Dalle parole di Pioli all’identità italiana del Milan che sbiadisce: le parole di Franco Ordine dopo il raduno di Milanello
Diverse le considerazioni dopo la prima giornata del nuovo Milan di Stefano Pioli: con un editoriale sulle colonne de “Il Giornale“, il giornalista Franco Ordine ha analizzato le parole dell’allenatore rossonero. Dall’addio di Maldini, Massara e Tonali al ruolo di Franco Baresi passando per il calciomercato del Milan e per Silvio Berlusconi: cosa c’è dietro alle parole di Stefano Pioli?

L’analisi di Franco Ordine dopo la prima giornata del nuovo Milan
“Da una parte Gerry Cardinale, il nuovo proprietario rimasto negli Usa. Nel suo messaggio inviato a Stefano Pioli ha fotografato con precisione lo stato dell’arte milanista fermo a ieri, 10 luglio, giorno destinato al raduno del Milan senza il gruppo al completo e col mercato in piena evoluzione. «Sto lavorando instancabilmente per assicurarmi che siate attrezzati per il successo» ha messo per iscritto. Dall’altra i tifosi, giunti in corteo dinanzi al cancello centrale di Milanello per far sapere alla squadra «siamo uniti nei momenti difficili» esponendo poi uno striscione indirizzato a Scaroni, Furlani, Franco Baresi e Moncada arrivati nel pomeriggio, dal messaggio perentorio («ogni reparto va rinforzato, chiudiamo ogni obiettivo di mercato, avanti così»). In mezzo c’è sempre Stefano Pioli rimasto senza Maldini e Massara, e con Ibrahimovic uscito dallo spogliatoio domenica 4 giugno ma ancora legato al mondo Milan e allo stesso tecnico col quale si è consultato pochi giorni fa. «Zlatan qui è sempre il benvenuto, non so ancora che scelte farà per il suo futuro» il riassunto del colloquio che fa capire una cosa veloce veloce: è sempre attiva la proposta di club manager anche se nell’attesa il ruolo di Franco Baresi («è il Milan, il suo carisma non può che farci comodo» l’accoglienza), vice-presidente onorario, è stato “riempito” con l’onere di maggiore visibilità mediatica e di collegamento tra Milanello e gli uffici di casa Milan”.
“E allora, nell’attesa che prenda forma il nuovo Milan («siamo come una casa dalla struttura solida, con qualche zona rimessa a nuovo»), con la promessa di «possibile novità tattica» e la presa d’atto «della grave perdita tecnica per la partenza di Tonali», è su Stefano Pioli che si concentrano le responsabilità maggiori. «Anche con Maldini e Massara ero puntualmente informato del mercato, non cambierà il mio ruolo, non sarò certo io a fare i contratti, parlerò sempre con i calciatori da acquistare questo sì» è il recinto disegnato. Senza però sentirsi vedovo dei due dirigenti dell’area tecnica, con i quali resistono «stima e rispetto», ricordando però ai nuovi arrivati e agli altri «dove siamo e chi siamo soprattutto». A ben scavare nei rapporti tra i due, Pioli e Maldini, specie quelli tempestosi del periodo del passaggio della difesa a 3, qualche ammissione viene fuori: «Di discussioni ne abbiamo avute in maggior numero ai tempi dello scudetto». Sarà. Simbolicamente a tagliare il cordone ombelicale con la famiglia Maldini è intervenuta ieri la cessione in prestito di Daniel all’Empoli. L’unica nostalgia canaglia, pubblica e solenne, è quella per Silvio Berlusconi sentito al telefono 10 giorni prima della morte. «Ho avvertito l’amore incredibile per il Milan già testimoniato la sera dello scudetto durante l’incontro in piazza Duomo. Per questo siamo onorati di partecipare alla prima partita del trofeo a lui intitolato» la chiusura di Pioli”.
“L’identità italiana se ne va… al Diavolo”
Sulle colonne del Corriere dello Sport invece, Franco Ordine si è concentrato su un altro aspetto in particolare della conferenza stampa: la risposta di Stefano Pioli alla domanda sui pochi, pochissimi italiani nella rosa del Milan (e tra gli obiettivi di calciomercato).
“Dalla rosa del Milan è uscito Tatarusanu ed è entrato Sportiello. E’ uscito anche Tonali ed è entrato Loftus-Cheek: idem come sopra. Numericamente il ritorno di Brahim Diaz a Madrid è stato rimpiazzato dal trasferimento di Romero ex Lazio. A scorrere inoltre l’elenco completo della rosa attuale del Milan, oltre al capitano Davide Calabria, unico titolarissimo, sono inseriti nella lista degli “italiani” Pobega (richiesto dal Toro), Gabbia (che ha voglia di andare a giocare), Florenzi, Mirante e Colombo, rientrato dal prestito al Lecce e considerato in partenza causa anche l’evidente resistenza di Origi a cambiare residenza calcistica. Il preambolo è utile per introdurre il tema che è caro al CT Roberto Mancini e può diventare una spina nel fianco di Stefano Pioli. È il tema dell’identità calcistica italiana del Milan che sbiadisce, mercato dopo mercato, pensando anche agli addii – per ragioni diverse – di Donnarumma e Romagnoli. Ci fu un tempo in cui il primo Milan di Silvio Berlusconi e Arrigo Sacchi immaginò addirittura di allestire una sorta di nazionale completa vestita con la maglia rossonera (Massaro, Giovanni Gallo, Dario Bonetti furono i primi acquisti dell’epoca, estate dell’86, seguiti dall’arrivo di Galderisi per il rifiuto di Vialli). Questo è un tempo diverso nel quale, per andare sul concreto, la diversa tassazione fiscale per chi arriva dall’estero rispetto ai calciatori italiani (decreto crescita), è uno dei motivi che rendono meno onerosa l’importazione di un calciatore straniero rispetto a un talento italiano. Fin qui, la stragrande maggioranza dei candidati indicati come possibili obiettivi del nuovo tandem Furlani-Moncada, sono tutti provenienti dall’estero a tal punto da rendere necessario un ballottaggio per non superare il divieto dei due nuovi extracomunitari a stagione. «L’importante è che siano adatti alla nostra idea di calcio e che costituiscano una struttura di squadra solida» è la risposta del tecnico di Parma sull’argomento. Ma questa è teoria. Poi c’è la pratica che prevede tra l’altro la necessità di allestire un centrocampo nuovo di zecca per la cessione di Tonali e il grave infortunio toccato a Bennacer. I tempi da qui al 21 agosto saranno sufficienti per completare il trapianto? Questo il vero quesito. Sul secondo c’è una certezza: Mancini non avrà nel prossimo Milan un alleato”.
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