Le scarpe enormi, l'umiltà e gli aneddoti dall'ex squadra: Milan, ecco Musah!

Milan, Musah è tuo: ecco lo speciale di Sky Sport realizzato con la sua ex società italiana

Yunus Musah diventerà un nuovo calciatore del Milan. L’ottavo colpo di calciomercato del Milan sta arrivando a Milano: col Valencia è fatta per Yunus Musah, centrocampista centrale classe 2002. La cifra dovrebbe essere vicina ai 20 milioni di euro contando i bonus facili. Altri 20 milioni, dunque, per assicurarsi un nuovo elemento nella zona nevralgica del terreno di gioco. Questa sera, Sky Sport ha lanciato uno speciale interamente dedicato al nuovo calciatore del Milan: per scoprire Musah, il giornalista Davide Abrescia è andato allo Stadio Giuseppe Ostani a Castelfranco Veneto, lì dove Yunus ha mosso i primi passi.

L’ex allenatore e il dirigente

Con la maglia dell’A.S. Giorgione Calcio, Musah ha potuto conoscere diverse persone che sono ancora nella sua vita. Eccole intervistate.

Giulio Rinaldi, allenatore di Musah dal 2006 al 2010:

“Mi ricordo ancora quando a sei anni si è presentato al campo d’allenamento la prima volta. Era il periodo in cui si facevano le prime prove per promuovere l’attività dell’anno. Lui si è presentato, in realtà, quando si presentavano i più grandi, quindi 2000 e 2001. Quando è arrivato al campo gli è stato detto di venire un altro giorno, ma quando ho visto la sua tristezza mentre si allontanava affranto dal campo gli ho detto: ‘Dai vieni a giocare lo stesso, non importa se sei più piccolo’. È entrato in campo e fin da subito abbiamo notato che c’era qualcosa di particolare in questo ragazzo”.

Nato a New York… Per casualità:

“Esatto, perché la mamma era in viaggio in America e Yunus è nato prematuro. Per pura casualità, quindi, c’è stata l’opportunità di acquisire il passaporto americano. Però la famiglia si era trasferita da alcuni anni in Italia con i suoi fratelli più grandi e poi Yunus è stato qui fino all’età di 10 anni prima di andare in Inghilterra”.

Come mai?

“Credo fosse una questione lavorativa del papà. La ditta per cui lavorava ha avuto delle difficoltà, aveva lasciato a casa qualche operaio e il padre si è ritrovato senza lavoro. A quel punto, tramite conoscenze ha trovato un’opportunità a Londra e la famiglia si è trasferita in Inghilterra”.

Come lo riaccogliereste a Castelfranco?

“Se volesse tornare lo aspettiamo a braccia aperte, saremmo felicissimi: c’è rimasto nel cuore, siamo in tanti rimasti legati a lui”.

Fabio Piazza, dirigente del Giorgione:

“Di lui colpiva l’aspetto tecnico, la frequenza di passo che aveva, anche se era molto piccolo. E poi il temperamento e il carattere: sempre solare con tutti i compagni. E la grande umiltà, caratteristica che fa andare lontano i giocatori. Macchinata da Castelfranco a San Siro? Sicuramente ci sarà l’occasione”.

Gli ex compagni di squadra

Pietro Piazza, ex compagno di squadra del nuovo acquisto del Milan Musah:

“Yunus è sempre stato un ragazzo super sorridente da piccolo. Di lui non ti puoi sicuramente dimenticare per il fatto che era sempre il primo ad arrivare. Sempre col pallone sottobraccio. Aveva una voglia di giocare incredibile, era instancabile. E ripeto, era sempre sorridente: un ragazzo super positivo. L’ultima volta che l’ho sentito? Due settimane fa, ma è in contatto con tutta la mia famiglia, siamo in contatto sin da piccoli. Ogni tanto ci sentiamo e magari giochiamo anche alla Playstation insieme. Fa sempre piacere”.

Sapevi che sarebbe tornato per giocare in Serie A?

“Da qualche messaggio avevo capito che sarebbe potuto tornare in Italia. Ha sempre manifestato questa volontà, qui ci ha lasciato il cuore. Io da romanista speravo venisse alla Roma, ma lui… Beh, avevo capito che aveva già deciso“.

Marco Piazza, altro ex compagno:

“Una cosa che mi ricordo è che lui è che le prime volte giocava in porta. Poi, un’altra cosa che mi rimarrà per sempre impressa è che giocava con delle scarpe che erano 3 o 4 numeri più grandi del suo. Eppure faceva la differenza comunque. Non c’entrava niente con noi, si vedeva già. Ho un ricordo, un aneddoto a proposito dello strapotere fisico. In partita ricordo che era dietro di me, mi sono girato ed era già 5 metri più avanti… Era una cosa che gli veniva naturale”.

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