Dopo Napoli-Milan c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno: per Paolo Condò, i rossoneri sono ancora in corsa per lo scudetto
Sulle colonne di Repubblica, Paolo Condò sembra vedere il bicchiere mezzo pieno in casa Milan dopo il pareggio di Napoli. Per il giornalista, i rossoneri sono ancora in corsa per lo scudetto e la reazione del Maradona dopo le sconfitte con Juventus e PSG è positiva. Di seguito, il commento ad un Napoli-Milan di “qualità“, “intensità“, “rabbia fredda” e “orgoglio caldo“.

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Il Milan e la “rabbia fredda”
“Siamo in piena restaurazione. Portate a spasso la scorsa stagione da un Napoli irripetibile — ma ieri ci ha provato, e dal fondo del pozzo è risalito almeno al pareggio — le tre grandi del Nord viaggiano in fila indiana verso una lotta per lo scudetto che pare riservata. A loro. Stasera Fiorentina e Atalanta proveranno a issarsi nella zona grigia già abitata dal Napoli, ma Inter, Juve e Milan sembrano ormai al di là delle nuvole. Lo scontro diretto del Maradona è stato un duello di qualità e alta intensità, che il Milan nel primo tempo ha tirato dalla propria parte con la rabbia fredda di chi si sente in discussione (ed era ora) e il Napoli ha recuperato con l’orgoglio caldo di chi non vuol chiudere qui con la gloria. Giroud è tornato al gol su azione, Raspadori ha trasformato la prima punizione dell’anno, Calabria nel finale ha sfiorato il 2-3 e all’ultimo secondo Maignan ha ribattuto il potenziale 3-2. La distanza fra i due ultimi campioni d’Italia è rimasta di 4 punti, che oggi è anche il disavanzo fra il treno delle prime tre e le altre”.
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“L’arte della perseveranza”
Nella seconda parte dell’editoriale Paolo Condò costruisce intorno alla parola “perseveranza” la lotta in testa al campionato di Serie A: il riferimento è a Inter e Juventus, vittoriose per 1-0 in casa dopo due partite difficili contro Roma e Verona.
“L’arte preziosa della perseveranza disegna così la testa della classifica (e non solo quella, se pensiamo a quanto accaduto a Cagliari). La perseveranza è la dote che viene riconosciuta a chi supplisce con fatica, tigna e determinazione alla carenza di creatività: senza talenti in grado di saltare l’uomo con continuità, l’Inter con la Roma e la Juve col Verona hanno martellato l’incudine fino a spezzarla. La Juve ce l’ha fatta appena in tempo con la giocata Milik-Cambiaso, l’Inter ha aperto la cassaforte con qualche minuto di margine in più, quando Dimarco ha trovato la precisione nei cross per Thuram: ma al di là del gap tecnico favorevole a Inzaghi, colpisce il modo in cui si sono entrambe ribellate a risultati mediocri che pure, a un certo punto, parevano scolpiti nella pietra. Certo, ci sono delle differenze: la Roma è una squadra “europea”, nel senso che gioca abitualmente le coppe, dunque una rivale di altro livello rispetto al Verona che, dopo la fiammata di agosto, è tornato nei bassifondi. La perseveranza necessaria per batterle, però, è stata simile. Ormai accomunate dallo stesso obiettivo — per il quale è giusto ribadire che esistono una favorita e due aspiranti — Inter e Juve in questo turno hanno superato un esame”.
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