Mondiale o “MundialMilan”? Questo è il dilemma … Il primo turno di questo Mondiale è archiviato. Tante le sorprese e gli spunti interessanti nonostante la triste assenza della nazionale italiana, giorno dopo giorno, difficile da digerire. Però, scrollandosi di dosso la patria appartenenza calcistica, è impossibile non notare le nuances rossonere nel cielo qatariota.

Ad oggi, se cerchiamo tracce della nostra Serie A, non sarebbe una forzatura definirlo “MundialMilan”. Com’era la storia della squadra aiutata dalla fortuna? O di giocatori sopravvalutati? Non possiamo chiedere al Tempo di fornirci risposte immediate ai nostri quesiti. Lui, il Tempo, appunta tutto e al momento opportuno ci viene in soccorso per schiarirci le idee.
Per alcuni il Tempo è balsamo lenitivo, per altri è dolore lancinante. L’estate 2019 vide sbarcare a Milano due sicuri oggetti delle ironie di tantissimi pennaioli social e non solo. Il nuovo Niang e il fallimento blancos erano pronti ad arricchire l’allegra brigata rossonera di cotanta mediocrità vestita. E che dire dei due vecchietti arrivati tra gennaio 2020 e l’estate 2021. Il difensore danese costantemente rotto e panchinaro fisso in quel laboratorio di calcio chiamato Atalanta e l’attaccante con la media gol di un terzino.
Il Tempo ha atteso paziente e facendosi beffe di coloro che hanno sempre considerato i risultati del Milan figli della mediocrità del calcio italiano, ha inferto un colpo mortale lasciando alla più alta e importante competizione intercontinentale la consacrazione di quattro grandi campioni, orgoglio della nostra serie A.
La prestazione di Kjaer è stata assolutamente di livello se si considerano i sette mesi di stop per il grave infortunio al ginocchio che non gli hanno permesso di raggiungere il top della forma al cospetto di una Tunisia aggressiva e rapida.
Partito dalla panchina, Theo Hernandez, appena entrato in campo, ha dimostrato che dalle parti di Milanello non sono dei visionari a considerarlo il più forte al mondo nel suo ruolo. Prestazione super e assist per il gol di Rabiot. Provocazione pura per Rafa Leao che si è ripreso la scena e in tre minuti ha fatto il suo debutto spaccando la partita e scegliendo il Mondiale per realizzare la sua prima rete con la maglia del Portogallo.
Non penso ci sia bisogno di aggiungere altro sul conto di un autentico monumento del calcio. Francese di nascita, milanista d’adozione sentimentale, il “girarsi” come hobby frequente e fuoriclasse come professione. Oliver Giroud non è stato solo l’autore di una doppietta al debutto mondiale ma è recordman nella storia del calcio francese con la maglie dei Bleu.
Sono milanisti i quattro assoluti protagonisti di questa prima parte di Qatar 2022. Orgoglio per il progetto Milan, esponente massimo di un calcio italiano non proprio ultimo nelle gerarchie.
L’eccellenza del progetto è confermata anche da qualche rimpianto. Lucas Tolentino Coelho de Lima o più semplicemente Lucas Paquetà, a vederlo giocare da centrocampista davanti alla difesa, aumenta i rimpianti per un prospetto di grande giocatore, forse, per troppo tempo provato nella zona di campo sbagliata. Se solo ci fosse stata un po’ di pazienza facendogli vivere tutto il potenziale e la qualità di questo progetto. beh, possiamo solo immaginare cosa avremmo avuto.
A proposito di rimpianti: “Vorremmo farlo prima del Mondiale”. Questo l’auspicio di Paolo Maldini pensando al rinnovo di Rafa. E come dargli torto. Se il buongiorno si vede dal mattino, Leao è destinato a disputare un Mondiale degno del fuoriclasse che è. La sensazione che al ginepraio di variabili se ne aggiungerà un’altra al tavolo della trattativa.
Il “MundialMilan” regalerà a Stefano Pioli l’ulteriore consapevolezza di avere in rosa calciatori di livello con i quali nessun obiettivo e/o impresa può essere preclusa.
Per il futuro pazienza e fiducia nel Tempo. È il grande saggio che non smetterà di dare le sue risposte: “Il più grande e il più antico di tutti i tessitori. Ma la sua fabbrica è un luogo segreto, il suo lavoro silenzioso, le sue mani mute” questa la bella descrizione del Tempo da parte di Charles Dickens.
Ora mettiamoci comodi che c’è il Mil … osp … il “MundialMilan”.
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