Milan-Verona – L’imprinting tattico di Juric e le novità di Tudor

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Verona

Da quando si è seduto sulla panchina del Verona (cioè dalla quarta giornata di campionato) Igor Tudor ha rivitalizzato la compagine scaligera.

Raccolti i gialloblù in fondo la classifica, a quota zero, nel giro di quattro settimane il tecnico croato ha messo insieme 8 punti, frutto di due vittorie e altrettanti pareggi.

Dal punto di vista tattico, l’ex trainer dell’Udinese e dell’Hajduk Spalato non ha apportato molti cambiamenti. Il Verona continua ad essere una squadra che applica in fase di non possesso una pressione alta (PPDA di 9.10, quinto del torneo) orientata sull’uomo.

In fase offensiva la squadra è legata alla costruzione di triangoli intorno al portatore di palla, per un attacco che cerca soprattutto di attirare gli avversari in zone esterne di campo liberando così il centro.

In pratica, l’imprinting tattico resta quello del Verona di Ivan Jurić che per due stagioni ha stupito la massima serie conquistando ottimi piazzamenti.

A cambiare, al di là di eventuali interventi psicologici (dei quali non possiamo conoscere la portata), sono state le scelte di formazione e l’atteggiamento.

Con Tudor in panchina infatti il Verona ha proposto un approccio più fluido in fase offensiva. Di questo hanno beneficiato proprio gli attaccanti, con Nikola Kalinić e Simeone che, a quota zero gol sotto la gestione precedente, si sono sbloccati segnando rispettivamente tre e due reti.

Alcuni giocatori precedentemente sottoutilizzati sono tornati al centro del progetto tecnico, come ad esempio Bessa e Caprari. L’italo-brasiliano, che non aveva giocato nemmeno un minuto con Di Francesco, è invece stato sempre impiegato da Tudor, due volte da titolare e altrettante subentrando dalla panchina.

Da parte sua l’ex doriano era stato utilizzato solo nella sfida di Bologna, mentre con la nuova gestione ha sempre visto il campo.

All’interno di questo contesto rivitalizzato offensivamente (tre gol totali prima dell’avvento di Tudor, dodici dal suo arrivo) spicca la presenza di Antonín Barák. Il nazionale ceco è un vero e proprio tuttocampista, in grado di aiutare la squadra sia in situazione di palleggio a metà campo che in zona di rifinitura, così come di inserirsi per attaccare la linea difensiva rivale e riempire l’area.

L’importanza dell’ex centrocampista di Udinese e Lecce è confermata dal dato dei passaggi chiave di Sics (cioè passaggi che permettono di superare una linea difensiva avversaria) che risultano essere ben 15 (4 assist), appena uno in meno di Faraoni e Ivan Ilić (16) che sono i leader del Verona in questa classifica.

A preoccupare l’allenatore di Spalato resta la fase difensiva. Sono 7 infatti le reti concesse, le stesse subite nelle prime tre giornate di campionato. Su questo dovrà lavorare Tudor, anche se la squadra, grazie alla ritrovata produttività offensiva, è ora più equilibrata nelle due fasi di gioco.

Leggi QUI le parole di Renato Cioffi, tecnico del Sorrento con cui si è allenato Antonio Mirante in queste settimane da svincolato

photocredits twitter.com/HellasVeronaFC

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