Milan-Spezia – Oggi andrà in scena il primo Milan-Spezia della storia della Serie A e per questo Diavolo un po’ stanco e incerottato potrebbe non essere un pomeriggio così semplice come auspicato alla lettura del calendario.
I rossoneri dovranno stare attenti a non farsi travolgere dall’entusiasmo di Gălăbinov e compagni e mettere in campo la loro maggiore esperienza e qualità, riuscendo a gestire l’inevitabile stanchezza di questa prima fase della stagione. Anche perché, se per la Serie A è una prima volta, le due squadre si sono già affrontate in incontri ufficiali e sono in perfetta parità: 7 sfide, 3 vittorie a testa e 1 pareggio.
6 di queste partite, però, si perdono nella notte dei tempi. Risalgono, infatti, agli anni 20, quando Milan e Spezia si sfidavano in uno dei gironi della Lega Nord della Prima Divisione. Le partite, di andata e ritorno, si disputarono tra la stagione 1921/22 e la stagione 1923/24; la prima è quella del campionato CCI, nell’anno della scissione dalla FIGC, quando i club più importanti videro rifiutato il proprio progetto di riforma del campionato (elaborato da Vittorio Pozzo) che prevedeva una riduzione delle partecipanti. Se lo Spezia lottava per mantenere la categoria, il Milan non navigava in acque migliori, riuscendo solo nel 1922/23 a centrare un dignitoso quarto posto nel girone, lontano comunque dal Genoa che a fine campionato avrebbe festeggiato il suo ottavo titolo.
Le due squadre non si sono invece incontrate nell’anno di gloria spezzino, il 1944, che il club ligure dal gennaio 2002, grazie a una decisione della FIGC che ha riconosciuto allo Spezia un titolo onorifico (ma non ancora lo Scudetto), può celebrare anche sulle maglie con uno stemma dedicato. Proprio con quello stemma e con una maglia celebrativa del Settantesimo anniversario lo Spezia si presentò all’ultimo confronto con i rossoneri, giocato a San Siro nel gennaio 2014 e valevole per gli Ottavi di finale di Coppa Italia. Una partita sentita per il club ligure non solo per l’avversario di prestigio, ma proprio perché giocata a Milano, sede, nello scenario dell’Arena Civica, del triangolare che assegnò agli aquilotti, allora denominati Gruppo Sportivo 42° Corpo dei Vigili del Fuoco (in sostituzione dell’AC Spezia, temporaneamente inattiva), il titolo della Divisione Nazionale della Repubblica Sociale Italiana.
La Federazione, però, dichiarò illegittima la competizione e concesse allo Spezia come riconoscimento la Coppa Federale, ma non il titolo di campione nazionale (una vicenda simile a quella occorsa al Milan nel 1915/16).
Settanta anni dopo, tuttavia, gli spezzini si limitarono alla celebrazione, perché la partita, quella della transizione, da Allegri a Seedorf con Tassotti in panchina, fu a senso unico, chiusa da due reti di Robinho e Pazzini tra il 28° e il 31° minuto e sigillata dal primo goal di Honda in apertura di ripresa. Il gol dell’1-3 nei minuti di recupero di Nicola Ferrari servì solo per riempire il tabellino.
In comune le due squadre hanno uno dei tanti ungheresi che tra gli anni 20 e 30 arricchirono tecnicamente e tatticamente il calcio italiano, József Violak. Il centromediano magiaro giocò nello Spezia dal 1922 al 1924 e proprio qui cominciò la sua carriera da allenatore/giocatore (che in questa duplice forma durò per circa dieci anni) prima di arrivare alla Juventus e vincere il titolo nel 1926.
Al Milan fu allenatore nella stagione 1933/34 (9° posto) e proprio per questo, poco meno di un anno fa, tornò agli onori delle cronache: l’ingaggio di Pioli ha, infatti, rispolverato la lista dei tecnici che hanno allenato sulle due sponde del naviglio e Violak non solo è tra questi, ma è stato il primo allenatore a guidare tutte e tre le grandi del calcio italiano.
Fu poi Direttore Tecnico dal marzo 1939 al marzo 1940, affiancando un altro ungherese, József Bánás; ancora una volta, però, non riuscì a portare i rossoneri oltre una posizione di centro classifica. Nella stagione precedente, invece, era passato nuovamente da La Spezia per affiancare Gino Rossetti, ma senza raccogliere la salvezza sperata; i liguri, infatti, precipitarono in Serie C.
Recentemente l’ex rossonero Alberto Gilardino ha chiuso la carriera sul Golfo dei Poeti e lo ha fatto con una citazione rossonera: un gol al Cittadella che a molti ha ricordato la famosa rete di Van Basten (in realtà la rete del Cigno di Utrecht continua ad appartenere a un’altra categoria, quella delle opere d’arte. Il Gila non ce ne vorrà…).
Domenica ci sarà quindi da sbloccare questa situazione di parità con gli spezzini, per presentarsi alla ripresa, e soprattutto al derby, a punteggio pieno, senza dimenticare che per lo Spezia venire a Milano non è mai un viaggio come un altro.
Joel Da Canal