il 26/01/2021 alle 13:51

MILAN – ATALANTA: sintesi de “La stanza di Bottoni” del 25/01/2021

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MILAN-ATALANTA

MILAN ATALANTA

I punti salienti dell’analisi tattica di Milan-Atalanta realizzata da Mister Emanuele Bottoni ne “La stanza di Bottoni” del 25/01/2021 (https://www.youtube.com/watch?v=8rLaXW_s9Go)

MOVIMENTO AD ENTRARE VERSO IL CAMPO DI THEO

Hateboer segue il numero 19 rossonero praticamente a uomo, con gli avversari che triplicano la marcatura sul francese.

Linea difensiva a 5 per la squadra di Gasperini con l’aggiunta di 3 giocatori che attaccano il portatore di palla avversario: diventa difficile giocare in condizioni simili, con l’avversario che grazie a questa caratteristica riesce a non far giocare l’avversario.

KESSIE HA LA PALLA, TONALI CERCA DI DARE APPOGGIO

I calciatori avversari tengono l’1 vs 1, riuscendo però anche a sporcare la linea di passaggio eventuale per Davide Calabria, con gli eventuali appoggi anche su Kjaer e Kalulu che vengono occlusi dai calciatori bergamaschi. Questo crea i presupposti per realizzare l’impossibilità ad una ricezione palla libera.

KESSIE CONDUCE PALLA VERSO CENTROCAMPO

Giocare di spalle a scarichi chiusi: la caratteristica dei calciatori avversari è l’aggressione aggiunta alla chiusura dello scarico non soltanto in avanti, ma anche all’indietro, impedendo un’eventuale palla a scavalcare le linee del centrale da parte del Milan.

Lo scarico sui difensori e Tonali è chiuso, quindi diventa tremendamente difficoltoso giocare a calcio contro l’Atalanta.

BRAHIM DIAZ 

Tre avversari lo aggrediscono, poi c’è un fallo ma sono multipli giocatori ad aggredire il portatore di palla spagnolo in una delle poche occasioni in cui, grazie alla rapidità di Brahim, si è riusciti a giocare fronte alla porta. Un match caratterizzato da una squadra in grado di togliere spazi e tempi di gioco.

LE SECONDE PALLE

Arrivano primi sulle seconde palle per una questione di posizionamento e densità rispetto alla palla: sempre pronti al raddoppio sul calciatore milanista prima che i rossoneri possano arrivare sulla palla, con la squadra posta in un 1 vs 1.

Come ovviare?

Fare maggior densità vicino alla palla, adottare un atteggiamento identificabile in una maggior aggressività in avanti ed attraverso il coraggio. L’impressione è che la squadra di casa si sia intimidita col passare dei minuti anche a fronte dell’atteggiamento degli avversari. Il pressing era inoltre timido a causa di un’apparente insicurezza, un timore di lasciare spazi vuoti in cui si sarebbero buttati gli avversari.

LE SCALATE

Solitamente, il Milan le fa con precisione e tempismo anche sul lato pressing. C’è un ritardo fin dal gioco dal basso del portiere Gollini: quando il primo pressing si rivela timido e fuori tempo, occorre mettersi sotto palla ed attendere gli avversari per poi recuperare la sfera, altrimenti si creano i presupposti per generare una catena di errori capace di culminare in uscite in ritardo.

Forse un movimento di Kessiè volto a portarsi più basso, all’altezza del cerchio di centrocampo, con il conseguente spostamento di Meite su Freuler, avrebbe creato una situazione più idonea al posizionamento preventivo verso l’avversario.

LA SCELTA DI MEITE

Più fisico avrebbe probabilmente avrebbe potuto meglio gestire la fisicità avversaria, un’idea che da allenatore era possibile valutare e che trovo legittima.

Poi i fatti hanno dato torto alla scelta del mister, ma analizzandola prima del match era una scelta comprensibile e ragionevole.

CALABRIA

Il numero 2, nell’immagine qui sopra, porta palla: gli avversari hanno già chiuso ogni linea di passaggio e diventa tremendamente difficoltoso fare una scelta efficace. Avere questa palla da marcati con quel buco per Ilicic a campo aperto crea una situazione pericolosa in cui probabilmente la presenza di Kessiè avrebbe garantito più cautela.

L’assenza di Calha crea problemi di questo tipo, tipicamente il suo movimento permette di gestire meglio queste situazioni

.PRESSING 

Su Leao l’avversario usciva leggermente in ritardo per non dargli lo spazio alle spalle, Castillejo invece aveva l’uomo attaccato , sempre pressato di spalle e quando la riceve l’avversario è sempre collocato in modo tale da non garantirgli lo scarico causa pressing a uomo dell’avversario che copre e sporca tutte le linee.

Unica soluzione sarebbe stata Castillejo-Calabria-palla sopra a Meite, ma era chiuso pure quello scarico dagli atalantini.

Marcano in avanti ed in pressione perenne. Se uno si sposta si sposta anche il difensore.

L’ideale schema di attacco sarebbe stato caratterizzato da un meccanismo volto ad alzare la difesa ed attaccare gli atalantini alle spalle, ad esempio con Leao, che insieme a Kessiè è stato l’unico a reggere fisicamente i bergamaschi.

Kalulu ha inoltre fatto molti interventi importanti su Ilicic, tenendo bene lo sloveno con anticipi rilevanti e mostrando grande reattività, peccato per il goal di Romero.

ILICIC

Pessina impegna Kjaer, Zapata impegna Kalulu, Hernandez non può uscire perchè uscendo libererebbe Hateboer aprendo il campo e potrebbe anche rischiare un 1 vs 1 con Ilicic.

Tonali avrebbe potuto chiudere di più la traiettoria di passaggio verso l’area. Kessiè anche qui dovrebbe stare più basso, perchè Ilicic è libero.

Riceve palla poi Ilicic, Kalulu esce mollando l’uomo e Kjaer si trova Pessina e Zapata da marcare, con Pessina che non viene poi servito con una palla filtrante o sarebbe stato solo. Il posizionamento più basso del numero 79 avrebbe evitato l’uscita del centrale francese e Theo avrebbe avuto quei due/tre metri per agire diversamente da quanto costretto a fare per quella situazione.

Calabria deve stringere immediatamente perchè il centrocampista italiano dell’Atalanta si trova potenzialmente libero a tu per tu con Donnarumma.

Tutto nasce dalla densità del centrocampista: annusando il “problema Ilicic” in quella zona, l’unica soluzione diventa quella di appiattire i mediani, con il trequartista che funge da terzo  centrocampista, abbassandosi.

VERTICALIZZAZIONE TONALI

Un uomo che gli andava incontro oppure un corto-lungo come fa in questo caso Samuel, sono soluzioni valide per creare problematiche ma soprattutto togliere certezze.

L’Atalanta è in controllo, ma queste armi, in caso di buon fine, permettono di essere meno spavaldi agli avversari.

Giocare la palla negli spazi è l’unico modo per far male al team di Gasperini,mentre darla addosso crea invece situazioni problematiche che rendono difficoltoso giocare.

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