il 21/09/2023 alle 10:05

Ordine: “Milan tra paradosso e sindrome. Nell’attesa, due elementi chiave”

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Franco Ordine sul percorso del Milan in Champions League e i nuovi acquisti

Sulle colonne de Il Giornale, il giornalista Franco Ordine scrive di Milan e della reazione al derby perso avuta contro il Newcastle dalla squadra di Stefano Pioli. Di seguito, il suo editoriale incentrato sulle conseguenze della stracittadina e non solo.

ordine milan

Milan, è sindrome?

Si introduce al tema partendo dalla sfida di martedì:

“Quando i numeri si trasformano in una fotografia nel calcio, allora non bisogna elencare i numeri. E i numeri di Milan-Newcastle finito 0 a 0 hanno raccontato quanto segue: 26 tiri provati dal Milan, 9 finiti nello specchio della porta senza riuscire a trovare la liberazione e il premio del gol. La spiegazione potrebbe diventare banale se si riferisse soltanto alla mira mostrata nell’occasione da attaccanti e centrocampisti. Qui l’aspetto più interessante del paradosso – tanta fatica per nulla – è rintracciare una spiegazione attendibile.

In attesa di altre conferme e/o smentite della sindrome, ci sono due elementi su tutti. Il primo: l’effetto psicologico della mazzata del derby ha lasciato tracce evidenti sul gruppo in fatto di sicurezza, auto-stima e anche frenesia di cancellare subito l’umiliante pagina della stagione”.

Poi, l’attenzione di Ordine si sposta sul Milan-Newcastle di Leao, Loftus-Cheek e Maignan:

“Lo stesso scarabocchio di Leao dopo 20 minuti di Champions è da attribuire al tentativo non solo di firmare un gol speciale ma anche di spazzare via malumori e angoscia coltivati nelle ore precedenti. Il portoghese è sulla strada della maturazione completa. Come racconta Guardiola a proposito di Rodri («quando sei arrivato qui non eri così») anche Rafa, accusato in passato di essere indolente e ciondolante, poco coinvolto emotivamente nel gioco, è diventato più milanista, ha firmato il rinnovo e ha pagato il primo pegno. In qualche modo persino gli acciacchi denunciati da Loftus-Cheek (solo crampi) e Maignan (nessuna lesione, affaticamento ai muscoli del flessore) sono in parte conseguenza dello stato d’animo collettivo, del panico”.

Dortmund è già un bivio

Infine, conclude con i nuovi arrivi dal mercato e il girone F dei rossoneri:

“Il secondo motivo: nelle settimane precedenti, giudicando il mercato del Milan, abbiamo immaginato che ci volesse tempo per inserire nel corpaccione calcistico del gruppo i nuovi arrivati. I primi 3 risultati avevano fatto pensare a una sorta di tappe bruciate. E invece c’è bisogno di altro tempo per vedere Chukwueze più concreto, Reijnders meno ballerino e più efficace sotto porta, per giudicare Okafor ancora ai margini insieme con Musah che ha invece riempito di sostanza e di tecnica calcistica la sua esibizione.

Certo il primo passo nel girone, al contrario dei precedenti storici di casa Milan, non è un buon segnale per una qualificazione considerata già, dopo il sorteggio di Montecarlo, molto, molto, molto, tre volte molto difficile. E il prossimo viaggio a Dortmund diventerà già un bivio per l’avventura europea”.

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