovuto dimettere dopo la sconfitta?
«Col senno di poi, sì. Ma non conosco le dinamiche che hanno portato alla rottura. Di certo, l’Italia ha trovato un altro grande allenatore».
Pensa che la Nazionale di Spalletti somiglierà al Napoli che ha vinto lo scudetto?
«Sì, per modulo e per spirito. Farà grandi cose e ci farà divertire».
Fosse il ct azzurro, chi farebbe giocare in attacco?
«Avrei l’imbarazzo della scelta. Penso che l’Italia andrà all’Europeo. È un buon momento, lo confermano le tre finali europee».
Chi vincerà il campionato?
«Dico Inter, perché oltre a un undici super ha una gran panchina. Ma sono tutte lì: il Milan si è rafforzato, la Juve senza coppe è pericolosa e il Napoli è campione in carica».
Dove può arrivare l’Akademia Pandev, la squadra che ha fondato?
«Spero in Europa. Dopo sei partite siamo primi, ci crediamo. Siamo un piccolo Paese e non è facile tirare fuori campioni, ma il club cresce, anche grazie allo staff italiano».
Lei si è ritirato nel settembre 2022, a 39 anni. Com’è andato il primo anno senza calcio giocato?
«Mi manca la tensione del weekend, ma mi godo la famiglia. Con i ragazzi parliamo tanto, anche di calcio».
Il ricordo più bello della carriera?
«Il gol contro la Georgia, nello spareggio che ci ha qualificati all’Europeo. Coi club ho vinto tanto, ma la nazionale è la nazionale».
Adesso cosa farà?
«Magari il direttore sportivo, partendo dai settori giovanili. Intanto, mi godo il ruolo di presidente della mia squadra».
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